Un figlio è un diritto?

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di Maria Pia e Gianni Mussini

Come promesso, torniamo al tema della GPA (gestazione per altri), ovvero dell’“utero in affitto”, sollevato da una scienziata di valore come Eleonora Porcu, contraria a tale pratica.

È d’accordo con lei una femminista storica come Marina Terragni, che rende l’idea in modo plastico: “La belly-mommy [mamma di pancia], come la chiamano i committenti, per il neonato è mommy e basta”. Egli “ne riconosce odore, temperatura, ritmo del cuore, voce”, tanto che se lo appoggi alla pancia della madre, lui “si arrampicherà come un freeclimber fino alle mammelle: partorire per credere”. Ma c’è di più: “cellule del bambino sopravviveranno nel corpo della gestante per molti anni”.

Ha senso interrompere questa relazione così unica per assecondare il desiderio di una coppia sterile?

E soprattutto esiste il diritto ad avere un figlio?

A noi pare che l’unico diritto sia quello del bambino ad avere un padre e una madre. E se – per le vicende della vita e della natura – queste figure mancano, ecco allora l’adozione: il cui spirito, accolto dalla legislazione italiana, consiste nel “dare dei genitori a un bambino”, non il contrario!

Le regole per l’adozione sono infatti rigorosissime. Al CAV (Centro Aiuto Vita) ci è capitato una volta di seguire una coppia sterile che desiderava adottare. Dopo lunga trafila il Tribunale dei Minori la dichiarò non idonea perché, dalle verifiche di psicologi e assistenti sociali, risultò negli aspiranti genitori un atteggiamento “proprietario” e non “oblativo” nei confronti del figlio potenziale. A maggior ragione, ci pare, il discorso vale per la GPA.

Della cosa si è occupato Papa Francesco con il suo linguaggio così evangelicamente schietto: «La pratica dell’utero in affitto – aveva detto l’anno scorso – è inumana e… minaccia la dignità dell’uomo e della donna», aggiungendo che «le donne, quasi sempre povere, sono sfruttate, e i bambini sono trattati come merce». Ma il Santo Padre è intervenuto sul tema anche il 28 aprile di quest’anno, in un discorso che raccomandiamo di leggere per intero sul sito www.vatican.va/. Se è lecito – dice Francesco – aiutare una coppia a generare anche ricorrendo alle più raffinate conoscenze scientifiche e tecnologiche, non lo è invece mai «ricorrere alla pratica dell’utero in affitto» (e neppure, aggiunge, «creare embrioni in provetta e poi sopprimerli» o «commerciare con i gameti»).

Come a dire: giù le mani dalla gravidanza e dal mistero così chiaro della vita!

Rimane però il problema dei bambini già adottati all’estero con la GPA e registrati illegalmente in Italia da sindaci compiacenti, costretti ora a fare marcia indietro da una sentenza della Corte di Cassazione. Tema complesso e spazio esaurito: riprenderemo il discorso alla prossima puntata, parlando anche di politica e dei nostri nonni socialisti…

cantiamolavita@katamail.com

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