La “matura” (non) fa paura?

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Tra le tante rivoluzionarie novità che ci siamo trovati improvvisamente a fronteggiare in questo travagliato periodo, quella riguardante la conclusione dell’anomalo anno scolastico, con relativi scrutini ed esami finali, tocca nel vivo i ragazzi.

Dopo il susseguirsi di svariate possibilità come valutazione solo con le votazioni del primo quadrimestre (ah, quando predicavo come “voce di uno che grida nel deserto” di fare esercizio in latino!), abolizione degli esami finali, proposta di un ritorno a scuola dal 18 maggio solo per i maturandi, esame esclusivamente on line, ecco, al momento, l’ipotesi più accreditata: esame di Maturità solo orale, probabilmente in aula.

La ragazza, pur essendo lontana da questo traguardo, non si esime dal commentare: «Guarda che fortuna (per la verità il termine usato è molto più pregnante) quelli di quinta: esame solo orale! Vedrai che, quando sarà il mio turno, ci saranno prove difficilissime, mai viste prima! Tipo la busta dello scorso anno, quando il ministero ha voluto copiare “L’Eredità”».

Seguendo insieme l’evolversi della situazione e di fronte alla possibilità di una Maturità da remoto, non mi trattengo: «Sarà anche un esame facilitato, però questi ragazzi si stanno perdendo un’esperienza bellissima, anche se impegnativa: di tutti gli esami che ho sostenuto, l’unico che ricordo nei dettagli è la maturità: ti posso dire a distanza di tanti anni il titolo del tema e quello della versione di latino! È un passaggio fondamentale, sono sicura che poi lo rimpiangeranno».

La ragazza dapprima mi scruta con occhio torvo, ma, anziché dare fiato alle trombe della polemica, come di consueto («Sì, certo, perché tu eri una secchiona, nella tua scuola eravate tutti s…..i») riflette per qualche minuto e poi mi stupisce: «Sai che hai ragione? Pensa che quelli di quinta sono stati nella loro aula per l’ultima volta il 21 febbraio e non lo sapevano… che cosa triste! Non staranno più tutti insieme al liceo! E poi l’ultimo giorno di scuola non ci sarà la festa, con il corteo dei maturandi: l’anno scorso è stato bellissimo: ti ho detto che hanno finto di fare il funerale all’esame di Maturità con una bara costruita da loro? E poi imitavano i proff., abbiamo cantato, ballato e ci hanno bagnato perché eravamo i primini… quest’anno niente!». E qui spunta una lacrimuccia, prontamente ricacciata in sede dalla dura scorza dell’adolescente che non deve cedere mai! E allora in questo “anno bisesto, anno funesto”, la maturità farà ancora paura? In un momento in cui tutto ci incute timore e l’ansia attanaglia le nostre notti, la “notte prima degli esami” sarà ancora quella che si ricorderà negli anni a venire con tenero rimpianto?

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