CORONAVIRUS – Aggiornamento del 29 marzo

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Riportiamo qui di seguito i dati di oggi relativi all’emergenza in corso (dati della Protezione Civile, aggiornati alle 17).

  • Provincia di Pavia: 1.974 contagiati (+97)
  • Provincia di Alessandria: 1.266 (+69)*.

Il totale dei contagiati dall’inizio dell’epidemia è pari a 41.007 (+1.592) in Lombardia. Attualmente, esclusi i guariti e i deceduti, sono 25.392 (ieri erano 24.509).

In Piemonte gli infettati sono stati finora 8.461.*

Oggi i deceduti in Lombardia sono 542. Il totale raggiunge quota 6.360.

Sono 72 i decessi di persone positive al test del Coronavirus comunicati questa sera dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 14 nell’Alessandrino. Il totale è ora di 734 deceduti risultati positivi al virus, di cui 155 ad Alessandria.

L’Unità di Crisi comunica anche che il numero complessivo di pazienti virologicamente guariti è salito a 75 (5 nell’Alessandrino), ben 21 in più rispetto a ieri.

*dati forniti da Regione Piemonte

I dati a livello nazionale

  • Attualmente positivi:   73.880 (+3815)
  • Guariti:    13.030 (+646)
  • Deceduti:    10.779 (+756)
  • Totale positivi:   97.689 (+5217)

Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 25.392 in Lombardia, 10.535 in Emilia-Romagna, 7.251 in Veneto, 7.268 in Piemonte, 3.160 nelle Marche, 3.786 in Toscana, 2.279 in Liguria, 2.362 nel Lazio, 1.556 in Campania, 1.293 nella Provincia autonoma di Trento, 1.432 in Puglia, 1.141 in Friuli Venezia Giulia, 1.034 nella Provincia autonoma di Bolzano, 1.330 in Sicilia, 1.169 in Abruzzo, 897 in Umbria, 539 in Valle d’Aosta, 582 in Sardegna, 577 in Calabria, 197 in Basilicata e 100 in Molise. ccusata nei giorni scorsi.

Gallera: 1600 posti in terapia intensiva

“Oggi abbiamo superato ampiamente i 1.600 posti letto in terapia intensiva, partendo da 724. Qualcosa che non credo abbia eguali in nessun sistema sanitario”. Lo ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, nella consueta diretta Facebook sulla pagina di LombardiaNotizieOnline per fare il sull’emergenza coronavirus.
L’assessore ha quindi ricordati che si rafforza ulteriormente il nostro servizio sanitario lombardo, “grazie alla solidarietà internazionale”.
“Ieri – ha ricordato – sono arrivati 15 medici e infermieri polacchi e oggi sono arrivati 10 medici e 20 infermieri dall’Albania. Questi sono segnali importanti per noi, che abbiamo bisogno di rafforzare i presidi nelle aree più esposte. Ormai quasi tutti i nostri ospedali si sono riadattati per assistere le persone affette dal coronavirus. Oggi l’area di Brescia e’ un altro dei fronti caldi che abbiamo. Il grandissimo sforzo di tutto questo sistema ci ha consentito di reggere. Ospedali come quello di Varese o il San Gerardo di Monza hanno gli stessi pazienti delle aree calde perchè grazie ai trasferimenti riusciamo a far reggere ancora anche i presidi più esposti”.

Tamponi per i medici di base in Piemonte

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha deciso che oltre al personale sanitario, per il quale sono già in corso i test virologici, anche i medici di famiglia convenzionati e gli operatori del 118 saranno sottoposti al tampone per verificare il loro stato di salute secondo un modello condiviso con le rappresentanze istituzionali e sindacali dei medici e degli infermieri. 
“Sostenere chi da più di un mese si sta prendendo cura senza sosta degli altri è più che mai fondamentale”, sottolineano il presidente Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Icardi.

Il testo del nuovo DPCM

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo Decreto annunciato ieri sera dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che riguarda i nuovi fondi concessi ai comuni italiani.

Per leggerlo, clicca qui.

