«Costruiamo una Chiesa fondata sull’amore di Dio»
Messa di inizio pontificato. Celebrata domenica scorsa in piazza San Pietro da Leone XIV. Ha partecipato il vescovo Mons. Guido Marini
DALL’INVIATO A ROMA LUCA STURLA
Un nuovo capitolo per la Chiesa universale si è aperto domenica 18 maggio con la Santa Messa solenne celebrata in piazza San Pietro che ha segnato l’inizio del pontificato del Santo Padre Leone XIV. Un evento carico di spiritualità, simbolismo e partecipazione, che ha visto la presenza di oltre 250.000 fedeli, tra cui un gruppo proveniente dalla Diocesi di Tortona e una delegazione delle Confraternite diocesane che nel fine settimana hanno vissuto il loro Giubileo.
La Messa è stata concelebrata da 200 cardinali e 750 tra arcivescovi e vescovi, tra i quali Mons. Guido Marini, e sacerdoti. Presenti anche 156 delegazioni da tutto il mondo e 39 delegazioni ecumeniche, tra cui il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I.
La giornata è iniziata con la processione dalla basilica vaticana, durante la quale Papa Leone XIV, vistosamente commosso, ha sostato in preghiera presso la tomba dell’apostolo Pietro, sottolineando il profondo legame con le radici della Chiesa. Durante la celebrazione, il Pontefice ha ricevuto il Pallio. Questo simbolo rappresenta l’autorità del Papa come pastore supremo e il suo legame con gli altri vescovi. Dopo l’orazione del cardinale Fridolin Ambongo, il cardinale Luis Antonio Tagle ha consegnato al Papa l’Anello del Pescatore, che reca l’effigie di san Pietro. Simboleggia il ruolo del Papa come successore dell’apostolo Pietro e guida della Chiesa. Il rito dell’obbedienza ha visto la partecipazione di rappresentanti delle varie categorie ecclesiastiche; tra di loro suor Oonah O’Shea, superiora generale delle religiose di Notre Dame de Sion, e il preposito generale dei Gesuiti, padre Arturo Sosa.
Nell’omelia Papa Leone XIV ha espresso con umiltà il senso della sua chiamata. «Sono stato scelto – ha detto il Pontefice – senza alcun merito e, con timore e tremore, vengo a voi come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede e della vostra gioia, camminando con voi sulla via dell’amore di Dio, che ci vuole tutti uniti in un’unica famiglia».
Ha poi sottolineato le due dimensioni fondamentali della missione affidata a Pietro da Gesù: «amore e unità». Il Papa, interrotto più volte dagli applausi dei fedeli presenti, ha ricordato il suo predecessore. «In questi ultimi giorni abbiamo vissuto un tempo particolarmente intenso. La morte di Papa Francesco ha riempito di tristezza il nostro cuore e, in quelle ore difficili, ci siamo sentiti come quelle folle di cui il Vangelo dice che erano come pecore senza pastore». Ha poi rivolto un appello per la pace, menzionando in particolare la martoriata Ucraina, auspicando «negoziati per una pace giusta e duratura». A suggello finale dell’omelia il commento di un passo della Rerum Novarum di Leone XIII, che suona come un mandato: «Con la luce e la forza dello Spirito Santo, costruiamo una Chiesa fondata sull’amore di Dio e segno di unità, una Chiesa missionaria, che apre le braccia al mondo, che annuncia la Parola, che si lascia inquietare dalla storia, e che diventa lievito di concordia per l’umanità. Insieme, come unico popolo, come fratelli tutti, camminiamo incontro a Dio e amiamoci a vicenda tra di noi».
«In questo nostro tempo, vediamo ancora troppa discordia, troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri», la denuncia di Leone XIV: «E noi vogliamo essere, dentro questa pasta, un piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità. Noi vogliamo dire al mondo, con umiltà e con gioia: guardate a Cristo! Avvicinatevi a Lui! Accogliete la sua Parola che illumina e consola! Ascoltate la sua proposta di amore per diventare la sua unica famiglia: nell’unico Cristo siamo uno». «E questa è la strada da fare insieme, tra di noi ma anche con le Chiese cristiane sorelle, con coloro che percorrono altri cammini religiosi, con chi coltiva l’inquietudine della ricerca di Dio, con tutte le donne e gli uomini di buona volontà, per costruire un mondo nuovo in cui regni la pace. Questo è lo spirito missionario che deve animarci, senza chiuderci nel nostro piccolo gruppo né sentirci superiori al mondo; siamo chiamati a offrire a tutti l’amore di Dio, perché si realizzi quell’unità che non annulla le differenze, ma valorizza la storia personale di ciascuno e la cultura sociale e religiosa di ogni popolo».
Con queste parole, il nuovo Pontefice ha tracciato le linee guida del suo pontificato, improntato all’amore, all’unità e alla pace, valori fondamentali per una Chiesa che vuole essere fermento di un mondo riconciliato. Al termine della celebrazione, Leone XIV ha recitato il Regina Coeli e ha impartito la benedizione solenne. Tra le autorità civili, erano presenti anche il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha dichiarato che «il popolo italiano guarderà a lui e alla Chiesa come guide e punti di riferimento», e il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky.
(Foto: Vatican Media Calvarese/SIR)