Se gli studenti dicono «no» alla violenza fisica e psicologica

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Il 7 febbraio del 2017 in Italia, per la prima volta, è stata celebrata la Giornata Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, in coincidenza con il “Safer Internet Day”, creato nel 2004 dall’Unione Europea. Da allora questa data è entrata a far parte del calendario scolastico.

La Giornata dell’Unione “per una rete più sicura” era nata per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi che comporta utilizzare internet e si celebra, in contemporanea, in oltre 100 nazioni nel mondo il secondo martedì di febbraio, con l’obiettivo di stimolare riflessioni tra le ragazze e i ragazzi sull’uso consapevole della rete e sul ruolo attivo e responsabile di ciascuno nella realizzazione di internet “quale luogo positivo e sicuro”. L’appuntamento è atteso dagli operatori del settore e da tutte le istituzioni scolastiche italiane chiamate a dire «no» al bullismo a scuola e a richiamare l’attenzione sulla questione non solo degli studenti ma dell’intera comunità.

Rispetto alle edizioni precedenti, l’edizione del 2021 assume un significato particolare per il panorama scolastico. La gestione dell’emergenza pandemica ha avuto, infatti, ripercussioni sulle abitudini degli adolescenti italiani e sull’approccio al mondo virtuale e la Scuola ha cercato di riorganizzare prontamente le attività formative con soluzioni innovative.

Per sottolineare l’alleanza educativa con famiglie, imprese e istituzioni, nel 2017 è stato coniato lo slogan “Together for a better internet” (“Insieme per un internet migliore”), che tuttora accompagna la manifestazione, con l’intento di sottolineare come l’impegno di tutti sia la condizione imprescindibile per un uso consapevole e sicuro di internet. Per informazioni sugli eventi organizzati su scala mondiale si può consultare il sito della giornata (www.saferinternetday.org).

In Italia, come spiega la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps), ogni giorno in molte scuole si registrano episodi di bullismo e cyberbullismo. Oltre il 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni ha subito episodi di bullismo, e tra chi utilizza quotidianamente il cellulare (85,8%) ben il 22,2% riferisce di essere stato vittima di cyberbullismo. Prima il bullo aveva dai 14 ai 16 anni; ora la sua età si attesta tra i 7 e gli 8 anni. I ragazzi, però, sono più consapevoli di questo fenomeno e hanno un maggior senso di giustizia: l’85,8% ritiene giusto denunciare un comportamento persecutorio a genitori e insegnanti. Uno studente è vittima di bullismo quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, ad azioni offensive da parte di uno o più compagni, che possono essere violenza fisica diretta, violenza verbale o violenza relazionale (indiretta) caratterizzata da violenza psicologica (diffamare, isolare, escludere la vittima).

Oggi la tecnologia consente ai bulli di entrare in ogni momento nella vita delle loro vittime, con messaggi, foto, video offensivi inviati tramite web. Il 70% degli under 14, infatti, è già presente sui social. Il bullismo diventa quindi cyberbullismo.

Il “cyberbullo” è molto spesso un bambino o un adolescente che mette in atto prevaricazioni, rafforzato dal gruppo. I ragazzi si sentono più forti, pensando che la rete garantisca loro l’anonimato. Questa forma di prevaricazione può essere maggiormente nascosta al mondo degli adulti, essendo i ragazzi più tecnologici dei genitori.

In Italia, come ha ricordato la ministra all’Istruzione, Lucia Azzolina, «c’è una grande attenzione al problema e siamo fortemente impegnati contro il bullismo e il cyberbullismo.

Come Ministero dell’Istruzione è stato adottato un Piano nazionale per la prevenzione del bullismo e del cyber-bullismo, fornendo alle istituzioni scolastiche indicazioni e risorse finanziarie per l’avvio di numerose iniziative ed istituendo una rete nazionale per dare una risposta alle possibili situazioni di disagio». L’approccio italiano contro il bullismo, ha spiegato, «è basato sulla collaborazione fra diverse realtà, a partire da quelle istituzionali, e sul coinvolgimento diretto della comunità scolastica e locale»

In vista di questa Giornata presentiamo le iniziative di due scuole della città di Tortona che si sono attivate per sensibilizzare gli studenti sul problema.

