Il Papa a casa di due amici… di “Chicco per Emdibir”

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Il viaggio di Francesco. Domenica si è recato a Vanimo, in Papua Nuova Guinea, dove ha incontrato padre Martin Prado e padre Alejandro Diaz, legati all’associazione umanitaria fondata da Elena Passadori di Barbianello

Di Daniela Catalano

Il 45° viaggio apostolico internazionale del Santo Padre in Indonesia, Oceania e Asia, il più lungo finora mai realizzato, sta per volgere al termine con il rientro previsto in Vaticano per domani, venerdì 13 settembre.

Dopo la visita a Giacarta in Indonesia, dal 6 all’8 settembre il Pontefice ha proseguito con la seconda tappa in Papua Nuova Guinea, un arcipelago con centinaia d’isole dove si parlano più di 800 lingue cui corrispondono altrettanti gruppi etnici. Francesco ha incontrato la popolazione, nella capitale Port Moresby, e domenica si è recato a Vanimo, una città di 11 mila abitanti che è sede della Diocesi formata da 25 parrocchie e 113.191 anime, al confine con l’Indonesia. In questo lembo di terra, su una penisola orlata da una spiaggia di sabbia bianca di fronte all’Oceano Pacifico, circondata dalla foresta pluviale, il Papa ha fatto visita a due amici e a ha portato una parola di speranza e di incoraggiamento, insieme a una tonnellata di aiuti umanitari tra vestiti, giocattoli e medicine. Nel villaggio di Bario, infatti, vivono padre Martin Prado, 35 anni, sacerdote argentino, da dieci anni in Papua Nuova Guinea e il confratello monaco padre Alejandro Diaz, anch’egli di origini argentine, giunto qui un anno fa. Tra il vescovo di Roma e i due missionari dell’Istituto del Verbo Incarnato esiste una bella amicizia, nata proprio in Argentina e fatta di tante lettere, telefonate e una promessa, quella di visitare la loro missione. E domenica, mantenendo fede all’impegno preso, Francesco è giunto ad abbracciarli. Grazie agli aiuti inviati dal Santo Padre, i missionari in questi anni hanno costruito un collegio per ragazzi e sono riusciti a comprare anche un pullmino che fa da scuolabus per i villaggi.

I due sacerdoti non solo sono gli amici di Francesco, ma da tre anni a questa parte anche della nostra Diocesi. Tutto è iniziato nell’ottobre del 2021 a Roma, quando Mons. Guido Marini è stato ordinato vescovo. In quell’occasione padre Martin ha casualmente conosciuto Elena Passadori e il marito Giorgio Raniero di Barbianello, giunti nella capitale per partecipare alla cerimonia. Parlando con loro, padre Martin ha scoperto che i due sono tra i fondatori di “Chicco per Emdibir”, un’Onlus attiva dal 2013 in Oltrepò pavese grazie all’impegno delle parrocchie di Broni, Redavalle e Stradella, che ha l’obiettivo di portare avanti progetti di orticoltura e agricoltura realmente sostenibili. «Con il prezioso aiuto dei professori Vincenzo Tabaglio e Giuseppe Bertoni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, cerchiamo di aiutare le famiglie dei Paesi in via di sviluppo a capire come migliorare la propria orticoltura e di conseguenza la propria dieta. spiega Passadori – Al centro del progetto ci sono le persone di questi Paesi che, dopo un periodo di formazione, ritornano nelle comunità per creare dei “centri pilota per l’agricoltura”, dove i locali possono apprendere a loro volta tecniche e nozioni, attraverso un principio di imitazione virtuoso».

Il missionario padre Martin, impegnato al confine del mondo ad annunciare il Vangelo, non ha esitato a rivolgersi all’associazione per impostare un progetto di sviluppo agricolo e rurale. Grazie alla tenacia e all’entusiasmo di Elena Passadori e del suo staff, che hanno superato notevoli difficoltà, il suo desiderio è diventato realtà e, finalmente, nello scorso mese di maggio, è arrivato in Italia da Vanimo Balthazar Akus, catechista della parrocchia “St. Francis”. Il giovane è stato accolto per circa due mesi presso l’ateneo di Piacenza dai professori Tabaglio e Bertoni che gli hanno fatto conoscere varie tecniche di agronomia e zootecnia da mettere in pratica in Papua Nuova Guinea. Bertoni, direttore emerito del dipartimento di Produzioni Animali della Cattolica e già fondatore del gruppo di ricerca “C3S – Cibo sicuro, sufficiente e sostenibile”, infatti, è convinto che siano le comunità locali a dover diventare protagoniste del proprio sviluppo: «Nostro compito è quello di formarle e accompagnarle, tenendo conto delle caratteristiche ambientali, culturali e sociali. Perciò è fondamentale il confronto e la collaborazione con missionari che vivono la realtà locale, come padre Martin e padre Alejandro». Akus nel suo soggiorno italiano ha spiegato che la cultura della Papua Nuova Guinea è agli antipodi rispetto all’Italia e all’Europa: «Da noi il cibo non è qualcosa di scontato, la gente mangia come e quando può. Il sogno che nutro per me stesso, la mia gente e la mia casa è quello di riuscire, attraverso lo studio condotto anche in altri Paesi come l’Italia, a migliorare le condizioni di vita delle persone all’intero delle nostre comunità rurali. In quest’ottica, indirizzare verso un percorso virtuoso la produzione agricola sarebbe già un enorme passo avanti per combattere fame e malnutrizione». Prima di tornare a casa, Balthazar ha potuto anche salutare il Papa, insieme ad alcuni rappresentanti di “Chicco per Emdibir”, lo scorso 19 giugno a Roma al termine dell’udienza del mercoledì.

