Nella grotta di San Ponzo
Di Pier Luigi Feltri
Il paese di San Ponzo Semola, frazione di Ponte Nizza, porta il nome di un santo martire del III secolo. È facile innamorarsi a prima vista di questo borgo così caratteristico: un manipolo di case in pietra, le strade lastricate di un tempo, una chiesa solida ed essenziale. Ma seguendo una stradina che si inoltra fra la vegetazione – itinerario semplice, poiché poco o nulla ripido – dopo un’ora scarsa di cammino ci si ritrova in un contesto quasi fiabesco: un castagneto secolare, una grotta, poi un’altra ancora. Il sussurro del vento tra le foglie, l’eco di antiche leggende. Soprattutto i segni di una fede autentica e sempre viva. Si tratta dei luoghi dove il santo passò i suoi ultimi anni da eremita, vivendo a stretto contatto con la natura e nel discernimento. È il meraviglioso bosco di castagni ultracentenari ad accogliere i pellegrini che si avventurano nei luoghi dove visse Ponzo. Alla loro ombra è allestita un’area picnic, abbastanza frequentata per merende e pranzi al sacco durante la bella stagione. Una cappella di pietra è situata lungo il prosieguo del sentiero, in una grotta naturale. L’interno è semplice, con un piccolo altare dedicato a San Ponzo. Questo luogo è diventato nei secoli meta di pellegrinaggi, tanto che ancora oggi, nella domenica successiva al 14 maggio, la comunità vi si ritrova per celebrare la festa patronale. Dalle pareti della grotta stillano gocce d’acqua che, secondo la tradizione popolare, avrebbero proprietà curative. Si crede inoltre abbiano il potere di favorire la lattazione delle puerpere. Poco più in là si trova una seconda cavità. Al suo interno è situato un giaciglio che si dice fosse utilizzato da San Ponzo, oltre a una nicchia dove una gallina, secondo la tradizione, deponeva le uova che nutrivano il santo. Questa seconda grotta è in posizione rialzata rispetto al terreno circostante ed è accessibile, con le dovute attenzioni, in seguito a una brevissima arrampicata. Non sono molte le notizie a proposito di San Ponzo. Si sa che nacque agli inizi del III secolo; secondo alcune fonti proveniva da una nobile famiglia pagana, secondo altri era un milite della Legione Tebea. Dopo un lungo peregrinare, scelse di condurre una vita di penitenza e preghiera in solitudine, ritirandosi nelle colline dell’Oltrepò dove fu riconosciuto come cristiano e martirizzato. Le sue spoglie sono conservate all’interno della pieve di San Ponzo Semola, a eccezione della testa, che si trova a Fortunago. pierluigi.feltri [at] gmail.com