Sant’Alberto Degli Abati

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L’ultimo santo di cui raccontiamo la vita, prima della pausa estiva, è sant’Alberto Degli A- bati, conosciuto anche come Alberto da Trapani, protettore dell’Ordine Carmelitano che la Chiesa ricorda il 7 agosto.

Discendente della nobile famiglia fiorentina Degli Abati, nacque intorno al 1240 a Trapani come attesta una Vita del Santo, composta nella seconda metà del XIV secolo, è giunta in molte copie o rifacimenti del sec. XV. Da essa si apprende anche che arrivò dopo 26 anni di matrimonio e i genitori Benedetto e Giovanna Palizi, promisero di consacrarlo al Signore. A otto anni entrò nell’Ordine dei Carmelitani, da poco costituito, rinunciando alle ricchezze e a tutti i legami mondani e dedicò la sua vita alla contemplazione e alla preghiera. Quando entrò in convento la campagna circostante e la chiesa dell’Annunziata furono donate dai suoi zii paterni all’Ordine, con atto notarile del 24 agosto 1250. Ottenuta l’ordinazione sacerdotale si distinse per le sue virtù, la preghiera, i miracoli e la sua predicazione. Nel 1280 fu provinciale dell’Ordine a Trapani e, dal 1287, a Messina, dove liberò la città, assediata dal Duca di Calabria, dalla fame perché grazie a lui alcune navi cariche di vettovaglie passarono miracolosamente attraverso gli assedianti. Fu spesso indicato come esempio di vero carmelitano, dedito all’austerità, alle opere apostoliche e alla conversione di molti ebrei. Nel 1296 fu nominato superiore provinciale dell’Ordine per tutta la Sicilia. Morì a Messina il 7 agosto 1307. Nel 1457 Papa Callisto III ne permise il culto, confermato nel 1476. Fu il primo santo del Carmelo ad essere venerato e fu insignito del titolo di patrono e protettore dell’Ordine Carmelitano. Ebbe anche il titolo di «padre», come un altro santo carmelitano del suo tempo, sant’Angelo di Sicilia.

Nel convento di Palermo già nel 1346 apparve una cappella a lui dedicata; in vari capitoli generali, a cominciare da quello del 1375, si pensò di ottenerne la canonizzazione papale. Nel 1457 Callisto III ne permise il culto, confermato in seguito da Sisto IV con bolla del 31 maggio 1476. A Messina nel 1623 gli fu dedicata una porta della città e dal 1624, il 7 agosto si celebra la sua festa perché in quell’anno finì la peste. Alberto è patrono oltre che di Trapani, di Erice, di Palermo, di Messina, di Cremolino (Alessandria) e di Revere (Mantova). Le sue reliquie sono sparse in tutta Europa e ancora oggi si benedice l’acqua di sant’Alberto molto usata in passato, contro le febbri.

Il santo è invocato contro i terremoti e le ossessioni.

Daniela Catalano

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