Il Carosello di Marghe

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Di Carlo Zeme

«Dopo Carosello si spegne la tv». Questa frase non l’ho mai sentita dal vivo, sono nato diciassette anni dopo la fine di quel pezzo di storia della televisione ma i miei genitori me hanno raccontato in lungo e in largo che a loro ripetevano così, facendomi quasi provare la sensazione di esserci. Con la televisione ho sempre avuto un ottimo rapporto: da quando il mio cervello cataloga i ricordi tra quelli casalinghi c’è un televisore acceso sullo sfondo e non manca mai un Gerry Scotti, una Mara Venier oppure un colon- nello che declama le previsioni del tempo. Crescendo la televisione è stata compagna di stanza, motivo di discussione con i genitori e a volte anche sostituta dell’abatjour se la lampadina si era fulminata. Poi la tv è finita dentro lo smartphone e io ho dovuto inforcare gli occhiali; la tv gigante che ci hanno re- galato per il matrimonio è stata per anni un soprammobile al centro del salotto. Qualche mese fa però Margherita ha dovuto fare l’aerosol. Da subito quel motore e quella maschera degna di Top Gun hanno impaurito la piccola di casa. Presi dalla disperazione, l’intuizione di noi genitori è stata di accendere lo schermo che fino a quel momento era solo un grande specchio nero nel quale Margherita si divertiva a vedersi riflessa. Il primo episodio di George, la scimmietta con il suo amico dal cappello giallo, l’hanno rapita, il simpatico animaletto combinava pasticci e intanto lei scopriva un nuovo modo di ridere. Una volta finita la settimana di fumenti, l’appuntamento fisso con la televisione e il diva- no a distanza di sicurezza è entrato nella nostra quotidianità, insieme a questa novità è sorto anche il dubbio: come fare con una tv così ingombrante? Oggi il nostro Carosello è fatto di due episodi dopo cena; rigorosamente tutta la famiglia è seduta sul divano, Margherita in mezzo alla mamma e al papà; abbiamo scoperto la famiglia di Bluey, un cane blu australiano che racconta la sua vita, abbiamo aperto il casset- to dei ricordi con il mitico Pingu e per il gusto vintage le scorribande di Tom&Jerry restano intramontabili. Per ora la tv rimane una conoscente e come dice Marghe: «Ancoa uno e poi batta».

carlo.zeme [at] gmail.com

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