Come gli apostoli, desideriamo la vita buona con Gesù

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Sabato scorso il quinto pellegrinaggio vocazionale giubilare nel santuario di Torricella Verzate. A maggio il Rosario e la Messa sono settimanali

Sabato 3 maggio nel santuario della Passione, dedicato alla Natività di Maria, di Torricella Verzate sono iniziati i pellegrinaggi giubilari che in questo mese, tradizionalmente dedicato alla Madonna, si svolgeranno ogni sabato, ben cinque, ciascuno in un differente luogo di preghiera della diocesi. Il Vescovo Guido ha introdotto la preghiera del Rosario e ha evidenziato le due caratteristiche del pellegrinaggio, che è, innanzitutto, vocazionale. Davanti alla Madonna, in tutte queste tappe dell’anno, chiediamo sante vocazioni, in particolare al sacerdozio e alla vita consacrata. Erano presenti i ragazzi della comunità del seminario, religiose e sacerdoti. Mons. Marini ha sottolineato la bellezza della presenza “fisica” di chi sta percorrendo questa vocazione e sta rispondendo alla chiamata del Signore. Poi, ha ricordato la seconda caratteristica: pellegrinaggio giubilare. È possibile, quindi, vivere la grazia del giubileo. Il vescovo ha ricordato, quindi, come ottenere il grande dono sovrabbondante della misericordia di Dio, l’indulgenza. Tra le condizioni necessarie c’è la preghiera secondo le intenzioni del Papa. Questi erano giorni particolari per la Chiesa, tra la morte del Papa e l’inizio del ministero petrino del nuovo Pontefice, noti col nome di “Sede vacante”. Mons. Marini, così, ha invitato a pregare per la Chiesa tutta e per il Papa che il Signore donerà. Abbiamo pregato anche in suffragio di Papa Francesco, salito al cielo il 21 aprile. La liturgia del giorno prevedeva la festa dei Santi Apostoli Giacomo e Filippo. La particolarità di questo legame tra i due Apostoli ha da sempre attirato l’attenzione di Mons. Marini. Certamente Giacomo e Filippo vengono ricordati insieme perché le loro reliquie sono custodite nella stessa chiesa dei Santi Dodici Apostoli di Roma, ma soprattutto perché hanno condiviso la stessa passione: «Tutti e due – ha detto il Vescovo – hanno non soltanto incontrato Gesù, non soltanto l’hanno accolto nella loro vita, non soltanto lo hanno amato appassionatamente, ma poi hanno vissuto con il desiderio crescente di annunciare sempre a tutti, fino ai confini del mondo, con la salvezza che loro avevano in prima persona sperimentato, quel Gesù che li aveva affascinati, che avevano incontrato e accolto nella loro vita». L’omelia è stata appassionata e ha suscitato alcuni interrogativi per la nostra vita per «mettere in movimento – ha continuato Mons. Marini – un desiderio nuovo di vivere fino in fondo il Vangelo, di accogliere fino in fondo il Signore nella nostra vita, di lasciare che Lui e il suo Vangelo la trasformino in vita buona, bella. Perché a coloro che domandano, a volte anche senza parole, ma con uno sguardo, se la vita con Gesù è buona, noi possiamo rispondere dicendo “Sì, è davvero buona! Ed è l’unica vita veramente buona che noi possiamo vivere”. Ecco, oggi i santi Filippo e Giacomo ci aiutano in questa direzione». Il Vescovo ha rivolto i saluti finali a mons. Gianfranco Maggi, vicario foraneo, mons. Gianni Captini, aiuto pastorale di Casteggio, a don Claudio Baldi e don Paolo Padrini parroci della cattedrale di Tortona, insieme al diacono permanente Stefano Cagnoni e alla corale che ha accompagnato la preghiera. Monsignor Marini ha, infine, ringraziato per la modalità corale di partecipare al pellegrinaggio pregando a una sola voce, un camminare insieme che rivela la bellezza di essere popolo di Dio.

Lucia Gradi

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