Fred, dammi la clava

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Si è recentemente celebrata la giornata contro la violenza sulle donne: pensavo che questa iniziativa fosse maggiormente sentita dalle appartenenti alla mia generazione, o comunque dalle donne adulte, ma mi sono dovuta ricredere, complice un elaborato sull’argomento che la ragazza ha preparato come compito scolastico. L’inizio non è stato promettente: «Ci mancava solo questo: devo fare una ricerca sulla violenza di genere: uff, cercherò su Internet, ma poi come metto insieme i vari pezzi?»: con una certa riluttanza parte la caccia al tesoro di informazioni e documenti. Dopo circa un’ora di navigazione in mare aperto, arrivano i primi commenti: «Incredibile! Ma tu sapevi che nel 2019 state uccise 88 donne al giorno nel mondo? Sono cose da pazzi! Non è possibile che succedano barbarie di questo tipo! Sai quale pena darei io agli assassini e agli stupratori?». Non posso riportare qui i particolari del codice penale ideato dalla ragazza, ispirato alla legge del taglione, ma sono rimasta colpita dal suo coinvolgimento su fatti accaduti in tempi e contesti molto lontani: «Senti cos’ho trovato! Sapevi di Franca Viola che nel 1965 è stata la prima in Italia a rifiutare il “matrimonio riparatore” e a denunciare il suo sequestratore? Che faccenda orribile! Sembra una storia degli uomini delle caverne, ma chi era ’sto delinquente? Sono contenta di non essere nata in quegli anni, anche se ancora oggi c’è qualche maschilista che come Fred Flintstone urla: Wilma, dammi la clava!».

Stigmatizzata questa conclusione, riabbassa il testone per assemblare i vari testi e la cosa sembra esaurirsi. La sera successiva, complice la visione della fiction su Rita Levi Montalcini, ecco riattizzarsi il fuoco sotto la cenere: «Che donna mitica! È riuscita a raggiungere questi risultati in un’epoca in cui gli scienziati erano tutti uomini! È stata eccezionale: con intelligenza e impegno ha superato ogni ostacolo, come e più di un uomo. Ecco cosa posso aggiungere al compito: ci può essere un’altra forma di violenza di genere, meno evidente di quel-la fisica, ma altrettanto pericolosa: la Montalcini ha detto che nel XX secolo le donne o lavoravano o si sposavano e che nel XXI secolo, se svolgono professioni impegnative o raggiungono incarichi di grande responsabilità, devono ancora scegliere tra lavoro e famiglia o addirittura tra il lavoro e una relazione d’amore stabile. Non ti sembra un maltrattamento anche questo?». Devo ammettere che la ragazza ha ragione e ha colto nel segno: sarà la sua generazione la prima a vedere infranto il soffitto di cristallo e ad annullare le distinzioni e discriminazioni di genere in ambito lavorativo? Se il piglio combattivo crescerà di pari passo all’età, arriveremo a «Fred, dammi la clava»?

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