Lo Stato ideale sull’isola

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“L’incredibile storia dell’Isola delle Rose”, targato Netflix, è ispirato a una storia realmente accaduta. Giorgio Rosa (Elio Germano) è un giovane di Rimini, laureato in Ingegneria, che vede i suoi sogni andare in frantumi ed è costretto a vivere una vita che lo rende triste. È incompreso da tutti, dai genitori in particolare, costretto a restare entro i confini che lo Stato e la società gli impongono. Un giorno però ha un’idea: usare le sue conoscenze maturate con gli studi universitari, uscire di poco dalle acque territoriali italiane e costruire un’isola d’acciaio dove poter vivere. Anzi, vorrebbe dichiararsi indipendente dallo Stato italiano, diventare presidente della sua nazione e vedersela riconoscere dall’Onu. Insieme al suo migliore amico Maurizio, a cui si aggiunge un’altra manciata di reietti al seguito, Giorgio vivrà un’estate utopica e libera prima che lo Stato italiano si accorga del pericoloso precedente che questa storia significa. Inizierà così una guerra fredda tra chi vuole vedersi riconoscere l’isola e chi, invece, quell’isola vuole vederla distrutta. È una strana commedia il film di Sidney Sibilia, lontano da ciò che tipicamente ci aspettiamo dai canoni delle pellicole appartenenti a questo genere. Non si adagia sul ritmo forsennato e sulla comicità, ma più sulla storia vera e propria sacrificando l’umorismo anche quando il film sembra pronto a fare esplodere lo spettatore in una grossa risata. Benché presente in alcuni momenti ben concentrati, la risata è filtrata da una nota di malinconia e di serietà che sposa tematicamente il periodo storico nel quale “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose” è ambientato. Si parla del 1968. La vicenda diverte e coinvolge per tutta la durata del film. La cura formale e stilistica gli dona un sapore internazionale, lontano dagli stilemi della classica commedia italiana. Il cast è valido ma penalizzato da una trama che si concentra troppo sul protagonista relegando sullo sfondo gli altri personaggi.

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