L’exit strategy sarà graduale

(ANSA) – Le attuali misure di rigore ed isolamento “saranno necessarie ancora per settimane, ma quando si avrà la riapertura del Paese sarebbe opportuno effettuarla gradualmente per quanto riguarda le aziende, sulla base dell’utilità sociale delle produzioni”. Lo afferma all’ANSA il virologo Fabrizio Pregliasco. “Opportuno sarebbe anche prevedere una tempistica differenziata per il ritorno alla vita sociale e l’uscita da casa, con le fasce anziane e fragili che andrebbero protette in modo particolare”.
Quella che ci attende dopo la ripartenza del Paese e la riapertura delle attività sarà necessariamente una vita da “sorvegliati speciali”. A spiegarne la ragione è il virologo Fabrizio Pregliasco, dell’Università di Milano, sottolineando come la nuova parola d’ordine per il prossimo futuro dovrà essere ‘gradualità’. “Non possiamo pensare – afferma Pregliasco all’ANSA – che la ripresa e la riapertura di attività e vita sociale avvenga da un giorno all’altro e come se nulla fosse cambiato. La ripresa dovrà infatti avvenire con una exit-strategy graduale e credo che dovremo comunque mantenere alcune limitazioni”.
Ad esempio, rileva, “penso che si dovranno mantenere delle limitazioni ancora a lungo per gli eventi che determinano grandi assembramenti”. Ed ancora: riaperte scuole ed aziende, “dovremo comunque continuare ad adottare misure di precauzione quali la distanza di sicurezza”. La ripartenza inoltre, secondo l’esperto, “dovrebbe tenere conto anche di una gradualità sulla base delle fasce di età, con maggiori precauzioni per gli anziani ed i soggetti più fragili”.
Ma, soprattutto, la vita che dovremo immaginare sarà appunto una vita da “sorvegliati speciali”: “‘Riapriremo’ il Paese, ma dovremo essere sempre in allerta per individuare immediatamente qualunque nuovo eventuale caso di coronavirus SarsCov2, per procedere immediatamente ad un intervento massiccio con l’isolamento del singolo caso e l’effettuazione di tamponi a tappeto su tutti i contatti. Diventerà cioè essenziale individuare subito un eventuale singolo focolaio per spegnerlo immediatamente ed evitare un nuovo propagarsi dell’epidemia”. Questo perchè il rischio di un’epidemia di ritorno “è presente poichè una grossa quota della popolazione, non contagiata, resta suscettibile al virus e potrebbe essere colpita in una seconda ondata”. Da qui la necessità di vivere sempre “con la guardia alzata” e “sotto sorveglianza”.
Invita alla massima cautela in vista del ‘dopo’ anche Pierluigi Lopalco, docente di Igiene e all’Università di Siena e responsabile epidemiologia nella task force per il coronavirus della Regione Puglia. Alla ripartenza “bisognerà adottare misure di prudenza per prevenire il rischio di una epidemia di ritorno, anche considerando il ruolo dei soggetti positivi ma asintomatici”, avverte. Da studi cinesi sembrerebbe che la dispersione del virus da parte dei positivi asintomatici, spiega, “si verificherebbe per 4-5 giorni, dunque per un tempo limitato. Le misure di isolamento, pertanto, sono efficaci anche per disinnescare il rischio di trasmissione da asintomatici”. È presumibile che, anche dopo la ripartenza, di “nuovi focolai potranno essercene. Per questo – conclude – bisogna pensare ad un sistema di sorveglianza molto forte”.

Controllati in 3 milioni

Per il contenimento della diffusione del Covid-19, proseguono le verifiche delle Forze di polizia su tutto il territorio, applicando il nuovo regime sanzionatorio.

Nella giornata di ieri, 28 marzo, sono state controllate 203.011 persone e 84.941 esercizi commerciali e attività. Dall’11 al 28 marzo 2020 sono state controllate complessivamente 3.069.879 persone e 1.419.869 esercizi commerciali.

Le persone sanzionate in via amministrativa per i divieti sugli spostamenti sono state ieri 4.942; le persone denunciate per false attestazioni nell’autodichiarazione sono 142 e quelle denunciate per violazione della quarantena 49.

Gli esercizi commerciali sanzionati sono stati 151; 22 i provvedimenti di chiusura delle attività.

