Il lancio del sombrero

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di Silvia Malaspina

In questi giorni Carlo, erede al trono d’Inghilterra, ha annunciato uno stretto giro di vite sui titoli nobiliari spettanti ai componenti della Royal Family, mandando su tutte le furie il figlio Harry e la moglie Meghan Markle, poiché il piccolo Archie Mountbatten-Windsor e la neonata sorellina Lilibet Diana non potranno mai fregiarsi del titolo di principi.

Il nocciolo emerso dalla questione si è rivelato un altro: cosa escogiterà Meghan in risposta a questa rivoluzione propinata dal suocero? Colei che è stata con acida ironia definita «campionessa olimpica di lancio del sombrero» sembra abbia avuto anticipazioni di questa “dieta reale” già mesi fa e abbia strategicamente pianificato l’eclatante intervista ad Oprah Winfrey proprio per colpire i Windsor. A questo punto i tabloid inglesi si sono scatenati e, complice l’approssimarsi del giorno in cui la compianta Lady Diana avrebbe festeggiato il sessantesimo compleanno (1° luglio), hanno rilanciato il giochetto del confronto tra la defunta madre e la vispissima moglie del principe Harry, per il quale, stritolato fra due icone femminili così ingombranti, ben si addice il vecchio adagio “un cavaliere tra due dame fa la figura del salame”.

Per l’ennesima volta ci viene propinata una rappresentazione dualistica dell’universo femminile: Diana Spencer, designata e inconsapevole vittima sacrificale di oscuri disegni dinastici, creatura angelica, principessa del popolo, madre amorevole, anima e corpo spezzati dai tradimenti di un gelido marito fedigrafo e Meghan Markle, arrivista, manipolatrice, astuta donna d’affari, unico esempio vivente di una favola al contrario: ha baciato un principe e l’ha trasformato in un ranocchio.

È incredibile come si perseguano obsoleti e cristallizzati stereotipi per descrivere le donne, quando la realtà ha ben altre sfaccettature: Lady Diana non si è certo rinchiusa in un gelido maniero a piangere sulle scorribande di Carlo, ma ha avuto modo di consolarsi a più riprese con aitanti giovanotti, mentre pare evidente che Meghan Markle sia fuggita armi e bagagli in California anche per sottrarsi a quell’esistenza imbrigliata e rigidamente preordinata che ha finito per distruggere la suocera. Viene quindi spontaneo chiedersi: possiamo essere solo sante o malefiche, innamorate o calcolatrici, sottomesse o dominatrici, fedeli nei secoli o maliarde seduttrici?

Non sarà che siamo un delicato e spesso inafferrabile mix di tutte queste componenti? Se nemmeno alle principesse è concesso il beneficio del dubbio, come possiamo noi donne normali far emergere ed accettare che non siamo “o così, o Pomì” ma semplicemente “siamo così, dolcemente complicate”? Forse il primo fondamentale passo consiste nel guardare senza giudicare dalla prima impressione: talvolta ci si appropria del famigerato sombrero per proteggersi dal sole e non per lanciarlo ad arpionare un’esistenza dorata.

silviamalaspina@libero.it

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