Floribert, primo martire congolese

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Di Daniela Catalano

L’8 luglio è la data fissata per la memoria liturgica di Floribert Bwana Chui Bon Kositi, il primo martire congolese ucciso a causa della corruzione e beatificato il 15 giugno scorso, a Roma. Floribert nasce il 13 giugno 1981 a Goma, nella Repubblica Democra- tica del Congo, al confine con il Ruanda, in una terra devastata da conflitti sanguinosi, primo figlio di una famiglia agiata. I genitori lo educano cristianamente e a 11 anni è battezzato e poi riceve anche la Prima Comunione e la Cresima. Studia Legge e contemporaneamente si dedica all’aiuto di poveri e bisognosi. Entra a far parte della Comunità di Sant’Egidio, dove si distingue per il suo sincero impegno a sostegno dei bambini di strada. Floribert inizia a lavorare nella capitale Kinshasa, come addetto al controllo qualità delle merci importate in Congo. Dopo qualche tempo, torna nella sua città natale, Goma, e si specializza nella supervisione dei prodotti alimentari che arrivano nel Paese, dimostrando tutta la sua levatura morale. Un giorno giunge dal Ruanda un carico di riso che non rispetta i requisiti sanitari ed è tossico per la popolazione. Floribert rifiuta di distribuire quel cibo nocivo, ma i commercianti gli fanno pressioni affinché consenta l’ingresso delle derrate. Per convincerlo gli offrono delle tangenti. Il giovane rifiuta categoricamente e a un’amica suora confida: «Vivo in Cristo o no? Vivo per Cristo o no? Ecco perché non posso essere d’accordo. È meglio morire che accettare questi soldi». La sua onestà, infatti, si fonda nella fede in Cristo. Il 7 luglio 2007, a soli 26 anni, viene rapito e il giorno dopo il suo corpo, sottoposto a torture, è ritrovato senza vita. Alla beatificazione, autorizzata da Papa Francesco, hanno partecipato la madre e i fratelli di Floribert, che hanno portato all’altare come reliquia l’abito da lui indossato nel momento del martirio. Papa Leone XIV, parlando del beato, ha detto: «Questo martire africano, in un continente ricco di giovani, mostra come essi possano essere un fermento di pace disarmata e disarmante. Questo laico congolese mette in luce il valore prezioso della testimonianza dei laici e dei giovani».

cadarita [at] yahoo.it

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