Non si è mai magre (parte II)

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di Silvia Malaspina

Quel volpone di Mauro Coruzzi, alias Platinette, che ha fatto della propria corporatura “importante” un elemento di forza, sostiene che «la lettura delle diete è uno dei passatempi preferiti dagli obesi». Prescindendo dalla necessità di consultare sempre uno specialista in caso di diete prolungate, per i piccoli interventi, come quelli detox post abbuffate natalizie, abbiamo a disposizione una miniera di informazioni, spesso presentate con titoli accattivanti: “In forma in una settimana”, “Inizia l’anno con una taglia in meno”, “Splendida nel 2021”…

Siamo tutte consapevoli che il variegato canto delle sirene promettente risultati strabilianti con un minimo sforzo è del tutto irrealistico ma, tra i tanti diktat ai quali l’essere donne ci espone, rientra anche l’aspirazione al top della forma fisica.

Se il buongiorno si vede dal mattino, il saluto proposto dal regime detox al sole che sorge non è dei migliori: il primo step per risvegliare il metabolismo e depurarsi dalle tossine pare infatti consistere nel bere a digiuno, appena svegli, un bicchiere di acqua tiepida con il succo di mezzo limone.

Per me, che mi trascino dal letto alla macchinetta del caffè in uno stato semi vegetativo e solo dopo aver ingurgitato la prima dose di caffeina riesco ad aprire entrambi gli occhi, a ricordare chi sono e dove mi trovo, sottopormi a questo rituale è stata una tortura. Ho stoicamente resistito per tre mattine, ma l’unico risultato ottenuto è stato rivivere i fasti delle nausee del primo trimestre di gravidanza, nonché il ricorso a un potente antiacido per il mio stomaco in fiamme.

La colazione consigliata avrebbe previsto un caffè d’orzo (orrore!) e due fette biscottate integrali con un velo di marmellata senza zucchero: ho rapidamente deliberato che, dato il momento che stiamo vivendo, triste e difficoltoso, non fosse il caso di iniziare la giornata arrabbiata e con i morsi della fame, pertanto ho scaricato i sensi di colpa su una brioche vegana, senza però abbandonare la consueta cicaronata di caffè.

Altro pezzo forte del regime detossinante è lo spuntino di metà mattina: uno yogurt senza grassi, senza lattosio, senza zucchero, quindi composto da aria e bifidus actiregularis o altri probiotici dai nomi altisonanti; in alternativa 4 (dicasi quattro!) mandorle: secondo il parere del nutrizionista, ciò avrebbe garantito di poter giungere all’ora di pranzo senza avvertire quel certo languorino e addirittura cariche di buon umore. Ho pensato che questo genio probabilmente pranzi intorno alle 10.30 della mattina.

E i restanti due pasti della giornata? La scelta spazia dalla quinoa al bulgur, al tofu, con una sfolgorante impennata di 60 grammi di riso integrale: ho desistito a priori, prendendo coscienza che le tossine accumulate, in fondo, mi rendono felice.

silviamalaspina@libero.it

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