“I settimanali diocesani sono un presidio importante sul territorio”

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Il Card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, è intervenuto nell’ambito della presentazione

del rapporto “Religione, media e dibattito pubblico” che si è tenuto all’Università di Perugia

 

PERUGIA –  “L’annuncio è una forma di carità”. Lo ha affermato il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, nell’ambito della presentazione del rapporto “Religione, media e dibattito pubblico” che si è tenuto all’Università di Perugia, la settimana scorsa.

Il Cardinale si è soffermato su tre concetti fondamentali che riguardano il rapporto tra religioni e media: il messaggio, il territorio e il dibattito pubblico nel mondo contemporaneo.

Per il Cardinale, “ogni volta che comunichiamo dobbiamo rispondere ad una regola non scritta caratterizzata da due elementi: la carità e la responsabilità”.

Richiamando il messaggio di papa Francesco per la giornata delle comunicazioni sociali, a favore di un’autentica cultura dell’incontro, il cardinal Bassetti ha precisato che “uno dei modi con cui da molto tempo la Chiesa guarda e racconta la realtà è l’attenzione al territorio, attraverso una comunicazione di prossimità.

La Chiesa italiana – ha aggiunto – ha a cuore la presenza mediatica sul territorio e ha a cuore i media diocesani attraverso i quali diffonde il suo messaggio in molte case.

I settimanali diocesani ancora oggi rappresentano un presidio importante sul territorio dove la Chiesa locale vive ed opera, e dove ha la possibilità di esprimersi liberamente e di raggiungere le famiglie e le persone”.

Questa esperienza di capillarità comunicativa delle testate diocesane sottolineata dal presidente della Cei “rappresenta un’occasione unica per raccontare un territorio e per comprendere le modalità con cui la Chiesa si esprime e la complessità del rapporto tra religione e media”.

Tale esperienza di comunicazione di prossimità il cardinale Bassetti la definisce “un mandato di carità” verso le periferie esistenziali e fisiche del nostro Paese ma anche come “un modo di agire sul territorio che non consiste soltanto nel fare informazione ma anche nel fare formazione”.

A proposito della ricerca “Religione, media e dibattito pubblico”, il presidente Bassetti ci tiene a sottolineare due aspetti: il processo di stereotipizzazione della religione sui grandi media nazionali e il cosiddetto “effetto Papa Francesco”.

Sul primo punto il cardinale ha ribadito che “si tratta di un processo assente nei settimanali diocesani ma attuale nei quotidiani nazionali.

“L’esigenza del racconto al tempo stesso veloce, sintetico e spettacolare di questi grandi media – afferma – contribuisce alla costruzione del processo di stereotipizzazione della religione che non solo non aiuta a comprendere il messaggio veicolato, ma addirittura lo rinchiude dentro a dei canali narrativi che spesso sono dei veri e propri recinti comunicativi.

Spazi in cui è molto difficile cogliere il significato profondo del messaggio ed è ancor più ostico affrontare un dibattito”.

La notorietà di papa Bergoglio, invece, per il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, rappresenta un elemento di riflessione cruciale per comprendere il rapporto tra religione, media e spazio pubblico.

Diversi i pontefici che hanno vissuto al tempo dei media, da papa Giovanni XXIII a Paolo VI, da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI fino a papa Francesco.

“Tutti li hanno utilizzati e sono stati raccontati dai media seppur in modo diverso”.

Debora Ruffolo

(Parola di Vita)

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