Nel suo villaggio Balthazar ora sta muovendo i primi passi per far tesoro di quanto appreso e ottenere produzioni agricole migliori per l’alimentazione delle famiglie e soprattutto dei più piccoli. E domenica scorsa anche lui era a Vanimo dove Papa Francesco è stato accolto dall’abbraccio di 20 mila fedeli, di tutte le età e tribù, quasi la metà dei circa 41.656 cattolici che abitano le 25 parrocchie presenti. Dopo il saluto di benvenuto del vescovo, Mons. Francis Meli, e le testimonianze di un catechista, di una bambina della Lujan Home l Al centro Elena Passadori di “Chicco per Endibir” con Balthazar Akus e lo staff dell’associazione alla Cattolica di Piacenza for Girls, di una religiosa e di una famiglia, il Santo Padre, al quale è stato donato un colorato copricapo di piume, nel suo discorso ha definito gli abitanti di Vanimo “esperti di bellezza”. Una bellezza, tuttavia, ferita da rivalità, divisioni tribali, da superstizione e magia, da sfruttamento, alcool e droghe, «mali che imprigionano e rendono infelici tanti fratelli e sorelle, anche qui». Il Papa ha esortato a ricordare che «l’amore è più forte di tutto questo e la sua bellezza può guarire il mondo, perché ha le sue radici in Dio. Diffondiamolo, perciò, e difendiamolo, anche quando il farlo può costarci qualche incomprensione, qualche opposizione». Guardando alle attrazioni paesaggistiche e ambientali di Vanimo, il Pontefice ha detto: «Noi sappiamo che il tesoro più grande non è quello. Ce n’è un altro, più bello e affascinante, che si trova nei vostri cuori e che si manifesta nella carità con cui vi amate. È questo il dono più prezioso che potete condividere e far conoscere a tutti, rendendo Papua Nuova Guinea famosa non solo per la sua varietà di flora e di fauna, per le sue spiagge incantevoli e per il suo mare limpido, ma anche e soprattutto per le persone buone che vi si incontrano; e lo dico specialmente a voi, bambini, con i vostri sorrisi contagiosi e con la vostra gioia prorompente. Siete l’immagine più bella che chi parte da qui può portare con sé e conservare nel cuore!». Papa Francesco ha poi deposto una Rosa d’Oro dinanzi alla statua della Vergine Maria e, dopo la preghiera di consacrazione a Maria da parte del vescovo, la benedizione e il canto finale, si è recato in auto alla “Holy Trinity Humanistic School” nel villaggio di Baro, dove ha avuto un incontro prima con un gruppo di giovani e poi con i missionari del Verbo Incarnato, tra cui padre Martin e padre Alejandro. Grande la gioia dei due sacerdoti che subito dopo hanno inviato un messaggio a Elena Passadori per condividere la meraviglia e lo stupore di un incontro unico e irripetibile.

Il viaggio del Papa è proseguito il 9, il 10 e l’11 settembre a Timor Est dove è stato accolto nella scuola “Irmas Alma”, che si occupa dei bambini con disabilità fisiche e mentali e dove, nella cattedrale dell’Immacolata Concezione (la più grande del SudEst asiatico), ha incontrato i vescovi, i sacerdoti e i consacrati e ha celebrato la Messa nella spianata di Taci Tulu con 750 mila fedeli.

L’ultima tappa a Singapore situata all’estremità della penisola malese. Tra i momenti più significativi la Messa che il Santo Padre celebra oggi al “Singapore SportsHub”, la visita a un gruppo di anziani e malati e l’incontro interreligioso con i giovani.

Al centro Elena Passadori di “Chicco per Endibir” con Balthazar Akus e lo staff dell’associazione alla Cattolica di Piacenza

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