“Un bastone di cristallo…”

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di Patrizia Ferrando

Il bastone da passeggio? Ammetto che non avevo pensato ad approfondirne uso e tradizione e ringrazio il gentile e attento lettore che mi ha suggerito di dedicare spazio all’accessorio per antonomasia di raffinati in vecchio frac ed elegantoni cultori dell’unicità, come di tanti signori d’altri tempi. Difficile dire se conoscerà nuova fama, dopo essere rimasto confinato tra i dettagli maschili caduti in disuso. Ma, tra le passioni di giovani amanti del baffo hipster o dei gemelli di bachelite, c’è talvolta il bastone da passeggio. Nelle rassegne antiquarie e nelle più nutrite raccolte si vedono bastoni dal XVI ai primi del XX secolo con le loro forme, i loro stili, i materiali di fabbricazione. Il materiale è uno dei capitoli fondamentali del galateo del bastone: i più rustici sono per le passeggiate in campagna, il pomo d’argento è un classico formale, quello di cristallo è da sera; i colori devono armonizzarsi con l’abbigliamento e il volgere delle stagioni. L’altro aspetto rilevante, riguarda la gestualità. Lo s’impugna con delicatezza e decisione, non lo si brandisce in modi che potrebbero infastidire, non si gesticola.

I divieti scattano per l’abbandono selvaggio su piani d’appoggio e sedili, e sul disegnare con la punta tracciando scritte o disegni sulla sabbia. Il bastone ha rivestito numerosi significati simbolici, segno di comando o taumaturgico e usi concreti: strumento per farsi largo, sostenersi, richiamare un animale (bastone e pastore è un binomio indissolubile). Poteva diventare arma senza troppe cautele: non aveva la pericolosità della spada e spesso esauriva questa funzione come deterrente. La sua versione da passeggio ne segna il crepuscolo. Anche quando si era ormai imborghesito, tuttavia, poteva nascondere una lama: si parlava allora di bastoni animati, con celati, al loro interno, pugnali e spadini.

Divenuto imbelle, oggi è spesso dono singolare o presenza capricciosa nei portaombrelli vicino alla porta di casa. Eppure, a testimoniare la sua identità bellicosa e virile restano le antiche arti marziali in alcuni casi ancora radicate in qualche territorio o timidamente praticate, per esempio il bastone siciliano, quello napoletano, quello genovese. Certo, qui siamo al confine con la scherma ma, tornando al bastone da passeggio, i suoi appassionati non si fermano a comprarli e utilizzarli come vezzo o ausilio sui sentieri, ma se li fanno fare, ovviamente su misura. Perché il bastone deve essere proporzionato a chi lo usa. Lasciando il braccio disteso, la distanza da terra al polso corrisponde alla lunghezza adatta, eventualmente con un paio di centimetri in eccesso.

patrizia.marta.ferrando@gmail.com

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