Le reliquie di san Marziano nella storia della Chiesa Tortonese

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In occasione della festa del primo vescovo della Diocesi, ricostruiamo la vicenda delle sue spoglie da quando furono tolte dall’antica cattedrale fino ai giorni nostri

Verbale del 19 settembre 1586

Per disposizione di Mons. Cesare Gambara e col consenso di Don Carlo d’Aragona governatore dello Stato di Milano, vengono aperte le custodie dove si riteneva fossero conservate le reliquie dei santi nell’antica cattedrale, ormai inserita nelle fortificazioni del castello, per trasferirle in sede più idonea, cioè nella nuova cattedrale consacrata nel 1584. Sotto l’altare maggiore, in un “vaso” marmoreo sono rinvenuti: una lastra laterizia quadrata con inciso “Corpus Sancti Martiani” e “molte ossa della testa et altre ossa del corpo et una scatola osia una dove era dentro un boletino sopra del quale si legge: Sanguis S.ti Martiani cum spongea qua fuit collectus sanguis”. In altre tre urnette coperte da laterizio sono rinvenuti nelle prime due il corpo di San Vitale, il corpo di Sant’Agricola, e nell’ultima diverse reliquie, tra cui San Sisto Papa, Santo Stefano Papa e San Secondo Martire.

Nella Cappella di Sant’Innocenzo si rinvengono, invece, tre cassette. Nella prima è contenuto il braccio di San Riccardo della Cometa (?) e altre ossa di Sant’Alberto di Bagnolo (?).

Nella seconda cassetta reliquie di diversi santi. Nella terza cassetta ossa di San Guglielmo eremita e altre ossa di San Marziano, San Vitale, Sant’Agricola e San Secondo. Non si trova però il corpo di Sant’Innocenzo nel luogo dove si pensava fosse conservato. Si decide quindi di far demolire l’altare e l’arca della cappella di Sant’Innocenzo. Sull’arca erano scolpite le teste di Sant’Innocenzo, di Santa Innocenza (importante testimonianza che la sorella del vescovo Innocenza, fondatrice del monastero femminile di Sant’Eufemia, era venerata come santa. Questo culto è stato poi perduto), di San Marziano e di San Secondo.

Sotto l’altare si ritrovano due blocchi di marmo che coprivano un muro di mattoni “et calcina tenacissima” che fa pensare all’opus latericium romano, al di là del muro vengono trovate altre due “pietre di marmo in modo di conca circondata di muro tenacissimo e fortissimo”. Si tratta della descrizione di una “tomba a cappuccina” molto nobile, visto che la copertura è in marmo e non in laterizio. Sul marmo sono incise quattro croci e all’interno della sepoltura è ritrovato un corpo, ritenuto quello di Sant’Innocenzo “poiché è sempre stata fama che in esta Capella fosse detto Corpo”. Tutte le reliquie, così come sono state rinvenute, vengono collocate in cassette lignee.

7 luglio 1654

Mons. Carlo Settala fa collocare le reliquie di San Marziano in un busto argenteo, molto probabilmente l’artistico busto che ancora oggi si conserva in cattedrale. Il busto presenta i punzoni della “Torretta”, riferibili a manifatture argentiere della Repubblica di Genova dal 1248 al 1824. Non è chiaro dal testo se l’intero corpo o solo parte di esso viene collocato all’interno del busto. Confrontando questo testo con un altro del 1870, in cui si afferma che le reliquie di San Marziano erano divise tra il busto e una cassetta, bisogna propendere per l’ipotesi della collocazione nel busto solo di alcune reliquie a scopo devozionale.

28 novembre 1669

In questo documento si dice che in un busto di Sant’Innocenzo vengono collocate ossa di San Marziano, Innocenzo, Vitale, Agricola e Secondo, tolte dalla cassetta in legno dolce in cui erano collocate. Nello stesso documento si afferma che nel busto di San Marziano vi sono 11 “involti” su tutti si legge: “Ossae fractae et alia multa fracta ossa corporis S. Martiani Ep.”.

11 maggio 1726

Mons. Giulio Resta fa estrarre da un busto, dedicato a Sant’Innocenzo in cui furono collocate il 28 novembre 1669, le reliquie dei SS. Marziano, Innocenzo, Vitale, Agricola e Secondo. Si afferma che prima del 1669 erano riposte in una cassetta di legno dolce (sicuramente la stessa da cui furono prelevate alcune reliquie nel 1669). Il Vescovo le fa quindi riporre in un nuovo busto, questa volta d’argento, sempre dedicato a Sant’Innocenzo e da lui donato. Si tratta del busto tuttora venerato in cattedrale. In tutti questi documenti non appare un elenco preciso e inventariato delle parti del corpo di San Marziano e degli altri santi. Si deduce però facilmente che nel caso dei santi Marziano, Innocenzo, Vitale e Agricola si tratti di corpi completi. La tradizione attesta che fino al 1870 la cassetta contenente parte del corpo di San Marziano, realizzata nel 1586, fosse a sua volta collocata in cattedrale all’interno del sarcofago marmoreo detto di “Elio Sabino”. Il sarcofago romano di Elio Sabino, giovane patrizio tortonese del III secolo d.C., fu ritrovato nel 1598 nell’area dell’antica abbazia benedettina di San Marziano; fu inizialmente ospitato all’interno della cattedrale di Tortona e nel 1904 fu concesso in deposito dalla Diocesi al Museo Civico di Tortona nella sede di Palazzo Guidobono dove tuttora, al piano terra, si può ammirare.