30 medici dall’Albania

Ha suscitato consensi condivisi, nella mattinata di oggi, un filmato nel quale il Primo Ministro dell’Albania, Edi Rama, lanciava un messaggio di fratellanza fra il suo popolo e quello italiano. L’occasione è stato l’invio di un pool di medici e infermieri in supporto al Sistema Sanitario italiano.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha twittato un “Grazie”, rilanciando il video del premier albanese. Conte ha postato anche l’immagine della bandiera albanese.
(GUARDA IL VIDEO: CLICCA QUI)
Anche da Matteo Salvini arrivano parole di elogio: “Ho telefonato al premier Edi Rama per ringraziarlo di questo splendido gesto di affetto per l’Italia. Grazie al popolo albanese e al suo governo: inviando medici e infermieri hanno dimostrato una sensibilità e una generosità che non dimenticheremo”.

Riportiamo di seguito uno spezzone dell’intevista rilasciata dal Presidente della Repubblica d’Albania, Ilir Meta, all’agenzia AdnKronos.

(AdnKronos) – La pandemia provocata dal coronavirus Sars-Cov-2 “è un pericolo comune, che minaccia i nostri Paesi e i nostri cittadini”. Lo sottolinea il presidente della Repubblica d’Albania Ilir Meta, in un’intervista all’Adnkronos, dopo che il suo Paese ha inviato trenta medici in Italia, per aiutare a gestire le conseguenze del contagio. “Purtroppo l’Italia – continua Meta – paga un prezzo molto alto”.
Quindi, per l’Albania “essere oggi in aiuto al popolo italiano non è solo un gesto di aiuto e solidarietà, ma anche una opportunità di scambio di esperienza per i nostri giovani medici e personale ospedaliere, in aiuto alle aree più colpite”.
“La storia di aiuto tra le nostre popolazioni prosegue Meta – risale a secoli fa, quando gli albanesi divenero la diga che fermò l’occupazione ottomana, prima dell’Italia e poi dell’Europa. Quel periodo durò molti anni e molti secoli, da una parte e dall’altra”.
Ne sono “testimonianza oggi – ricorda ancora il presidente – le comunità Arberesh dell’Italia che vivono in Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Molise,Lazio ed Abruzzo”. E anche, continua Ilir Meta, “le migliaia di albanesi del dopo 1990 in Italia, una parte cittadini italiani oggi, e residenti esattamente nelle aree più colpite” dalla pandemia.
“Come dimenticare – aggiunge il presidente Meta – l’Italia e il suo aiuto in tutte le crisi albanesi dal 1991 al 1997, alla guerra del Kosovo del 1999 e all’ultimo terremoto del 2019?”.
“Siamo due Paesi vicini e due popoli vicini. Io dico che tutto può cambiare, ma la geografia no”, sottolinea il presidente. Per Meta, i nostri Paesi sono sulla stessa barca: “Un successo per l’Italia contro il coronavirus sarebbe anche un grande vantaggio per l’Albania nella sua guerra” contro la malattia, sottolinea. Il presidente della Repubblica albanese, infine, esprime le sue “condoglianze a tutti i familiari delle vittime di Covid-19 e alle autorità italiane”.

Notizie dai nostri territori: Tortonese

Il sindaco Chiodi ha fornito un aggiornamento circa la situazione dell’ospedale di Tortona. “Attualmente risultano ricoverate 100 persone, di cui 44 tortonesi”. Il primo cittadino ha aggiunto: “Dall’inizio della crisi a adesso sono risultati positivi 209 tortonesi”.
In alcune farmacie cittadine sarebbero già finite le mascherine. Chiodi risponde così: “Arriveranno presto le nuove mascherine a disposizione dei tortonesi e distribuite dalle farmacie. In particolare un lotto da 20 mila donato dalla Fondazione Cassa Risparmio di Tortona e 18mila donate dal Comune di Tortona”.
Sono continuati oggi i controlli delle forze dell’ordine. “Purtroppo ci sono state ancora molte segnalazioni (anche se meno dei giorni scorsi), anche degli arresti”, precisa il sindaco. “Di conseguenza continuo a ribadire la necessità di attenersi alle norme”.

