Lista, lista delle mie brame…

Visualizzazioni: 516

di Silvia Malaspina e Carolina Mangiarotti

Abbiamo letto su quello che una volta veniva definito “settimanale femminile” e che preferiamo caratterizzare come “settimanale di costume”, un esilarante articolo della giornalista Claudia de Lillo, intitolato Carrelli coltelli. Con grande ironia, ma anche con spietato realismo, vengono descritti gli effetti, talvolta devastanti, della spesa effettuata dall’uomo di casa che, con entusiasmo e buona volontà, si improvvisa accumulatore seriale di derrate alimentari, spesso rientranti nella categoria del “junk food”, seguendo il medesimo metodo di chi dovesse approntare un bunker antiatomico per la sopravvivenza di tutta la famiglia.

Per anni ci siamo occupate in via esclusiva della spesa: soprattutto quando la più giovane di noi era una bimbetta, questa incombenza da svolgere insieme si poneva come soluzione ideale per spezzare i lunghi pomeriggi invernali, tanto che era diventata costante la richiesta: «Andiamo al Piper Molto Bello?», fantasiosa rielaborazione dell’“Iper Montebello”, ritenuto dall’infanta molto più accattivante rispetto a quello di Tortona. Con il passare del tempo sono aumentati gli impegni di entrambe e quello che prima era quasi un passatempo si è trasformato nell’ennesima tessera da inserire nel puzzle della quotidianità: «Chi va a fare la spesa?»

Ed ecco accadere l’impensabile: la discesa in campo della rappresentanza maschile che, premunendosi di salvacondotto («Fammi la lista, così non compro stupidaggini») si offre volontario per destreggiarsi tra sconti, offerte speciali e confezioni famiglia.

La stesura della famigerata lista deve essere quanto mai chiara, precisa, puntuale: risulta del tutto inutile scrivere “mele”, senza specificare la quantità esatta: potrebbero arrivare a casa 3 mele, come 300, così come vanno evitate tipologie merceologiche generiche, tipo “yogurt”, poiché questo espone a telefonate concitate del malcapitato, in preda all’ansia da prestazione difronte al banco dei latticini: «Quale yogurt? Intero, scremato, greco, bianco, alla frutta, senza lattosio, arricchito di bifidus?» Anche l’acquisto di prodotti particolari andrebbe demandato a quando una di noi due si possa recare al supermercato: «Cosa diavolo è ’sto Mangiapolvere? Com’è fatto? Dove lo trovo?»

Dobbiamo riconoscere che è inevitabile cadere spesso nell’antico vizio femminile del non voler demandare e della convinzione «come lo faccio io, non lo fa nessuno», ma abbiamo appurato che l’esperienza va maturata sul campo e l’apprezzamento per il compito svolto può portare a risultati sorprendenti, svelando abilità maschili che nemmeno il proprietario aveva mai immaginato di possedere, tanto che siamo già un po’ in ansia: «Iniziano le belle giornate: se papà riprende ad allenarsi in bici il sabato mattina, chi andrà a fare la spesa?»

silviamalaspina@libero.it

Commenti: 0

Il tuo indirizzo mail non sarà reso pubblico. I campi obbligatori sono segnati con *