Mare fuori

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di Silvia Malaspina e Carolina Mangiarotti

C’è una serie televisiva completamente made in Italy che fa impazzire i giovani e anche gli adulti, pur trattando un tema non di leggera evasione: Mare fuori, ambientata in un istituto di pena minorile di Napoli. Siamo giunti ormai alla terza stagione. La parte “over” del nostro binomio ha assistito alla prima e alle puntate iniziali della seconda con irregolarità, riluttanza e qualche rimbrotto: «Ma insomma! Dobbiamo proprio sorbirci questi spettacoli così crudi e tutte queste miserie? Mai una gioia, nemmeno alla sera!» Adesso, invece, entrambe siamo completamente addicted e, fra i brontolii, questa volta della parte maschile, incalziamo: «Su, su, è ora di cena: se facciamo tardi, poi non riusciamo a vedere un episodio per intero dei “ragazzi”.» Non si può negare che questa fiction sia avvincente: le dinamiche e le storie degli ospiti dell’IPM di Napoli sono così forti e tragicamente coinvolgenti che diventa impossibile staccarsene. Inoltre gli attori, sia i professionisti, fra i quali una strepitosa Carolina Crescentini che interpreta la direttrice del carcere e un magnetico Carmine Recano, il Comandante, sia i giovani, quasi tutti ragazzini alle prime esperienze, hanno dato una prova sublime di recitazione, sancendo un grande successo di pubblico, ancor più sorprendente se consideriamo che la quasi totalità dei dialoghi avviene in napoletano stretto, seppur con l’ausilio dei sottotitoli in italiano.

«Hai visto che alla fine ti sei convertita a Mare fuori? Non negare: ti piace, anche se ogni tanto continui a fare le facce di disappunto!» «Riconosco che hai ragione: ormai sono completamente coinvolta, ma la cosa che più mi stupisce è che, partendo da questa serie, si sta sviluppando un’attenzione mai vista prima sui problemi dei ragazzi “difficili” e su una realtà come quella dei quartieri degradati di Napoli molto lontana dalla nostra, piccola e protetta.» «Adesso è diventata anche un po’ una moda: noi abbiamo insistito con i proff. affinché la meta della gita di 5 giorni fosse Napoli e si sono convinti. Sai che a scuola, nell’intervallo, proviamo a parlare in napoletano? “Chillo tene a’ cazzimma” è ormai diventato di uso comune, e i vari personaggi hanno i loro fans. Io sto dalla parte di Eduardo (non è bellissimo?) e di Rosa.» «Io preferisco Carmine e o’ Chiattillo: non avevo dubbi che a te piacesse il boss tatuato dal ciuffo impomatato!» «Fai pure la rima! Ti ricordo che andavi in sollucchero di fronte al Commissario Montalbano che nuotava nelle acque cristalline siciliane e mi apostrofavi “Tu sì ’na camurrìa”, quindi non puoi dire nulla se provo a usare espressioni partenopee.» «Adesso che è terminata la terza stagione, sai cosa farò? Mi rivedrò le prime due, ho lacune da colmare!»

silviamalaspina@libero.it

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