Mamme ma in modo diverso

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di Silvia Malaspina e Carolina Mangiarotti

La festa della mamma appena trascorsa è stata per noi un momento di tenerezza, di ironiche polemiche (è nostra tradizione il menù in rosa, il cui pezzo forte è il risotto alle fragole, molto gradito dalla festeggiata, ma tollerato dal resto della famiglia alla stregua dello sciroppo per la tosse), di riflessioni e scambio di idee sul ruolo che la maternità riveste nella vita delle donne.

L’impressione che abbiamo ricavato è che oggi una donna che non abbia figli venga considerata una donna a metà, un individuo egoista ed anaffettivo, che mette al centro della propria vita esclusivamente la realizzazione e l’affermazione personale. Dovremmo invece prendere coscienza che le donne non hanno figli per motivazioni molto personali, talvolta per impossibilità fisiologica, e che spesso non si tratta di scelte, ma di destini molto sofferti. «Mi piace sempre la festa della mamma, ma, proprio perché io l’ho sperimentato in prima persona, avendo penato 5 anni prima che nascessi tu, nel contempo penso a tutte coloro che non hanno realizzato il desiderio di maternità. Credo che per loro sia una giornata molto malinconica, ma sono comunque convinta che la maternità non possa essere limitata a un fatto esclusivamente biologico: ci sono parecchi modi per essere madri. Si può essere madri dei nipoti, degli alunni, dei figli degli amici, dei genitori anziani, di un famigliare ammalato, dei progetti in campo lavorativo. Ho letto testimonianze di coppie che, dopo aver provato invano per anni a diventare genitori, tramite percorsi dolorosi sia fisicamente sia psicologicamente, alla fine hanno accettato di restare in due e di prendersi cura del proprio amore come se fosse un figlio. Non mi pare cosa di poco conto. E che dire poi delle “mamme di cuore ma non di pancia?” L’adozione e l’affido sono atti coraggiosi, che richiedono totale abnegazione e amore incondizionato. Quindi questo diffuso atteggiamento di enfatizzazione e idealizzazione della maternità fisica mi infastidisce molto». «Hai ragione, ma penso che per la mia generazione sarà diverso, perché noi non accettiamo i ruoli prestabiliti e i percorsi obbligati del “così fan tutti”. Non so se avrò dei figli: io vorrei dedicare la mia vita a curare i bambini: il mio sogno è lavorare in un ospedale pediatrico e aiutare i piccoli a recuperare la salute e migliorare le loro condizioni di vita. Se non avrò figli e qualcuno mi considererà una donna incompleta per questa mia scelta, pensando che non ho avuto gravidanze perché non ho voluto farmi venire le smagliature sulla pancia, il problema sarà suo che di incompleto ha il cervello e ha le smagliature sul cuore».

Richiamando quindi i versi di una vecchia canzone, per noi “Son tutte belle le mamme del mondo”, ma la festa della mamma non dovrebbe essere solo per coloro che “un bambino si stringono al cuor”, ma per le donne che hanno un grande cuore.

silviamalaspina@libero.it

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