Il piattino per le ossa

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di Patrizia Ferrando

Tra credenze e mercatini, gli oggetti in uso, tutti i giorni o in qualche speciale occasione, nelle case delle nostre nonne, suscitano un misto di curiosità, sorpresa e suggestioni nostalgiche. Abbiamo già affrontato un paio di esempi la settimana scorsa e proprio in quel contesto mi sono trovata a pensare che, nel novero degli oggetti usciti dalle abitudini, ne incontriamo alcuni che possono ancora giocare un ruolo e altri destinati a costituire pezzi di piccolo antiquariato: ho così deciso di raccontarvi ancora due suppellettili.

Ai nostri giorni sulle tavole quotidiane impazzano i tovaglioli di carta.

Se però siamo irriducibili del tovagliolo di stoffa, non potremo fare a meno di un accessorio dal sapore decisamente retrò: il lega tovagliolo.

Contrariamente alla busta ricamata in cotone o lino che una volta era di rigore in tutti i cassetti, oggi scomparsa, il lega tovagliolo è ancora abbastanza facile da reperire e risponde allo stesso bisogno: una volta personalizzato, aiuta i membri della famiglia a distinguere il proprio tovagliolo, evitando scambi inopportuni.

Se ne possono trovare un po’ di tutti i generi, dall’argento alla ceramica, dai materiali naturali come rattan o legno ad altri più eccentrici ricchi di luce e di dettagli originali. Insomma, come tutto quello che deve apparire su una tavola, anche loro possono raccontare la personalità di chi la apparecchia.

E se ci piacciono come oggetti ma nel quotidiano preferiamo i tovaglioli di carta? Possiamo riservarli alle occasioni speciali, quando magari abbiamo ospiti, apparecchiamo in modo più curato e usiamo – lì è doveroso – i tovaglioli di stoffa.

In questo caso non ci sarà bisogno di avere segni distintivi: il lega tovagliolo avrà infatti una funzione puramente decorativa e ci aiuterà a dare alla nostra tavola un tocco speciale.

Il secondo di cui parliamo è, invece, un oggetto davvero poco conosciuto: il “bone dish”, ovvero “piattino per le ossa”.

È un piccolo piatto dalla forma a mezzaluna che nasce – come la stragrande maggioranza dei pezzi “strani” – in età vittoriana, per accogliere lische di pesce, piccole ossa o (ebbene sì) pallini da caccia che il commensale si fosse trovato a scartare durante il pasto.

Come la più nota, ancora adottata e capiente mezzaluna da insalata, veniva posizionato in alto a sinistra, ma solo per il tempo strettamente necessario al suo utilizzo.

Oggi nessuno usa più (o suggerisce di usare) questo accessorio, praticamente introvabile e ricercato solo dai collezionisti: l’attuale galateo della tavola prevede che lische e piccole ossa siano posizionate con discrezione all’interno del piatto piano, se pur sempre in alto a sinistra.

patrizia.marta.ferrando@gmail.com

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