Pizza: si mangia con le mani?

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di Patrizia Ferrando

La pizza rappresenta senza dubbio alcuno uno dei fiori all’occhiello della cucina italiana, se non un vero e proprio caso di trionfo universale del gusto. Buona, fragrante, golosa: semplice margherita o farcita con più ingredienti, unica, piace a chiunque e combina in modo irripetibile tradizioni antiche e abitudini in trasformazione.

Non a caso l’arte della pizza rientra nel novero dei patrimoni immateriali dell’umanità riconosciuti dal Comitato Unesco. Un doppio segnale perché, se sul suolo italiano incontriamo la maggioranza dei beni culturali tangibili tutelati, molto minore è stata l’attenzione delle istituzioni nostrane riguardo ai beni intangibili. Ma la pizza è la pizza.

Su questo concordano tutti, non sono invece tutti d’accordo su come debba essere mangiata.

Come si unisce la radice di un cibo povero, con caratteristiche da street food o quasi, e la radicata consuetudine a mangiare la pizza seduti a tavola, a casa o nei locali?

La pizza andrebbe consumata utilizzando le posate (ovviamente coltello e forchetta), tagliata a spicchi e mangiata dal centro al cornicione. A fare la differenza gioca la quantità di condimento, perché la comune nascita tra farina e forno apparenta la pizza al pane e alla focaccia, rendendola così, in teoria, da afferrare con le mani in piena correttezza di regole.

«Posso mangiarla con le mani?» è, infatti, la più classica delle domande e, per molti, delle tentazioni.

Se siamo a tavola con amici che dopo aver tagliato lo spicchio utilizzano le mani per consumarla, adeguiamoci ed evitiamo di essere gli unici a utilizzare le posate.

Non dimenticate mai che le buone maniere tendono a mettere a proprio agio coloro che ci circondano. Quindi adeguiamoci! Se tutti mangiano con le mani gli spicchi di pizza facciamolo anche noi.

In questo caso massima attenzione alla mozzarella che cola, a non sporcarci gli abiti e niente contorsionismi per addentarla.

Ciò che non deve essere fatto può riassumersi nel rispettare il blasone di quella che è senza dubbio una regina.

Non eliminate il cornicione, sul “valore” del quale entra in gioco una sorta di purismo, fin dalle origini partenopee; non accantonate la mozzarella, le olive o i carciofini. Non fate pezzi assurdamente minuscoli o troppo grandi.

Nonostante stia sempre più annoverandosi fra le abitudini comuni, va invece evitato il lasciare una bella margherita fumante, appena consegnata a domicilio, nel cartone del trasporto.

Mangiare subito dalla confezione sembra pratico e veloce, ma toglie qualcosa alla sostanza invisibile che rende il cibo e un pasto consumato insieme, anche in compagnia di noi stessi, molto più che pasta, pomodoro, formaggio.

patrizia.marta.ferrando@gmail.com

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