Logistica: risorsa strategica per Tortona?

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Dall’Oltrepò (dove siamo andati la scorsa settimana) veniamo oggi nel Tortonese dove le attività logistiche sono fonte di reddito e di occupazione per la città ma anche motivo di preoccupazione per i livelli di traffico pesante, l’inquinamento prodotto dall’enorme numero di veicoli in transito, il problema del consumo di suolo. Tuttavia si sta cercando di investire nella qualificazione e sostenibilità di questo settore

di Cesare Raviolo

Mentre nel tessuto economico cittadino si sta consolidando sempre di più il settore terziario (il 69,3% delle imprese e il 65,8% degli addetti appartengono ormai ai servizi), trasporti e logistica hanno assunto a Tortona una dimensione di rilievo.

Per il settore dei trasporti, costituito, in larga misura, dall’autotrasporto, non si tratta di una novità: il comparto ha una tradizione che risale agli anni Venti del Novecento, quando la posizione geografica della città, pressoché a metà strada tra i porti liguri (soprattutto quello di Genova, allora il più trafficato d’Italia) e le grandi città del Nord (prima fra tutte Milano), ne faceva il punto di sosta obbligato per i veicoli provenienti dalle due direzioni. La necessità di dotare la città di adeguate strutture di servizio (officine meccaniche, gommisti, elettrauto, bar e trattorie, ecc.) fu di stimolo alla storica vocazione al terziario di Tortona, mentre una sorta di effetto di imitazione favorì la nascita di imprese locali di autotrasporto. La crescita del comparto fu costante e ben presto il Tortonese si qualificava come la principale area del settore in provincia di Alessandria e Tortona meritava il titolo di “capitale dell’autotrasporto”. Nonostante il ridimensionamento patito negli anni Sessanta, soprattutto a seguito dello sviluppo di nuove modalità di trasporto (oleodotti) dei prodotti petroliferi, di gran lunga il segmento del settore prevalente, al 31 dicembre 1985 erano attive 324 imprese. Ciascuna di esse disponeva di una portata utile complessiva superiore ai 100 quintali e nel loro insieme offrivano lavoro a 889 addetti; con questi valori avevano un peso superiore al 33% sul totale provinciale. Nel 2000 Tortona contava ancora 242 localizzazioni (sedi di impresa + unità locali), anche se il settore, interessato da un articolato processo di ristrutturazione, doveva fare i conti con la chiusura di numerose imprese individuali, con fusioni ed incorporazioni tra società, e aveva ormai perso il precedente ruolo caratterizzante dell’economia locale.

D’altra parte, all’autotrasporto, quasi come sua evoluzione, fin dagli anni Sessanta era andato affiancandosi il comparto del magazzinaggio. Il primo insediamento furono i magazzini generali di Rivalta Scrivia e, dunque, il 1963, data di costituzione della Rivalta Scrivia Ente Sviluppo Traffici Internazionali Porti Nord Italia SpA (poi Interporto di Rivalta Scrivia e oggi Katoen Natie Group) è la pietra miliare che segna l’inizio dell’era della logistica a Tortona. Infatti, lungo l’asse Rivalta Scrivia-Pozzolo Formigaro sono oggi insediate numerose altre localizzazioni logistiche, tra le quali rivestono particolare rilievo quelle del Gruppo Gavio.

Al 31 dicembre 2022, secondo i dati di fonte InfoCamere-StockView, nel territorio del comune di Tortona erano presenti 18 localizzazioni logistiche, di cui 7 sedi di impresa e 11 unità locali di aziende con sede legale in altri comuni. Sui totali provinciali, il peso di queste imprese contava per il 14,6%, le unità locali per il 17,7% e il totale delle localizzazioni per il 16,4%. I dati relativi agli addetti evidenziano come, sempre a fine 2022, le 7 imprese con sede in città avessero 489 addetti, pari al 76% del totale provinciale.

Indicazioni più complete relativamente alla consistenza di imprese, addetti e unità locali sono fornite, a un minor livello di disaggregazione, dai dati relativi all’intero settore “Trasporto e magazzinaggio” che, a fine 2022, contava a Tortona 128 localizzazioni e 1.817 addetti, pari rispettivamente al 4,17 e al 22% delle localizzazioni e degli addetti complessivi presenti in città. La rilevanza delle imprese del settore è resa evidente dalla dimensione media delle stesse; nel 2022 quelle del trasporto e magazzinaggio registravano 14,2 addetti, contro una media generale di 2,7 addetti per impresa.

Il settore ha conosciuto, nell’ultimo triennio, un andamento positivo, dovuto soprattutto alla componente magazzinaggio che, pur nella sostanziale stazionarietà del numero di localizzazioni sul totale cittadino, ha visto aumentare il peso degli addetti, passati dal 19,3 al 22% del totale comunale.

Alla luce delle dimensioni e della conseguente importanza del settore trasporto e magazzinaggio per Tortona è opportuno chiedersi quali sono le reali prospettive di crescita del comparto. Considerato che l’autotrasporto sembra destinato a perdere peso anche nei prossimi anni, le possibilità di sviluppo del settore appaiono legate a un ulteriore espansione delle attività logistiche che, con le recenti ulteriori localizzazioni e con il completamento del Terzo Valico, sembrano avere ulteriori possibilità di espansione.

Chiaramente, come tutte le medaglie, anche questa ha il suo rovescio; infatti, andrebbe considerato anche il rapporto costo-benefici di tali attività che, se da un lato sono fonte di reddito e di occupazione per la città, dall’altro lato sono anche motivo di preoccupazione per i problemi che esse determinano. Il riferimento è necessariamente all’impressionante aumento della circolazione su strade inadeguate per vetustà a sopportare simili livelli di traffico pesante e all’inquinamento prodotto dall’enorme numero di veicoli in transito. Non di poco conto anche il problema del consumo di suolo, costituito prevalentemente da terreni pianeggianti, irrigui e fertili, sottratti alla coltivazione. Anche sotto il profilo occupazionale, il settore solleva qualche timore. In primo luogo, perché l’elevato livello di automazione e di informatizzazione che caratterizza oggi e ancor più in futuro caratterizzerà la logistica, non consentirà di accrescere più di tanto i livelli occupazionali di questo comparto, già orientato ad offrire, con poche eccezioni, lavoro non specializzato e, quindi, retribuito di conseguenza.

Tuttavia, Tortona sta cercando di investire nella qualificazione e sostenibilità di questo settore economico che, come abbiamo visto, la caratterizza da più di mezzo secolo. Presso l’Istituto Statale di Istruzione Superiore “G. Marconi” è attivo un percorso formativo per consentire ai giovani di conseguire il diploma in “Trasporti e Logistica” ed è ormai una realtà – il primo magazzino è stato inaugurato lo scorso novembre – anche il Tortona Green Logistics Park di Aquila Capital, sviluppato applicando rigorosi standard di efficienza energetica e sostenibilità.

Visto il tema, si può ben dire che la logistica tortonese ne ha fatta di strada, da quel 13 novembre 1966 quando Giulio Andreotti, ministro, e Giuseppe Siri, cardinale arcivescovo di Genova, inaugurarono il primo capannone del “porto secco” di Rivalta Scrivia. In quella circostanza, Giacomino Costa, imprenditore-filosofo e vera anima della realizzazione dell’Interporto, spiegò che «negli organismi attuati dagli uomini nulla è automatico, ma tutto è problematico. Siamo infatti nel regno del dinamico dove le cose si attuano, crescono e si impongono solo come vengono fatte crescere e organizzate». Un programma e un augurio per Tortona, la sua logistica… e non solo.

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