«Il Rotary si è impegnato ad aiutare»

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Oreste Marchesi al termine del suo anno come presidente del Club “Gavi Libarna” illustra i progetti realizzati per sostenere le realtà del territorio anche in tempo di Coronavirus

NOVI LIGURE – Oreste Marchesi ha da poco concluso l’anno come presidente del Rotary Club “Gavi Libarna”, fondato 25 anni fa grazie all’impulso di un piccolo gruppo di imprenditori e professionisti della zona. Marchesi, che è tortonese di origine, è entrato a far parte del Club poco dopo la costituzione e si è sempre impegnato a vivere lo spirito del gruppo che è quello di «incontrarsi periodicamente e confrontarsi tra soci per conoscersi meglio dal punto di vista umano e professionale e per stabilire, anno per anno, le azioni da intraprendere per aiutare le comunità del territorio, con un contributo non solo economico, ma anche in termini di impegno personale e professionale». Al termine del suo mandato ha definito la sua esperienza come presidente «im-pegnativa perché da conciliare con l’impegno professionale, ma estremamente interessante dal punto di vista umano, organizzativo e relazionale. Nell’organizzazione del Rotary le cariche hanno la durata di un anno, a rotazione e sono su base elettiva tra i membri del Club. L’anno associativo inizia il 1° luglio. Al Club “Gavi Libarna” fanno riferimento18 comuni tra cui i più grandi sono Gavi, Arquata, Serravalle, Stazzano, Borghetto Borbera e Vignole Borbera. Nell’ambito del Distretto 2032 di appartenenza, che è quello del basso Piemonte (comprendente anche la Liguria), operano circa 2500 soci riuniti in 42 Club. Anche i giovanissimi e i giovani sono coinvolti nel volontariato rotariano con i Club Interact (Ragazze e ragazzi dai 14 ai 18 anni) e i Rotaract (dai 19 ai 30 anni). «Grazie all’aiuto di tutto il Club (formato da 50 soci) e soprattutto del consiglio direttivo che mi ha supportato, in questo anno abbiamo lavorato, con impegno e dedizione, su diversi ambiti (sociale, scolastico, sanitario, giovanile, culturale e territo- riale)». Il Coronavirus, però, ha messo in discussione l’attività programmata ed è stato, quindi «necessario – ha detto Marchesi – sviluppare doti quali flessibilità e capacità di adattamento». «Mi sono reso conto di aver lavorato tanto in numerosi ambiti nei quali crediamo profondamente». Il progetto più ambizioso è stato quello di aiutare il Piccolo Cottolengo di Tortona. «Abbiamo lanciato il progetto per realizzare l’impianto di ossigeno moderno e sicuro in ogni camera della struttura – ha spiegato l’ex presidente – per eliminare le enormi bombole che seguivano i bimbi durante l’intera giornata. L’idea ha subito trovato il sostegno degli altri Club vicini (Tortona, Novi, Acqui, Ovada), del Distretto, che ha dato un notevole contributo attraverso la Rotary Foundation e del Governatore Ines Guatelli, che ha partecipato a un’iniziativa di raccolta fondi realizzata al “Mater Dei” e aperta alla cittadinanza. Importante anche il contributo della Fondazione di Tortona». «Sempre in ambito sanitario – prosegue – abbiamo partecipato alla realizzazione dell’ambulatorio di fisiopatologia gastroenterologia pediatrica per l’Ospedaletto di Alessandria, all’acquisto di un fotocoagulatore per il Gaslini di Genova, alla realizzazione del sistema di monitoraggio dei pazienti all’Ospedale di Novi. E per l’emergenza Coronavirus abbiamo contribuito a donare un ventilatore polmonare all’ospedale di Tortona, acquistato sanificatori e mascherine chirurgiche per gli operatori sanitari». Il Club ha anche consegnato otto premi di laurea, elargito importanti contributi a famiglie gaviesi in difficoltà colpite dall’alluvione del 2019 (grazie all’attivazione di un fondo speciale del Distretto), aiutato la mensa “San Vincenzo” di Novi.

In ambito scolastico il Rotary “Gavi Libarna” ha promosso il progetto “Tre gocce di profumo nello zaino”, presso il liceo “Amaldi” di Novi, fornito alla stessa scuola dei pc portatili in comodato gratuito da destinare a studenti bisognosi, avviato la realizzazione dell’aula informatica presso la scuola media “De Simoni” di Gavi, che sarà dedicata al gaviese Matteo Gastando, uno dei pompieri ucciso nella strage di Quargnento. Attenzione è stata riservata anche al tema della disabilità con l’evento “Abilitando” che si è svolto a Bosco Marengo e nel campo della cultura è proseguito il sodalizio con il festival musicale “Lavagnino” e l’Orchestra Classica di Alessandria.

«Durante il lockdown – ha spiegato Marchesi – abbiamo dovuto rimodulare e reinventare per certi versi la nostra attività: oltre a ridefinire le priorità dei service per l’emergenza, abbiamo realizzato incontri on line che ci hanno dato anche l’opportunità di approfondire vari temi con relatori di alto livello, come il professor Cottarelli».

Nei mesi scorsi il Club, in collaborazione con altri, ha approvato un importante progetto per l’acquisto di un’apparecchiatura robotica per la riabilitazione degli arti inferiori, da donare al Centro riabilitativo “Borsalino” di Alessandria, diretto da Luca Perrero. Molto attivi nell’ultimo anno pure Rotaract e Interact che con circa 35 giovani hanno realizzato attività come l’acquisto e la donazione di un ecografo, il sostegno alla Caritas, alla Croce Rossa e al Banco Alimentare di Novi, il progetto “Borracce a scuola”, l’orientamento alla scelta universitarie per le scuole superiori e la donazione di un defibrillatore. Giancarlo Laguzzi, nuovo presidente del Club, sta proseguendo il lavoro già avviato da Marchesi, rivolgendo l’attenzione a quelle che saranno le necessità del territorio causate dal virus, non solo sanitarie, ma anche economiche.

In ambito rotariano uno dei motti è “servire al di sopra di ogni interesse personale” e guardando al futuro Marchesi è convinto che il Club debba «continuare ad avere la giusta sensibilità per le esigenze locali, partendo dal confronto tra i soci e dalle nostre esperienze professionali, senza dimenticare che alle attività di volontariato è fondamentale partecipare con piacere cercando di divertirsi nel fare insieme cose che da soli si faticherebbe anche a immaginare».

Il suo augurio è quello di tornare a organizzare gli incontri conviviali in presenza, per conoscere nuove persone ed esperienze e mettere in campo nuove attività».

Daniela Catalano

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