Chiamati a essere annunciatori miti e forti della Parola di Dio

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Il 23 e il 24 giugno a Roma il Giubileo dei seminaristi. Presente la nostra comunità del seminario diocesano, insieme a don Claudio Baldi

Il 23 e il 24 giugno a Roma si è svolto il Giubileo dei seminaristi al quale ha partecipato anche la comunità del seminario di Tortona, formata da Matteo Albareda, Giuseppe Giorgi, Vincenzo Selvaggio e Alessandro Vivalda, accompagnata dal rettore don Claudio Baldi. Il momento più intenso vissuto dai seminaristi è stato martedì 24 giugno, quando, dopo aver attraversato la Porta santa, alle ore 11 hanno ascoltato la catechesi del Santo Padre nella basilica di San Pietro, incentrata sul versetto tratto dal Vangelo di Giovanni: “Vi ho chiamato amici”. Il Papa ha definito i seminaristi “pellegrini” e “testimoni di speranza”, chiamati a diventare “ponti e non ostacoli all’incontro con Cristo”. Ha sottolineato l’importanza della vocazione sacerdotale come risposta coraggiosa a una chiamata in tempi difficili, invitando i seminaristi a essere annunciatori miti e forti della Parola salvifica. Il Santo Padre, discostandosi dal discorso preparato, si è anche rivolto ai presenti in lingua spagnola. Al cuore del discorso, l’invito a coltivare l’amicizia con Cristo, la centralità del lavoro interiore, della preghiera e del discernimento, ricordando con forza l’enciclica Dilexit nos e l’esigenza di un “seminario come scuola degli affetti” in un mondo segnato dal narcisismo e dal conflitto. Il richiamo a un cuore “mite e umile come quello di Gesù” ha costituito la conclusione di un messaggio intenso, che ha toccato anche temi delicati come la necessità di riconoscere fragilità, paure e crisi interiori come momenti di grazia e di crescita autentica. Al termine della sua meditazione, tutti i presenti hanno recitato il Credo in latino. Il Papa ha poi salutato tutti i seminaristi, passando tra di loro, sorridendo e stringendo mani.

Il giubileo dei seminaristi è stato vissuto dalla comunità del seminario di Tortona in modo molto intenso e partecipato, insieme agli altri seminaristi delle diocesi di Genova, La Spezia, Chiavari, Alessandria e ai rispettivi formatori. Lunedì 23 giugno ci siamo ritrovati per la S. Messa di inizio pellegrinaggio presieduta da don Fully, rettore del seminario arcivescovile di Genova, dove tutti noi studiamo teologia; al termine della celebrazione, nella vigilia della solennità di san Giovanni Battista, don Fully ci ha lasciato un simpatico invito, quello di “perdere anche noi la testa per Gesù”, come successe al Battista. Il seminarista è davvero qualcuno che, magari non in modo cruento come accaduto al Precursore, perde la testa per Gesù, che è innamorato di lui. Dopo la Messa siamo andati alla basilica papale di san Paolo fuori le Mura, dove, con i seminaristi provenienti da più parti del mondo si è recitato il santo Rosario e a seguire abbiamo assistito a un concerto del celebre coro della diocesi di Roma diretto da mons. Marco Frisina. Martedì 24 abbiamo vissuto il momento culminante di questo pellegrinaggio: la processione con la croce lungo Via della Concilia- zione, sotto la guida del nostro rettore don Claudio, il passaggio della Porta Santa della basilica papale di san Pietro cantando l’inno del giubileo e l’incontro con il Santo Padre Leone XIV, accolto tra canti di gioia e acclamazioni festose di circa seimila seminaristi di tutto il mondo. Per noi saranno indimenticabili le parole che il Papa ci ha rivolto nella sua meditazione, davvero “un toccasana” per la nostra vita di seminario. Leone XIV ci ha accolto ringraziandoci perché con la nostra energia alimentiamo la fiamma della speranza nella vita della Chiesa. Ci ha invitato a lavorare sulla nostra interiorità, senza la vita interiore, infatti, non è possibile la vita spirituale perché Dio parla proprio lì, nel cuore. E questo nostro cuore deve essere mite, umile e saper amare come quello di Gesù. Per ottenere questo l’invito del Papa è quello di invocare sempre lo Spirito Santo, capace di plasmare il cuore e far sì che esso accolga la presenza di Dio in vari contesti dove possiamo essere chiamati ad operare. Approfondire il dialogo personale con il Signore Gesù deve essere fondamentale nella vita del seminarista. Il Pontefice ha concluso lasciandoci un compito, quello di non giocare mai al ribasso, di non accontentarsi, di appassionarsi alla vita sacerdotale, vivendo il presente e guardando al futuro con cuore profetico. Nel pomeriggio, prima di rientrare a Tortona, la nostra comunità ha visitato il centro storico di Roma con alcune sue chiese; l’ultima visitata è stata la bellissima chiesa del Gesù, che custodisce il corpo di sant’Ignazio di Loyola. Ripartire verso Tortona dopo aver pregato davanti a questo grande santo, protagonista della Riforma cattolica del Cinquecento, ci sprona nella nostra vita seminaristica; sant’Ignazio, maestro di discernimento vocazionale, con il suo metodo ci aiuta a riconoscere la volontà di Dio nella nostra vita.

La comunità del seminario di Tortona

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