Un diario di vita nei tempi di guerra

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Guido Trespioli ha curato e pubblicato gli scritti del padre Dante dalla campagna di Russia, presentati venerdì scorso a Pozzolo Formigaro

Avanti è la vita. La campagna di Russia nel diario di Dante Trespioli è un libro da leggere tutto d’un fiato.

Storia di un pozzolese che ci interroga e ci commuove. L’incedere di giorni, dalle situazioni più semplici a quelle complesse di una guerra assurda, emoziona e restituisce umanità a una pagina di storia che di umano non ha avuto quasi nulla.

Il figlio Guido Trespioli ha ritrovato vent’anni dopo il diario che il padre scrisse tra il luglio del 1942 e l’aprile del 1943. Con suo padre, reduce dalla più inumana campagna militare della storia italiana del XX secolo, l’ha rivisto e corretto e oggi, a distanza di ottant’anni, lo restituisce alla comunità. Un gesto di amore per il papà ma anche per tutti coloro che vogliono approfondire e comprendere ciò che accadde allora attraverso gli occhi, i volti descritti nel diario ordinario di un sottoufficiale italiano.

Dante Trespioli non voleva andarci in guerra… e contava di non andarci. Assunto nel ’39 nelle Ferrovie dello Stato come alunno di stazione telegrafista, era stato esentato dall’andare al fronte perché il servizio dei ferrovieri era essenziale per la logistica bellica. Tuttavia, alla fine di maggio del ’40 il traffico ferroviario iniziò ad aumentare sempre di più a causa dei treni militari, carichi di materiali e soldati, diretti verso il confine con la Francia e Dante aveva capito che di lì a poco sarebbe stata annunciata l’entrata in guerra.

La guerra per Dante inizia con una disposizione governativa che stabiliva che i militari di arma speciale (e lui era fra quelli) potevano essere richiamati anche se in ferrovia: in conseguenza di ciò fu richiamato a fine gennaio del ’41 e spedito alla Scuola Trasmissioni dell’8° Rgt. Genio in via Nomentana a Roma. Il 6 giugno 1942 venne mobilitato per la Russia.

La casa editrice novese Epoke ha pubblicato un saggio che sarebbe da leggere e studiare nelle scuole e nelle università. Le due presentazioni a Novi Ligure alcuni mesi fa e a Pozzolo Formigaro venerdì scorso, grazie all’associazione “La Frascheta”, hanno trasmesso l’intensità di vita e di dignità che solo chi è passato da quella prova ha potuto raccontare.

“Avanti è la vita” era il motto del Rgt Genio di cui Dante Trespioli faceva parte. I soldati, ricorda Guido nel riportare il pensiero del padre “se ne appropriarono e lo scrissero a caratteri evidenti sul fianco del loro carro merci ‘arredato’. Volevano così manifestare il loro stato d’animo mentre erano sulla tradotta che li riportava in patria”. Andavano avanti, dopo l’orrore, verso gli affetti, la famiglia, la comunità per costruire un futuro di pace, lasciando alle spalle le sofferenze e gli orrori della guerra ma anche i tanti caduti, uomini che solo la pietà di Dio ha accolto, dispersi lungo la steppa e i fiumi russi.

Nel diario ciò che colpisce è la vita ordinaria: paura, sofferenza, ma anche solidarietà e speranza, la lettera da casa, la matita e la carta per rispondere, la gioia di un caffè e una minestra calda. Corredato da foto originali, il diario di Dante Trespioli testimonia i durissimi mesi della tragica spedizione in Russia dal punto di vista di un sottufficiale del Genio.

Per conservare l’originalità del diario, il lavoro di correzione bozze sul manoscritto ha riguardato solamente gli evidenti errori ortografici e grammaticali, la punteggiatura e in rari casi la sintassi (quando impediva una corretta lettura del testo). Il lettore si imbatterà quindi in termini desueti, forme verbali errate, sigle e parole (soprattutto quelle in russo) non uniformi e altre imprecisioni che gli consentiranno un’esperienza più vicina possibile alla lettura del documento originale.

Non dimenticare e rileggere la storia per trasmettere alle nuove generazioni ciò che è stato. Pregare e ricordare chi ha sacrificato la propria vita per la nostra libertà. Costruire un mondo di pace, che ancora oggi è minato dalle tante guerre. Per questo va ringraziato Guido Trespioli: per il suo lavoro di recupero che è segno di amore e di infinito.

Luca Rolandi

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