«Il packaging che rispetta l’ambiente»

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Paola Centonze. Insieme al fratello Massimo e al padre Nicola, gestisce l’ITP di Bosnasco. L’azienda nata nel 1972, dopo quasi 50 anni di attività, oggi è leader nel suo settore, conta più di 200 dipendenti ed esporta in 42 Paesi

A Bosnasco, sul confine tra Pavese e Piacentino, dove le colline incontrano la pianura, sorge l’ITP, Industria Termoplastica Pavese, di proprietà della famiglia Centonze, specializzata nella produzione di pellicole per imballaggi industriali e alimentari.

Paola Centonze, che con il fratello Massimo e il fondatore, il padre Nicola, gestisce l’azienda, ci accompagna a conoscere questa realtà lavorativa.

Paola Centonze. Insieme al fratello Massimo e al padre Nicola, gestisce l’ITP di Bosnasco. L’azienda nata nel 1972, dopo quasi 50 anni di attività, oggi è leader nel suo settore, conta più di 200 dipendenti ed esporta in 42 Paesi

«Il packaging che rispetta l’ambiente»

ABosnasco, sul confine tra Pavese e Piacentino, dove le colline incontrano la pianura, sorge l’ITP, Industria Termoplastica Pavese, di proprietà della famiglia Centonze, specializzata nella produzione di pellicole per imballaggi industriali e alimentari.

Paola Centonze, che con il fratello Massimo e il fondatore, il padre Nicola, gestisce l’azienda, ci accompagna a conoscere questa realtà lavorativa.ù

Paola Centonze

L’azienda dalla fondazione a oggi.

«L’Industria Termoplastica Pavese, azienda familiare attiva nel mondo del packaging, nasce nel 1972 a Bosnasco, dove tuttora opera. Mio padre Nicola, milanese, proviene da un’importante esperienza alla BASF, grande industria chimica tedesca, che gli ha fornito la base di conoscenze del settore degli imballaggi flessibili. Un giorno è capitato per caso in Oltrepò, dove ha notato una vecchia fornace caduta in disuso in vendita. Chiedendo informazioni, l’allora sindaco di Bosnasco gli ha spiegato che l’area era considerata in totale declino industriale e che ai nuovi investimenti sarebbe stata riconosciuta una decontribuzione fiscale. In Italia in quegli anni c’era una grande potenzialità di sviluppo della plastica, materiale leggero, sottile ed economico, che stava rivoluzionando, semplificandola, la vita delle persone. Nel 1973, quando l’azienda iniziò la sua attività, contava 8 dipendenti. Oggi l’azienda ne ha più di 200 e si sviluppa su una superficie di 58.000 mq, di cui 22.000 coperti. All’inizio si producevano film monostrato retraibili per il settore ceramico e laterizio. Negli anni ’80 è iniziata la produzione di pellicole adesive ClearSkinpack® su cartone, film per laminazione e per mascheratura. Nel decennio successivo è nata una tecnologia di film adatto per il confezionamento e la protezione di alimenti freschi, grazie alla barriera all’ossigeno fornita dall’EVOH, che permette di mantenere i prodotti contenuti in atmosfera modificata. Negli ultimi 20 anni abbiamo avviato importanti collaborazioni con Università nazionali ed estere e con il Consiglio Nazionale delle Ricerche per lo sviluppo di nuovi film ad alta tecnologia».

Quanto è importante per voi investire nella ricerca?

«ITP è un’azienda leader nel settore grazie all’innovazione tecnologica e di prodotto. Ogni anno investe circa 6 milioni di euro in innovazione. Il laboratorio è attrezzato con strumenti all’avanguardia e una linea pilota di estrusione realizza prototipi. L’entusiasmo nella ricerca applicata e per le tecnologie all’avanguardia, richiede formazione continua e attenzione alle persone. Operare in Italia non è facile per chi guarda solo ai volumi. E la competizione è altissima. La nostra impresa è un’azienda snella, “customer oriented”, e l’80% della produzione è personalizzata sulle esigenze del cliente.

I tempi di sviluppo di un progetto sono molto rapidi.

