Dopo 37 anni salta la Fiera del Tartufo

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A causa dell’emergenza sanitaria il sindaco di San Sebastiano Curone ha annullato l’evento

SAN SEBASTIANO CURONE – Nonostante la macchina organizzativa dell’amministrazione comunale si fosse attivata da tempo per gestire in sicurezza il flusso dei visitatori, l’emergenza sanitaria ha cancellato anche la fiera nazionale del tartufo in programma la seconda e la terza domenica di novembre in questo piccolo comune della Val Curone. Qui abitano seicento anime e qui d’estate arriva a “prendere il fresco” o a fare villeggiatura una moltitudine di turisti piemontesi, ma anche lombardi ed emiliani. E in questo borgo, ricco di eccellenze culinarie ed enologiche, il “saluto all’autunno” viene dato dalla mostra-mercato che ha lo scopo di far conoscere la pregiata produzione di tartufi bianchi e neri delle Terre del Giarolo. «Sarebbe stata la 37^ edizione – precisa il sindaco Vincenzo Caprile –, con migliaia di visitatori che solitamente arrivano nelle due domeniche dedicate. Questa è anche un’ottima annata per quantità e per profumo. Di contro la stagione dei tartufi è stata più sfortunata dal punto di vista economico: a causa del Covid è calata la domanda da Milano, dai ristoranti e dalle fiere.

I commercianti ritirano il nostro prezioso tubero, ma a un prezzo inferiore». Per evitare assembramenti, si era presa la decisione di non effettuare il tradizionale mercato enogastronomico (con oltre 120 bancarelle selezionate provenienti dal Piemonte e da altre regioni italiane), ma di promuoverne però uno “diffuso”, con la possibilità per i produttori gastronomici e i vignaioli di aprire aziende e cantine per degustazioni e vendita.

«Le valli Staffora, Curone, Borbera e Grue – prosegue Caprile – sono l’unica zona dell’alta Italia ad accogliere tre tipi di tartufo: il “bianco pregiato”, il “nero pregiato di Norcia” e lo “scorzone” (nero non pregiato). Per noi è una risorsa sommersa, che ha visto arrivare, negli anni, commercianti da Toscana, Emilia, Lombardia e Veneto. Per il secondo anno avevamo poi predisposto un’asta telematica in collegamento con Singapore, grazie all’aiuto dello chef Osvaldo Forlino, che ha un ristorante in Estremo Oriente. Battitore d’asta sarebbe stato, come sempre, Gianfranco Semino, ma l’andamento del virus in questa parte dell’Asia aveva già portato alla chiusura delle attività di ristorazione, privandoci di questo momento internazionale. E quest’anno non a- vremmo avuto con noi neppure l’amico e imprenditore Gianfranco Giani, ex presidente e socio fondatore del consorzio “Salame Nobile del Giarolo” scomparso lo scorso giugno».

Alessandra Dellacà

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