Quegli eventi cancellati

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Anche l’economia della cultura sta subendo un duro colpo: i nostri teatri calano il sipario, le presentazioni di libri sono annullate, i musei sono chiusi.

Il Coronavirus sta mettendo in ginocchio l’intero sistema degli incontri dal vivo

Da anni, in questa pagina, raccontiamo ai nostri lettori di tanti eventi – spettacoli teatrali, presentazioni di libri, attività delle biblioteche – che si svolgono nelle nostre città e nei nostri paesi. Un autentico “fiume di bello” che ha attraversato questo spazio fino a pochi giorni fa. Questa settimana di eventi da presentare non ne abbiamo. Il Coronavirus ha costretto anche la cultura a fermarsi. Fino al 3 aprile – o si dovrà prolungare? – teatri e musei chiusi, biblioteche con la serranda abbassata, presentazioni di libri sospese. È un aspetto – senza dubbio non il principale di fronte alla gravità della situazione sanitaria che vive il Paese – che però incide sulla vita di centinaia di cittadini e soprattutto che ha riflessi importanti sull’economia di un settore già costretto a fare i conti con innumerevoli criticità.

«Nella prima settimana della chiusura dei teatri – afferma il direttore dello “Stabile” di Torino Filippo Fonsatti in un’intervista ad “Avvenire” – quando il provvedimento era ancora limitato ad alcune regioni, avevamo calcolato un danno economico di circa 10,5 milioni di euro. Ora purtroppo è tutto il territorio nazionale ad essere interessato. Ne soffriranno in misura maggiore gli artisti, i tecnici, le compagnie il cui contratto rischia di essere rescisso». Con una sfida da giocare quando l’emergenza finirà: quella di ristabilire il rapporto di fiducia tra lo spazio teatrale e il pubblico. A soffrire è anche la musica dal vivo con 23 milioni di mancati introiti in diritti Siae in una sola settimana, dal 23 febbraio al 1° marzo.

Per non parlare delle vendite dei libri che sono calte in media del 25%, complice anche l’impossibilità di effettuare presentazioni nelle librerie, un canale fondamentale per la promozione dei titoli.

«Gli effetti della diffusione del virus sulle aziende e sui lavoratori del settore – spiega il presidente di Confindustria Cultura Innocenzo Cipolletta – è significativo e preoccupante. I danni economici sono assai rilevanti su tutto il territorio nazionale, con uno stravolgimento degli investimenti e dello sviluppo delle industrie per quest’anno e, probabilmente, anche per quelli a venire».

C’è preoccupazione. Anche nelle nostre città, nei nostri teatri e nei poli museali presenti in diocesi.

A Tortona, al teatro “Civico” gli spettacoli “Misura per misura” e “Gershwin Suite/Schubert Frame” previsti in cartellone l’11 e il 17 marzo sono stati rinviati, mentre “Miss Marple – Giochi di prestigio” con Maria Amelia Monti andrà in scena lunedì 4 maggio.

Al “Giacometti” di Novi Ligure era già stato sospeso lo spettacolo “Non è vero ma ci credo” con Enzo De Caro, previsto per il 23 febbraio. Così pure per “Cercasi Cenerentola” della Compagnia “La Bisarca” e per “Ouverture des saponettes” che verrà recuperato il prossimo 17 maggio.

A Stradella, il teatro “Sociale” ha posticipato al 7 aprile il concerto di Paolo Fresu e Daniele Bonaventura e sospeso le rappresentazioni “Ditegli sempre di sì” del 10 marzo, di “Leggende del bosco incantato” del 29 marzo, nonché l’esibizione del pianista Roberto Cappello del 3 aprile.

Cancellazioni e rinvii anche al “Carbonetti” di Broni: sospesi “Fame mia” e il concerto di Giulia Penna; l’operetta “Al cavallino Bianco” posticipata al 31 maggio e “Nel mezzo del casin di nostra vita” con Maurizio Lastrico riprogrammato per il 18 e 19 aprile.

Sul fronte dei musei, il Museo Diocesano di Tortona è chiuso fino a nuove disposizioni. Stop fino al 3 aprile per la Pinacoteca della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona.

«La cultura non è importante solo perché genera indotto. Quello che è accaduto in queste settimane farà capire che non è così: le persone, e non solo quelle che vengono a teatro abitualmente, si sono trovate più sole». Sono parole di Sergio Escobar, il sovrintendente del “Piccolo” di Milano e ben riassumono lo stato d’animo di quanti, passata l’emergenza, torneranno con ancora maggiore entusiasmo nei nostri teatri, nelle nostre librerie, nei nostri musei.

Marco Rezzani

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