La Repubblica del sorriso

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È da poco trascorso il 2 giugno, festa della Repubblica: ho immaginato una lettera per le giovani donne, che forse sono troppo immerse in altre realtà per rendersi pienamente conto dell’importanza di questa data.

Care ragazze,

questa lettera è per voi che avete studiato sui testi scolastici che in occasione del referendum tra monarchia e repubblica del 2 giugno 1946 le donne esercitarono per la prima volta il diritto al voto. Ma avete mai sentito parlare delle 21 donne che parteciparono all’Assemblea Costituente? Molto probabilmente conoscete approssimativamente il contenuto degli articoli più importanti della nostra Costituzione, ma in quanti libri di testo avete trovato i nomi delle donne che hanno contribuito alla loro stesura? Eppure la presenza tra gli scranni di Montecitorio delle Costituenti ha segnato un vero spartiacque nella storia del nostro Paese ed esse sono diventate un simbolo dell’emancipazione femminile. Erano quasi tutte laureate, provenienti da tutta la penisola, in maggioranza sposate, spesso con un passato partigiano, militanti comuniste, socialiste, democristiane: per tutte, l’Assemblea Costituente rappresentò l’occasione irripetibile di migliorare giuridicamente la condizione della donna nella società italiana.

Entrarono in Parlamento e lavorarono alla stesura della Costituzione come la conosciamo ancora oggi, apportando ognuna un contributo specifico e aprendo la strada alle future deputate della Repubblica italiana e in generale a tutte le donne intenzionate ad affermarsi professionalmente nei vari ambiti della società, istituzionali e non. La Costituente sarà per alcune di loro solo la prima tappa di una brillante carriera politica, immagino saprete di Nilde Jotti, presente in Parlamento fino al 1999 e prima donna a diventare presidente della Camera; di Angela Guidi Cingolani, primo sottosegretario nel settimo Governo De Gasperi o ancora di Angelina Merlin, prima senatrice della Repubblica.

Vorrei parlarvi anche di Anna Iberti che nel 1946 aveva 24 anni e lavorava come segretaria alla redazione dell’“Avanti”: è suo il bellissimo e sorridente volto che sembra uscire dalla prima pagina del “Corriere della Sera” il giorno della proclamazione della Repubblica. Il fotografo Federico Patellani scelse un donna giovane come voi per impersonare la vitalità e la speranza di un Paese che guardava avanti dopo il fascismo e la guerra. Oggi, a tanti anni di distanza, lo splendore di quel sorriso resta l’icona della conquista da parte delle donne del diritto più basilare e universale, il diritto di far valere la propria opinione, il diritto al voto.

Vorrei dirvi che l’Italia è una Repubblica fondata… sulle donne: possiamo tentare di ignorare la realtà, ma la vera ossatura del Paese è femminile: sta a voi portare avanti quello stesso sorriso e quello stesso entusiasmo.

silviamalaspina@libero.it

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