Beata Anna Kolesárova

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La beata Anna Kolesárova è stata definita la Maria Goretti del ’900. La giovane slovacca fu uccisa durante la seconda guerra mondiale con due colpi d’arma da fuoco da un soldato sovietico, per avere respinto il suo tentativo di violentarla, quindi per lo stesso motivo che causò la morte della santa italiana nell’800. Anna è stata beatificata il 1º settembre 2018 a Čermeľ, vicino Košice, nella Slovacchia orientale e la sua memoria liturgica ricorre il 22 novembre. Era nata il 14 luglio 1928 nel villaggio di Vysoka nad Uhom, nella Slovacchia dell’Est, non lontano dal confine con l’Ucraina, in una famiglia profondamente religiosa che la fece battezzare il giorno dopo la nascita.

Dopo la morte della madre dovette prendersi cura della casa in cui viveva con il papà e il fratello maggiore. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale la situazione si complicò molto. Il villaggio, dopo l’occupazione tedesca, assistette all’avanzamento del fronte sovietico. Il 22 novembre 1944 il paese fu occupato dalle truppe dell’Armata Rossa e, durante una perquisizione, un soldato scoprì che Anna e la sua famiglia si erano nascosti in cantina. Il padre mandò Anna, allora sedicenne, a cucinare qualcosa per quel soldato ma lui iniziò a insidiare la giovane, nonostante fosse sobriamente vestita di nero, come avevano concordato tutte le donne del villaggio proprio per non destare le attenzioni sconvenienti dei militari.

La reazione del soldato alle sue resistenze fu tremenda.

Lui la uccise davanti agli occhi attoniti dei suoi familiari. Anna fu seppellita immediatamente ma il rito funebre poté essere celebrato, in gran segreto, solo una settimana più tardi.

Intanto il parroco con un altro sacerdote che aveva conosciuto la ragazza, iniziarono a indagare sulle circostanze della sua morte raccogliendo testimonianze scritte che servirono a tenere viva la memoria di questa vicenda. Caduto il regime, si iniziò liberamente a parlare di Anna e della sua eroica morte e molti cominciarono ad andare nel cimitero del paesino a pregare sulla sua tomba, sulla cui lapide era inciso il motto di san Domenico Savio: «La morte ma non i peccati». La diocesi di Košice organizzò il primo pellegrinaggio ufficiale sulla sua tomba nel 1999 e la sua casa natale cominciò a essere meta di tanti giovani fedeli.

Nel 2008 è stata creata la fondazione “Domček – Casa Anna Kolesárova”, che gestisce le attività missionarie e i viaggi legate alla sua figura.

Daniela Catalano

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