Verbali del 15 ottobre 1870 e del 22 ottobre 1875

In previsione del 1800° anniversario dell’arrivo di San Marziano a Tortona (le date tradizionali relative al ministero tortonese del santo sono: 75 d.C. inizio della predicazione e 122 d.C. martirio) Mons. Vincenzo Capelli decide di dare una sistemazione definitiva al corpo di San Marziano, che è l’attuale. L’operazione fu complessa e durò cinque anni dal 1870 al 1875. Dai due verbali del 15 ottobre 1870 e 22 ottobre 1875 e dalle dichiarazioni allegate, si evince che nel 1870 le reliquie di San Marziano sono divise tra il busto del 1654 e una cassetta, probabilmente la stessa menzionata nei verbali precedenti, risalente al 1586. Il 22 ottobre vengono tutte consegnate, tranne alcuni piccoli frammenti trattenuti per farne reliquie da distribuire, al teologo don Giulio Guglielmetti, Canonico Prevosto della Collegiata di Intra, “allo scopo che venissero riposte nella salma da esso Teologo con religiosa maestria plasmata rappresentante il santo martire pontificalmente vestito”. Le parti del corpo di San Marziano vengono collocate nella salma in cera nelle rispettive collocazioni anatomiche.

In quell’occasione abbiamo il primo inventario dettagliato delle Reliquie di San Marziano. Nel Capo: diverse porzioni del cranio con altri piccoli pezzi della testa, mandibola inferiore (una metà intera e alcuni pezzi dell’altra), due denti indicati come “un mascellare e un incisivo”. Nel collo: vertebre cervicali parte intere e parte rotte. Nelle spalle: scapola destra e scapola sinistra. Nel petto: parte superiore dello sterno con frammenti di costole, due clavicole, diverse vertebre dorsali e lombari, ossa iliache spezzate (cioè ossa del bacino) e parte superiore dell’osso sacro (prima coccigea). Nelle braccia: omeri destro e sinistro, cubiti (cioè le ossa del gomito), un radio, alcune falangi. Nelle gambe: due femori il destro intero e il sinistro spezzato, una tibia intera e un pezzo dell’altra. Inoltre sono inventariate come “ossa varie”: un metatarso, un dente, un’epifisi (cioè l’estremità tondeggiante delle ossa lunghe), frammenti di ossa e polveri. Infine vi è il vaso di vetro ai piedi del santo, tutt’ora visibile, che contiene un altro vaso di piombo “pieno di pannolini e spugne intrisi nel sangue del Martire ed altrettante ancora fuori di esso fino al riempimento totale di tutto il vaso di vetro”: quelli che la tradizione indica usati da San Secondo per raccogliere il sangue di Marziano decapitato e mirabilmente rappresentati nella pala di Camillo Procaccini nell’abside della cattedrale.

In quell’occasione una vertebra dorsale viene reinserita nel busto argenteo, da cui venne in seguito tolta per essere collocata nel 2006 nel sacrario del nuovo altare della cattedrale.

Attualmente, dal 1070, “tutte le ossa su indicate sono nell’interno del corpo involte nella seta e nella carta legate e sigillate ad una per una col sigillo vescovile e col loro nome proprio”. Anche la pietra laterizia, descritta nel 1586 e che la tradizione indica come la copertura della tomba di Marziano rinvenuta da Sant’Innocenzo, è all’interno dell’urna, collocata tra i cuscini sotto il simulacro del santo. Un vetro permette di vedere nel petto del simulacro alcune ossa, come si legge nel verbale fu volutamente scelta questa soluzione: “si è fatto vedere nel petto lo sterno ed alcuni pezzi di coste tanto per indicare ai divoti tutto il resto del sacro deposito che si contiene in tutto il corpo”.

Nel 1975, in occasione del 1900° anniversario dell’arrivo di San Marziano a Tortona, l’urna fu portata in Santa Maria Canale, aperta e il simulacro “restaurato”. Non sappiamo in cosa sia costituito il restauro, forse solo in una pulitura esterna del viso e dei paramenti o forse il riporto dei ricami, eseguiti nel 1870 dalla Beata Nemesia Valle e dalle sue orfanelle del San Vincenzo, su nuovo tessuto.

Così testimoniavano l’allora parroco di Santa Maria Canale, mons. Ugo Perfumo, e il cerimoniere vescovile mons. Carlo Gomarasca.

Maurizio Ceriani

Il sarcofago di Elio Sabino al Museo Civico di Tortona
l La pala di Camillo Procaccini nell’abside della cattedrale di Tortona
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