Notizie dai nostri territori: Novese

Ecco l’aggiornamento del sindaco Cabella: “Anche oggi, domenica, voglio assicurare il solito aggiornamento circa l’evolversi dell’epidemia “coronavirus” sul territorio del nostro Comune e all’interno dell’Ospedale cittadino: un’attività per me penosa e quindi faticosa, che mi auguro veramente finisca al più presto.
Parto subito con il numero dei contagiati, che, mentre in provincia è nuovamente cresciuto di una quarantina di soggetti, arrivando in totale a 1266, per fortuna a Novi è rimasto inalterato rispetto a ieri: 34, e finisco con i “quarantenati”, i quali, alla data odierna sono in numero di 87, compresi quei soggetti a cui la data di scadenza della quarantena è stata prorogata”.

Nell’ambito dei controlli effettuati dalle Forze dell’Ordine, a Serravalle Scrivia è stato fermato un cittadino novese di 24 anni il quale, oltre a trovarsi per strada senza un valido motivo, era alla guida di un’autovettura pur non possedendo la patente di guida, mai ottenuta.
Il cittadino di Novi Ligure, peraltro, stava trasportando altre persone e sarebbe recidivo: la denuncia di ieri seguirebbe infatti altre due con la stessa motivazione.
Il fermo è stato effettuato dalla Polizia Locale, che ha anche ravvisato come il mezzo di trasporto non fosse revisionato.

Notizie dai nostri territori: Oltrepò

Dopo il nuovo DPCM annunciato ieri dal Presidente del Consiglio, il Comune di Casteggio è stato fra i primissimi ad attivarsi per ottimizzare la distribuzione delle risorse in arrivo. Scrive il sindaco Lorenzo Vigo: “A seguito della firma del nuovo DPCM, che pone in capo ai comuni la gestione dei fondi per nuclei famigliari in difficoltà, il Comune di Casteggio si è attivato per ottimizzare gli interventi. La gestione verrà coordinata insieme a Caritas e Croce Rossa, enti che già collaborano con il Comune negli interventi sociali per la popolazione. Alle molte persone che mi chiedono come poter partecipare anticipo che verrà attivata la possibilità di donare buoni spesa dedicati all’emergenza. Per chi dovesse già avere necessità è comunque attivo da inizio emergenza un fondo dedicato del Comune di Casteggio. Ogni iniziativa verrà comunicata anche agli esercizi commerciali del territorio coinvolti nella vendita di alimenti e farmaci”.
“Il coordinamento e la precisione di intervento sono fondamentali in questa fase”, aggiunge il sindaco, “così da poter agire efficacemente verso tutte le persone che ne hanno necessità. Chiedo a tutti i cittadini di attenersi il più possibile alle indicazioni che verranno comunicate”.

La parlamentare Elena Lucchini rinuncia al suo stipendio per donarlo all’Ospedale di Voghera. Lo annuncia la stessa segretaria cittadina del carroccio con un post su Facebook: “Cari Amici, da settimane sto seguendo da vicino la situazione drammatica in cui versano i nostri ospedali con medici ed infermieri che continuano ad ammalarsi a causa della carenza di dispositivi medici.
In questo momento di difficoltà ho ritenuto fosse importante dare loro, non solo un segnale di vicinanza, ma anche un supporto concreto donando tutto il mio stipendio da parlamentare all’Ospedale di Voghera che ancor più di altri vive questa emergenza.
Un piccolo gesto per ringraziare i nostri eroi che si sacrificano ogni giorno per salvare vite umane”.
Il collega Cristian Romaniello del Movimento 5 Stelle ha commentato: “È il momento in cui ogni sforzo è benemerito, in cui ogni impegno è una goccia che porterà la nostra comunità a superare un momento difficilissimo, forse il più difficile della nostra vita. Per questo, voglio elogiare il bel gesto di Elena.
Elena, ammiro ciò che hai fatto. Bravissima!”
I membri del gruppo parlamentare cui Romaniello aderisce rinunciano ogni mese ad una quota del loro stipendio. Dal fondo che se ne origina sono stati versati 3 milioni di euro alla Protezione Civile per l’emergenza COVID-19.

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