La lady di ferro orientale
Cara la mia Sanae Takaichi, il 21 ottobre sei stata eletta prima ministra del Giappone e sei la prima donna a capo del governo nella storia del Paese. Sei una giornalista televisiva migrata alla politica, hai 64 anni, sei leader del Partito Liberal Democratico, che da sempre in Giappone detiene la maggioranza. Le tue posizioni sono molto conservatrici e dimostri piglio autoritario, tanto da autoproclamarti la «Margaret Thatcher giapponese», ri- velando una sviscerata ammirazione per la Lady di ferro. La tua elezione, cara Sanae, è una vera e propria rarità nel panorama politico giapponese, dominato esclusivamente da uomini ed è ancor più stupefacente in un Paese dove la società mantiene tuttora un’impronta decisamente maschilista. Da un’inchiesta del New York Times risulta infatti che “se oltre l’80% delle donne di età compresa tra i 25 e i 54 anni lavora, esse rappresentano poco più di un quarto dei dipendenti a tempo pieno e a tempo indeterminato”. In più, secondo i dati del governo, solo 1 manager su 8 è donna. Fino al recente passato le donne hanno sempre avuto un ruolo di secondo piano: accudire la casa, crescere i figli, prendersi cura del marito. Anche se la società nipponica è in costante evoluzione, molte sono ancora le attività precluse alle donne, come dormire nei capsule hotel (quei cubicoli di 2 metri per 1 destinati al pernottamento saltuario dei pendolari), entrare nei ring di sumo, accedere ad alcuni siti turistici, diventare chef di sushi professionali. Non sembra, cara Sanae, che la tua elezione possa essere foriera di rivoluzione, per lo meno in tempi brevi: anche se hai collezionato molti primati in varie cariche pubbliche, non sei nota per essere una sostenitrice della parità di genere. Ti sei battuta affinché le donne coniugate assumessero solo il cognome del marito e ti sei opposta all’abolizione della legge salica nella successione imperiale. All’atto della tua candidatura a premier avevi dichiarato l’intenzione di aumentare il numero delle donne al go- verno, fino ad arrivare a «livelli nordici», cioè il 50%, ma, nel contempo, avevi criticato l’introduzione di quote di genere: su 19 ministri hai nominato solo 2 donne. Forse, cara Sanae, sarebbe opportuno che rispolverassi i tuoi ricordi di gioventù, quando suonavi la batteria in una band heavy metal, eri un’appassionata centaura e amavi fare immersioni subacquee, tutte attività non tradizionalmente muliebri! Non ti sembra giunto il mo- mento che il regno del crisantemo fiorisca in moderne corolle multicolori, anziché fossilizzarsi nell’immobilità?
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