Daniela Catalano

Liceo “Peano”: come formiamo dei buoni cittadini

Il liceo “Peano” aderisce alla “Giornata della sicurezza in rete” e lo fa accogliendo le proposte dell’Ufficio Scolastico regionale del Piemonte promosse per tutto il mese di febbraio. La dirigente dell’istituto tortonese, che vanta diversi indirizzi formativi, Maria Rita Marchesotti, ha spiegato che l’Ufficio scolastico mette a disposizione il materiale per sensibilizzare gli studenti alla sicurezza in rete. «Sulla base di questi interventi, il 9 febbraio, dalle ore 10 alle ore 11, seguendo l’esempio del liceo “Cattaneo” di Torino, capofila delle scuole piemontesi per il progetto, tutti gli studenti delle classi prime si collegheranno a un link che sarà loro presentato, mentre le altre classi, contemporaneamente, attraverso la decisione del consiglio di classe, realizzeranno altre attività sull’argomento». «Noi combattiamo il bullismo e il cyberbullismo ogni giorno. – ha aggiunto la dirigente – Siamo sempre molto sensibili alle problematiche della rete che rientrano nelle attenzioni dell’educazione civica che da quest’anno è diventata una disciplina traversale. L’insegnamento di questa materia interessa tutti gli insegnanti, ad esempio i docenti di Scienze si occupano dell’Educazione ambientale, quelli di Fisica dell’Educazione stradale e tutti concorrono a formare dei buoni cittadini. Si tratta di una presa di coscienza dell’attenzione agli altri. Nella nostra didattica, metà in presenza e metà in Dad, gli alunni hanno capito che l’Educazione civica è una materia completa che coinvolge tutte le realtà». «Invito sempre gli studenti, soprattutto delle prime classi, – ha ribadito Maria Rita Marchesotti – a considerare fondamentale il rispetto degli altri e a trovare negli insegnanti un valido supporto. Come scuola siamo anche molto attenti alla collaborazione con i Carabinieri di Tortona che ci aiutano ad affrontare e ad approfondire queste tematiche attraverso incontri e corsi».

Istituto “Santachiara”: lo storyboard con il “Derthona Basket”

L’istituto “Santachiara” e il “Derthona Basket” riprendono il cammino iniziato lo scorso anno con il flashmob “Un palleggio contro il bullismo”, evento che aveva portato in piazza Duomo a Tortona gli studenti di tutte le scuole cittadine. Risuonano ancora nella memoria le belle parole del vescovo Mons. Viola, che, rivolgendosi ai giovani, aveva affermato: «Non è chi mostra i muscoli che è forte… è forte chi sa stare con i piccoli, con i poveri, chi sa aiutare, comprendere, ascoltare».

Negli occhi ci sono ancora le immagini di tanti ragazzi felici di condividere un momento così importante, insieme ai campioni della loro squadra di basket, scesi in campo per denunciare e condannare tutte le condotte riconducibili al bullismo e al cyberbullismo.

La scuola e lo sport sono i luoghi nei quali si lotta quotidianamente per costruire un futuro migliore, per educare le nuove generazioni al rispetto reciproco e alla condivisione di valori. Mossi da questo forte senso di responsabilità, il “Santachiara” e il “Derthona Basket” rinnovano l’impegno ad agire insieme sul tema e come spiega la direttrice dell’istituto, Cristina Montagnoli, lanciano un messaggio di incoraggiamento e speranza attraverso uno storyboard video che sarà pubblicato sui social nella giornata di domenica 7 febbraio e che vedrà protagonisti gli studenti della scuola diocesana, assieme ai giocatori di A2 di pallacanestro. Parteciperanno alla clip il capitano Riccardo Tavernelli oltre a Bruno Mascolo, Luca Severini e Giulio Gazzotti.

Con questa iniziativa il “Derthona Basket” ribadisce la sua profonda vocazione a esercitare un ruolo chiave sul territorio e nella vita dei tortonesi, costruendo esperienze di cittadinanza attiva e promuovendo campagne sociali forti, in linea coi principi ispiratori che da sempre guidano il club e tutto il management societario.

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