La città di Tortona colonia dei Romani

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La recente indagine sulla stampa ritrovata incisa da Pietro Bertelli nel 1606

La prima immagine a stampa della città di Tortona fu pubblicata nel 1606, con la tipica tecnica prospettica a volo d’uccello, dall’incisore, editore e tipografo veneto Pietro Bertelli, attivo a Padova e Venezia tra il 1589 e il 1621. La città è rappresentata nella sua interezza, con una chiara volontà di renderne una visione complessiva, proporzionata e fedele. Aldilà di una certa imprecisione, la stampa è di buona qualità espressiva e rende ben leggibile le caratteristiche della città nel suo volto medievale. Rappresenta una situazione urbanistica che si può far risalire agli anni intorno al 1590, anteriore di poco all’epoca della sua pubblicazione. Due sono gli elementi che ci permettono di datare il periodo in cui fu rilevata la pianta della città: la chiesa parrocchiale di Santa Maria Piccola, concessa ai padri Somaschi, fu da loro ricostruita dal 1596, mentre l’immagine raffigurata sulla stampa riporta una chiesa dall’architettura tipicamente romanica, infatti, la chiesa è documentata dal XIII secolo. E la chiesa del convento di San Francesco fuori le mura appare con l’abside rivolta verso l’osservatore, quindi in un periodo successivo ai lavori eseguiti nel biennio 1585-1586, quando fu cambiato l’orientamento della chiesa che in origine aveva la facciata rivolta verso la campagna.

Le fortificazioni del castello e soprattutto l’antico duomo medioevale occupano una posizione dominante. La nuova cattedrale voluta dal cardinale Gian Paolo della Chiesa, al centro della città bassa, risulta in gran parte edificata. Nella stampa i luoghi ritenuti più significativi sono quasi esclusivamente edifici religiosi, chiese poste ancor più in risalto dalle dimensioni molto ingrandite dei campanili. Non mancano le rovine di antichi edifici dell’età romana in particolare i monumenti funebri posti lungo l’antica via Emilia appena fuori le mura cittadine. Sulla destra una fitta legenda riporta l’elenco di 61 edifici e luoghi notevoli. Le aree limitrofe alla città oltre la cerchia delle mura trecentesche sono rese con la stessa precisione del centro abitato, vengono così riportati, oltre agli edifici religiosi, anche le strade, le rogge e i mulini. Si nota anche un mulino a vento attestato da fonti archivistiche.

In alto a sinistra è presente la dedica, datata 25 aprile 1606, scritta dall’incisore Pietro Bertelli e indirizzata al nobile tortonese Antonio Calvino (ca. 1540-1625), protonotaro apostolico e arcidiacono della cattedrale di Tortona (1), il quale potrebbe essere il committente della stampa. Già nel 1581 le autorità cittadine avevano deliberato quattro scudi d’oro al pittore e agrimensore Scipione Crespi per pagare il disegno di Tortona da mandare ad “Aldo Manuzio”, editore e tipografo veneziano, per inserire la città di Tortona in una raccolta di stampe delle città d’Italia (2). Dalla documentazione reperita però non è certo che l’iniziativa del Comune abbia avuto un seguito. Nel 1599 a Venezia uscì, curata da Pietro Bertelli, Theatrum urbium Italicarum, serie di 59 vedute di città italiane dove però non compare Tortona. È possibile che fosse il Calvino a indurre il Bertelli a editare successivamente anche la tavola della città di Tortona, forse sempre sulla base di un disegno del Crespi risalente agli anni ’90 del XVI secolo. Cultore di antichità classiche Antonio Calvino apparteneva sicuramente all’accademia dei “Politici”, eruditi tortonesi impegnati a raccogliere le memorie dell’epoca Romana, le tradizioni locali e ad indagare intorno alla primitiva comunità cristiana dertonina. Non a caso in quegli anni il notaio Luigi da Milano diede alle stampe nel 1599 la Historia della vita, martirio e morte di S. Marziano e di Santo Innocenzo primi vescovi di Tortona dove presenta la prima documentazione edita sui fondatori della Diocesi e illustra le “antichità” romane descrivendo i primi ritrovamenti delle vestigia archeologiche più antiche della città. La stampa del Bertelli fu riedita in numerose occasioni dal 1616 fino alla metà del XVIII secolo in una versione ridotta priva di legenda e del territorio circostante l’antica cinta muraria. L’unica copia nota della stampa del 1603 è conservata nei fondi della biblioteca Herzog August di Wolfenbuttel, nella Bassa Sassonia (3), mentre a Tortona è conservata solo una copia della stampa riprodotta nei primi decenni del XIX secolo probabilmente su iniziativa del conte Giacomo Carnevale. Sulla copia del Bertelli presso l’Archivio storico del Comune di Tortona è riportato in modo erroneo l’indicazione che il disegno fosse stato compilato dall’ingegnere Pietro Bertelli nel 1666 e dedicato al canonico Antonio Calvino (defunto nel 1625). La data è frutto di una lettura non corretta della dedica originale, dovuta al fatto che la virgola che divide le parole “ama, et honora” collima con lo zero della data 1606 incisa sulla riga sottostante, così da modificare la lettura della stessa in 1666.

Note:

1 – Notizie biografiche di Antonio Calvino in G. Decarlini, Vicari Generali e capitolari della Diocesi di Tortona tra Cinquecento e Settecento, in “Iulia Dertona”, anno 2013, seconda serie fasc. 107, pp. 51-56.

2 – Archivio Storico Comune di Tortona, Atti della Città di Tortona, vol. 10.

3 – La sua collocazione è stata gentilmente segnalata da Emanuele Zecchin.

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