«Riaprire subito le seconde case»

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Il turismo è in crisi. Chi andrà in vacanza sceglierà le località dell’alta collina dove si può stare “distanziati”

L’Italia della “Fase 2” riparte ma continua a preoccupare un’eventuale salita dei contagi e con l’estate alle porte gli italiani non sono così propensi a pensare alle vacanze. Secondo l’indagine promossa nella seconda metà di aprile da Confturismo-Confcommercio, su un campione di persone intervistate, il 32%, infatti, farà appena 2/3 giorni di ferie, paragonabili ai week-end lunghi che di solito si fanno durante i ponti di primavera. Il 57% degli italiani intervistati non raggiungerà località di villeggiatura optando per le gite fuori porta oppure per il ritorno alle seconde case.

In questa situazione drammatica per il settore turistico italiano, si potrebbe creare uno spiraglio per le località che si trovano in collina come quelle nell’area appenninica dell’Oltrepò pavese, anche perché l’ambiente può offrire spazi aperti più ampi, ideali per mantenere il distanziamento sociale. Operatori turistici e comuni si stanno preparando, nonostante il clima di incertezza e il pericolo di un possibile ritorno del virus, ad affrontare una stagione turistica che sarà caratterizzata da restrizioni, tavolini diradati, uso di guanti e mascherine e dalla paura di poter essere contagiati. L’unica certezza per il settore turistico che opera nelle valli Staffora, Tidone, Nizza, Avagnone, Coppa e Ardivestra sarà la riapertura delle tante seconde case acquistate negli anni ’70 e ’80 da cittadini che vivono a Milano, Genova, Pavia, Voghera e Vigevano e che per paura o per ristrettezze economiche, non potendo recarsi altrove, saliranno in valle. Il sindaco del Brallo di Pregola Christos Chlapanidas, consapevole della difficile situazione che stanno vivendo gli operatori turistici del comune, lancia un appello al Governo e alla Regione: «Riapriamo le seconde case». Lo chiede a gran voce in contrasto con il decreto che vieta la riapertura almeno fino al 18 maggio. «Auto-isolamento di dieci giorni per tutti coloro che raggiungeranno le seconde case dal 4 maggio»: è questa l’idea del sindaco per un territorio che dopo settimane e settimane di chiusura, è ancora a contagi zero. Il Brallo, piccola realtà montana dell’Alta Valle Staffora che conta 600 residenti, raggiunge quota 3000 abitanti nel periodo estivo. «Generalmente, già dalle festività pasquali, le persone iniziano a muoversi, spinte dal desiderio di lasciarsi alle spalle l’inverno rigido e uggioso delle città, per raggiungere le seconde case. La gente vuol tornare a casa per continuare a vivere, deve riaprirla dopo l’inverno». Il sindaco parla poi dei ristoratori gravemente danneggiati da questa emergenza: «Sono rimasti chiusi in questi mesi e sperano di poter recuperare la situazione economica generale. Per gli esercenti l’amministrazione comunale sta valutando di ridurre le tasse, in particolare la Tari». Intanto albergatori e ristoratori delle valli si stanno preparando alla stagione estiva cercando di proporre offerte interessanti e trovare soluzioni adatte al periodo di convivenza con il virus. «Dopo due mesi di chiusura forzata, – spiega Paolo Tornari, titolare dello “Sport Hotel Prodongo”, nel comune del Brallo – riapriremo con il take-away, il servizio di asporto per quelle persone che intendono praticare attività motoria lungo i sentieri che portano al Monte Lesima.

Per il 1° giugno, data in cui è prevista la riapertura di bar e ristoranti, stiamo valutando diverse soluzioni. Sfrutteremo gli spazi aperti che circondando l’hotel per la ristorazione».

Dayana Monfasani, della trattoria “La Scaparina” che si trova sul confine tra i comuni di Menconico e Bobbio, aprirà un chiosco all’aperto per la vendita di panini e piatti freddi che potranno essere consumati nei prati in occasione dei pic-nic che torneranno di moda.

Molti bar e ristoranti di Varzi, Romagnese, Zavattarello, Santa Margherita di Staffora e Menconico, in attesa della riapertura di giugno, stanno puntando sulle consegne e sul servizio d’asporto.

Mattia Tanzi

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