Beata Nemesia Valle

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Il 18 dicembre la Chiesa ricorda la beata Nemesia Valle, venerata nella nostra Diocesi e in particolare a Tortona dove era nota come “l’angelo della città”.

Nata ad Aosta il 26 giugno 1847 da Anselmo e Maria Cristina Dalbar e nello stesso giorno battezzata nell’antica collegiata di sant’Orso con il nome di Giulia, visse serena fino a quattro anni, quando la mamma morì. Lei e il fratello Vincenzo furono affidati alla cura dei parenti paterni e poi lei a undici anni fu mandata in Francia, a Besançon, per completare gli studi, in un pensionato gestito dalle Suore della Carità, figlie di santa Giovanna Antida Thouret. Imparò la lingua francese e divenne abile nei lavori femminili, maturando una delicata bontà che la rende amabile e attenta agli altri. Dopo cinque anni, tornò a casa e trovò una situazione familiare molto cambiata. Iniziò a frequentare le Suore della Carità che proprio in quel periodo si erano stabilite a Pont Saint Martin e decise di essere una di loro. L’8 settembre 1866, a 19 anni, suo padre l’accompagnò a Vercelli, nel Monastero Santa Margherita, sede del noviziato.

Il 29 settembre 1867 indossò l’abito religioso e prese il nome di suor Nemesia. Due mesi do-po, conseguito il diploma di maestra, fu destinata all’istituto “San Vincenzo” di Tortona che comprendeva un collegio, una scuola e un orfanotrofio.

Vi restò più di 35 anni. Il 15 ottobre 1873 fece la professione solenne. E oltre ai voti di povertà, castità, obbedienza, fece anche quello peculiare della congregazione: assistere materialmente e spiritualmente i poveri, che lei realizzò pienamente per il resto della vita. Si dedicò all’insegnamento del francese ma la sua bontà e la sua disponibilità colpì tutti. Lei era presente ovunque ci fosse un lavoro umile da svolgere, una sofferenza da alleviare, dove fatica, dolore, povertà rendevano la vita difficile. Suore, orfane, alunne, famiglie, bisognosi, chierici del Seminario e giovani militari delle numerose caserme di Tortona ricorrevano a lei. Nel 1886, alla morte della superiora di cui era il braccio destro, ne prese il posto che mantenne fino alla mattina del 10 maggio 1903, partì da sola alle 4 del mattino, da Tortona alla volta di Borgaro, piccolo paese nelle vicinanze di Torino, chiamata alla guida della nuova provincia delle Suore della Carità, alla quale dedicò tutte le sue cure, fino alla morte, avvenuta il 18 dicembre 1916. Il 25 aprile 2004 fu beatificata da Papa Giovanni Paolo II che la definì «esempio di una santità luminosa».

Daniela Catalano

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