Elevazione spirituale con i canti di Perosi

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Al santuario della Guardia di Tortona eseguiti i brani del compositore, diretti da Enrico Vercesi

TORTONA – In coincidenza con l’inizio della Novena di Natale venerdì 16 dicembre alle ore 19. 15 presso il Santuario della Madonna della Guardia, si è tenuta l’elevazione spirituale in musica “Neve non tocca”, ultimo evento previsto dal Perosi Festival nel 150° anniversario della nascita di Lorenzo Perosi. Davanti a un pubblico attento e numeroso, alla presenza del Vescovo Mons. Guido Marini e del direttore del “Perosi Festival” don Paolo Padrini, i motivi musicali sono stati proposti dalla Corale del Santuario “San Luigi Orione” e dalla Cappella Musicale della Cattedrale, accompagnati all’organo da Alberto Do e diretti da Enrico Vercesi.

La serata aveva come scopo la riflessione e l’approfondimento delle tematiche dell’Avvento e del Natale attraverso l’esecuzione di musiche perosiane, in modo da unire il percorso spirituale a una proposta artistica di livello qualitativamente importante. Le due realtà locali, in termini di impegno, dedizione, partecipazione e di resa musicale, si sono dimostrate all’altezza delle importanti formazioni che si sono esibite nell’attuale edizione del “Perosi Festival”. Il pubblico presente ha calorosamente applaudito i vari brani proposti dai due cori. Il programma, suddiviso in quattro momenti, ha messo in risalto altrettanti temi presenti nel periodo liturgico dell’Avvento e del Natale. Il primo è stato la figura di Maria, che in umiltà accoglie il progetto di Dio e cambia il destino dell’umanità, musicalmente rappresentata dai brani Tota Pulchra, Ave Maria (nella versione a 4 voci ineguali) e il madrigale Neve non tocca.

Si è poi proseguito definendo la conoscenza di Cristo, con particolare riferimento alla sua sostanza messianica e sono stati eseguiti il Kyrie e il Gloria della Prima Missa Pontificalis (forse la più famosa ed eseguita), questo con una vocalità più moderna e slegata dai canoni ottocenteschi. È seguita la sosta davanti alla grotta di Betlemme che, come ha sottolineato Mons. Marini al termine della serata, «non è solo un fatto superficiale e romantico». Prendere in braccio il Bambino, infatti, «significa fare esperienza di Lui, che per un tratto della storia dell’uomo ha vissuto la nostra stessa dimensione»: sono stati eseguiti brani natalizi, quali l’inno vespertino Jesu Redemptor omnium, l’offertorio di Natale, Tui sunt cæli, il mottetto Ave, verum corpus e la “ninna nanna perosiana”, il celebre Dormi, non piangere. Infine, la Cappella Musicale della Cattedrale, in organico a sei voci, ha eseguito lo splendido Te Deum laudamus (eseguito nella Messa di inizio del ministero apostolico del vescovo Guido), in alternato al canto gregoriano con i versetti in falsobordone, quale inno a Dio Padre, origine e culmine di tutto.

Dopo i sentiti ringraziamenti e il saluto di Mons. Marini, è stato eseguito il tradizionale Adeste fideles, cantato anche dal pubblico, in un intenso ed emozio- nante momento finale.

e.v.

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