I produttori di macchine confezionatrici apprezzano particolarmente la nostra reattività e la capacità di supporto nel rendere “macchinabile” un nuovo film per confezionamento».

Quali sono i vostri settori merceologici?

«L’ITP produce packaging flessibile, offrendo a clienti, trasformatori e utilizzatori, un imballaggio innovativo e sostenibile. I settori merceologici di destinazione sono l’“Hi-tech”, con un film adatto alla protezione di superfici da polvere e graffi, il “Food”, con film ad alta barriera all’ossigeno e ai gas, e l’“Industrial” con film termoretraibili per bibite.

È nell’ambito del food che ITP manifesta il proprio orientamento all’innovazione. Le esigenze di packaging monodose, il take away, i pack da poter richiudere una volta aperti si sposano con un’attenzione alla salute delle persone. E con un’attenzione all’ambiente: ITP produce film anche con materia prima riciclata, film compostabili, riciclabili per buste e vaschette. Tutti testati sulle più conosciute macchine confezionatrici italiane ed estere. Per quanto riguarda l’estero, l’azienda ha investito molto sui mercati statunitense e russo, dov’è presente con uffici commerciali in loco (nel New Jersey e a San Pietroburgo) ed esporta in ben 42 Paesi diversi. I brand di riferimento sono per il settore beverage Uliveto, San Benedetto, Coca Cola; per il settore food Orogel, Riso Scotti e Riso Gallo, Fileni».

E poi viene il rispetto verso l’ambiente…

«Da molti anni siamo impegnati a ridurre gli spessori dei film, e quindi il peso dei vari pack in modo che abbiano un minor impatto ambientale.

Il team di ricerca e sviluppo si concentra oggi sulla messa a punto di prodotti compostabili da fonti rinnovabili.

La sfida è mantenere intatte le caratteristiche offerte dai film tradizionali nella protezione e assoluta salubrità degli alimenti.

L’impegno verso l’ambiente è dimostrato anche dalla scelta di reimmettere gli scarti da post consumo all’interno del ciclo produttivo dei packaging secondari.

Guardando al futuro, vorremmo aumentare la capacità produttiva a 42 mila tonnellate dalle attuali 40 mila e puntare su prodotti di nicchia».

Sogni e speranze per il futuro dopo la pandemia.

«In quanto produttori di imballaggi flessibili destinati principalmente al settore alimentare, nonostante la crisi pandemica, non ci siamo mai fermati perché i nostri codici Ateco sono rientrati da subito tra le attività ritenute essenziali. Da un lato, soprattutto all’inizio dell’emergenza, abbiamo avuto moltissime richieste e siamo stati costretti a correre per riuscire a evaderle.

La gente aveva paura e c’era la corsa agli acquisti, soprattutto di beni primari. Poi il lockdown ha imposto la consumazione di tutti i pasti a casa.

L’acquisto di alimenti imballati è sempre rimasto al primo posto perché mai come adesso si è compresa l’importanza dell’igiene e della sicurezza alimentare. Dall’altro lato tuttavia bisogna tenere conto dei costi delle misure straordinarie messe in campo dalle aziende, che vedremo come e se graveranno sul bilancio. Nel futuro vediamo la rivoluzione verde del packaging. “#PackRevolution” è il nuovo brand che trasformerà il futuro del packaging con film destinati alla protezione e alla conservazione a ridottissimo impatto sull’ambiente in termini di CO2. Per l’ITP il futuro del pianeta è un arcobaleno!».

Nel 2019 avete ricevuto la visita del vescovo Mons. Viola in azienda.

«Il vescovo Mons. Vittorio Francesco Viola ci ha onorato della sua presenza il 10 maggio, durante la Visita Pastorale nel Vicariato di Stradella e Broni. Per tutti noi è stata un’esperienza forte e stimolante. Il Vescovo si è rivelato una persona molto semplice nella sua autorevolezza, molto concreta nella comprensione della realtà lavorativa e molto cordiale nei gesti e nei modi. Tutti i dipendenti hanno apprezzato l’incontro con lui che è stato occasione di riflessione interiore e di condivisione di valori».

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