Fare il bagno nell’acqua chiara del Gorzente

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Bisogna percorrere un po’ di strada ma all’arrivo il paesaggio ripaga di ogni fatica: per sconfiggere il gran caldo visitate il Parco delle Capanne di Marcarolo

In questi giorni bollenti, con le temperature in netta salita, giornali e televisioni non fanno altro che suggerire metodi per vincere il caldo e indicare possibili refrigeri in località montane o balneari. Magari a due passi da casa… per evitare lo stress autostradale.

Un’ottima soluzione per i nostri lettori si trova appena varcato il confine diocesano, in quella parte di territorio a metà tra Piemonte e Liguria, tra Genova e Novi Ligure, nel Parco delle Capanne di Marcarolo, oggi “Ente Aree Protette Appennino Piemontese”, uno fra i più estesi del Piemonte, compreso tra le valli Lemme, Polcevera e Stura.

L’area naturale è stata istituita nel comune di Bosio 44 anni fa, nel 1979, ed è adatta per rilassarsi, fare trekking e passeggia-re, ammirando paesaggi imperdibili. È l’ideale per una gita domenicale con tutta la famiglia perché permette una vera e propria immersione nella natura e nella storia. Il Parco si estende per più di 9500 ettari che vanno da 335 metri di altitudine dei Laghi di Lavagnina fino ai 1172 metri del Monte delle Figne, e comprende importanti monumenti storici come il Sacrario della Benedicta, che commemora il massacro di 75 partigiani, avvenuto tra il 6 e l’11 aprile del 1944, i ruderi di un’ex abbazia nei pressi della frazione di Capanne di Marcarolo e un interessante ecomuseo sul mondo contadino. Da tempo, inoltre, il Parco ospita la “Fiera del bestiame delle antiche razze locali”, giunta alla sua 22^ edizione, che si terrà proprio domenica prossima, 23 luglio.

Il Parco è anche un ottimo posto per trascorrere alcune ore al fresco e per provare l’esperienza di un bagno nel fiume. È, infatti, particolarmente ricco dal punto di vista idrografico: con i torrenti Lemme e Gorzente, che scendono verso il Monferrato, e con i laghi di Lavagnina, due bacini artificiali, il Superiore e l’Inferiore, che si trovano a 335 metri di altezza. Sin dall’antichità, in questa zona si estraeva l’oro, in particolare dalle acque del torrente Gorzente e del vicino Rio Moncalero, nei cui pressi furono scavate delle vere e proprie miniere. Si racconta che i Romani avessero costruito la città di Rondinaria allo scopo di ospitare gli schiavi addetti al lavoro di estrazione, ma a oggi non si sono ritrovate tracce certe di questo insediamento. Nel 2019, dopo molti anni di abbandono, due miniere sono state messe in sicurezza e sono accessibili con visite guidate.

Un’esperienza sicuramente da non perdere è quella del bagno nel fiume. A spiegare bene perché è la famiglia Tassistro di Novi Ligure. Enrico, insieme alla moglie Marta e ai due figli, è ormai un vero esperto di viaggi “in famiglia” e, attraverso le pagine social, suggerisce itinerari e mete adatti a persone con bambini a seguito. Sul sito piemonte.viaggiapiccoli.com recentemente hanno raccontato che il torrente è sempre la loro prima scelta, con le sue piscine naturali di colore verde smeraldo.

«Anche se ci sono diversi punti da cui scendere al torrente, – raccontano – noi parcheggiamo in prossimità della Baita Rio Gorzente, nel cuore del Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo. Proseguendo sulla strada per pochi metri si raggiunge la partenza del sentiero che porta al Lago Bruno. Lungo il tragitto ci sono varie discese al torrente, le prime nei caldi weekend estivi sono più frequentate, ma camminando circa mezzora si raggiungono pozze e spiagge più tranquille. Le piccole spiagge sono in ghiaia e nelle pozze più grandi è possibile nuotare e approfittare dell’idromassaggio naturale che si crea tra le rocce in alcuni punti. Dopo una giornata al fiume vi consigliamo di fermarvi per l’aperitivo o per cena alla “Baita Rio Gorzente”, dove è possibile assaggiare i prodotti locali della cucina a cavallo tra Piemonte e Liguria o anche fermarsi per la notte nel campeggio adiacente».

Daniela Catalano

Illustrazione di Maurizio Immovilli
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