Alla Messa del nuovo Papa

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Di Arianna Ferrari e Andrea Rovati

LEI

Non so se il randagismo fosse già nel mio DNA o se per qualche strano e ignoto motivo si sia inserito nel mio genoma per sintonia con la specie felina. Il preambolo è di certo tra il serio e il faceto, però la verità è che quando si deve partire per qualche luogo ci affidiamo molto al caso, al meteo, alla disperazione dell’ultimo minuto o, come cantavano i Pooh, al “Ci penserò domani”. Per noi il domani coincide quasi sempre con il giorno della partenza. Valigie fatte all’alba e dove o quando si arriva non è un grande problema. Abbiamo qualche giorno di ferie e lunedì fissiamo un appuntamento a Roma per incontrare una persona molto cara al nostro cuore. Inizialmente pensiamo di partire domenica per essere puntuali al rendez-vous del giorno dopo. Prenotiamo in zona ma poi ci viene in mente della prima S. Messa di Leone XIV. Possiamo mancare?! La risposta è no. Per cui via: viaggio diretto verso Roma il sabato con “l’insetto scoppiettante” (Wacky Races) che sarebbe la mia vetusta Fiesta che onora con dignità il suo compito. Guido io perché comunque io e lei siamo in confidenza. Migliaia di pellegrini ma la città è stata ampiamente all’altezza. Miracolosamente e inaspettatamente riusciamo a essere proprio in piazza San Pietro. Cielo terso, folla trepidante e poi lui: il Papa. Il dono del successore di Pietro. Emozionante. Felici di essere qui perché “ogni lasciata è persa” e, poiché nessuno conosce il futuro, nel presente abbiamo sentito di non poter mancare.

arifer.77 [at] libero.it

LUI

Tre mesi fa eravamo a Roma in pellegrinaggio con la Diocesi, un momento strano in cui la gioia del Giubileo conviveva con la tristezza: Papa Francesco era appena stato ricoverato e non ci voleva molto a capire cosa sarebbe capitato. Ci si era messo pure il clima: cielo grigio e pioggia intermittente amplificavano quello stato d’animo. Neanche a farlo apposta abbiamo qualche giorno di ferie proprio questa settimana e un appuntamento è già fissato a Roma: non ci lasciamo scappare l’occasione e ci mettiamo in viaggio per partecipare alla Messa di inizio del Pontificato di Leone XIV. Le nuvole non ci sono più e la primavera romana ci accoglie con il suo calore e i suoi colori nitidi. Sveglia antelucana e zaino in spalla, oggi cammineremo parecchio. C’è moltissima gente ma l’organizzazione è impeccabile, ci accodiamo a un gruppo brasiliano e arriviamo in piazza San Pietro. Attorno a noi fedeli da ogni parte del mondo: polacchi, congolesi… e lodigiani (che conosciamo e che incontriamo per caso!), tutti con il cellulare (fotografo ergo sum, pure qui sembra impossibile sfuggire a questa logica). Però non siamo allo stadio e il clima non è quello della festa sguaiata bensì di una gioia composta; il raccoglimento comunque è difficile e ricordiamo subito con nostalgia la profondità spirituale dei momenti forti passati qui col nostro Vescovo lo scorso febbraio. Il sole comincia a scottare, la ricchissima liturgia sta per finire, s’intona il Regina Coeli. Ora possiamo tornare a casa. In realtà siamo già a casa.

andrea.rovati.broni [at] gmail.com

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