Chi è l’enoturista? E perché dovrebbe venire a Tortona?

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Idee a confronto. Il convegno promosso da Banca d’Alba sui temi del turismo del vino e della sostenibilità. Con alcuni dati sorprendenti su un “brand” tutto locale. E sperando che il futuro sia un’opportunità

DI MARCO REZZANI

“Enoturismo e sostenibilità: scenari, opportunità e strumenti di comunicazione” è il titolo dell’interessante convegno, promosso da Banca d’Alba in collaborazione con l’Osservatorio Turismo di Regione Piemonte e moderato da Danilo Poggio di Grp Tv, che si è svolto nella mattinata di lunedì 20 maggio presso il teatro “Civico” di Tortona.

L’appuntamento era rivolto ad aziende vitivinicole, albergatori, ristoratori e a coloro che operano nel settore turistico. In prima fila il sindaco della città Federico Chiodi e il presidente di “Terre Derthona” Walter Massa. In platea anche gli studenti di alcune scuole cittadine, tra cui il “nostro” Santachiara.

Chi è l’enoturista? Quali sono gli elementi forti e attrattivi di un territorio che possono fare da traino per gli appassionati da tutto il mondo? Quali saranno le occupazioni del futuro nel settore? Come si fa a comunicare un’identità territoriale? Sono solo alcune delle domande alle quali l’evento al “Civico” ha cercato di dare risposta, con una certezza che è parsa lampante: il Piemonte, la nostra provincia di Alessandria e a livello più locale Tortona e il Tortonese hanno da un punto di vista enoturistico grandi potenzialità. Uno stato di salute del tutto buono per il “brand” tortonese, con una richiesta sempre maggiore di vacanze che coniughino turismo e food & wine.

Dopo i saluti del direttore commerciale di Banca d’Alba Franco Biglino, il convegno è partito da un’accurata analisi dei flussi turistici curata dalla responsabile dell’Osservatorio Turistico del Piemonte Cristina Bergonzo. Numerosi gli spunti emersi dalla sua relazione. «La regione Piemonte– ha fatto notare l’esperta – è la prima in Italia per numero di vini con 59 IG (Indicazione Geografica), 45.000 ettari di vigneti, 5 strade del vino, 30.000 aziende vitivinicole, 20 musei del vino e 15 enoteche regionali». Numeri che rendono la regione e le sue province particolarmente appetibili dal punto di vista enoturistico. In questo contesto ben s’inserisce il successo degli agriturismi: a livello regionale rappresentano il 19% delle strutture ricettive extra alberghiere, in provincia di Alessandria il 31%, percentuale che sale al 37% nel Tortonese, dove il 51% offre anche l’opportunità della degustazione.

Da notare come nel post pandemia la domanda turistica da queste parti ha fatto registrare un notevole incremento del 30%. In Piemonte sono 500 le cantine disponibili ad accogliere l’enoturista, di cui 47 ubicate in provincia di Alessandria. Interessanti i dati riguardo alla provenienza dei “turisti del vino”. Quasi l’80% dei pernottamenti esteri è generato da persone provenienti da Germania (24,5%), Francia (12,9%), Benelux (12,2%), Svizzera (10,2%). Gli Stati Uniti nel 2023 hanno fatto registrare un considerevole aumento del 33% rispetto all’anno precedente.

Il 2023 per la prima volta ha visto in Piemonte il sorpasso delle presenze straniere su quelle del nostro Paese. Anche il turismo “domestico” è cresciuto nel 2023 sia negli arrivi sia nelle presenze con Piemonte e Lombardia che rimangono le principali regioni di provenienza.

In provincia di Alessandria nel 2023 gli arrivi sono stati 364.000, mentre i pernottamenti 760.000, con un tempo medio di permanenza pari a 2,1 notti. La quota italiana supera quella straniera e tra gli stranieri sono i cittadini del Benelux ad aver preferito maggiormente la nostra provincia; seguono Tedeschi, Francesi e Svizzeri. Notevole il balzo in avanti anche qui degli americani. Ma chi è l’enoturista? Ne ha tratteggiato i contorni Roberta Garibaldi, docente di Tourism Management and Marketing all’Università di Bergamo, che ha parlato dell’enoturismo, delle sue potenzialità e di come il vino possa rappresentare un’attrattiva. «Il turista del vino – ha spiegato è colui che svolge esperienze turistiche collegate al vino nel corso dei suoi viaggi. In Italia sono circa 13,4 milioni, con una leggera prevalenza di donne. Territorialmente il 32,5% risiede al Sud o nelle Isole, il 27,1% nel Nord Ovest, il 20,9% nel Centro e il 19,5% nel Nord Est». I viaggi enoturistici vengono considerati un’occasione di arricchimento culturale ormai dal 66,4% dei turisti italiani: chi sceglie una vacanza del genere vuole un’esperienza a 360 gradi che comprenda anche la conoscenza della storia e delle tradizioni del luogo prescelto. Non solo vino dunque, non solo cucina, ma molto altro, cultura su tutto.

Da segnalare la crescente attenzione verso l’enoturismo da parte della cosiddetta “Generazione Z”, i “nativi digitali”, nati tra il 1997 e il 2012, che viaggiano per vivere in pienezza il territorio in tutte le sue declinazioni, usano meno l’auto e amano svolgere attività insieme ai produttori e alla gente del luogo.

Infine, Roberta Milano, direttore scientifico del Food & Wine Tourism Forum, già docente all’Università Cattolica di Milano e all’Università di Genova, ha focalizzato l’attenzione dei presenti sulle strategie e gli strumenti di comunicazione dell’enoturismo, chiarendo come il turismo enogastronomico può trasformare una vocazione in ricchezza per un determinato territorio, forte delle previsioni di crescita nei prossimi dieci anni del 13% del turismo del vino e del 17% di quello culinario. Fondamentale – secondo Milano – rimane la comunicazione, specie quella digitale, in primis Instagram. Senza dimenticare le opportunità, da tenere sotto controllo, dell’Intelligenza Artificiale. In tema poi di tutela ambientale da evidenziare il calo del 14,2% dell’utilizzo dell’auto a vantaggio di treno e bicicletta. La presenza degli alunni delle scuole ha offerto la possibilità di uno sguardo sull’importanza delle nuove figure professionali specializzate che dovranno coniugare conoscenza dei temi legati all’agricoltura e connessi all’enoturismo, fra tutti l’hospitality manager.

Le conclusioni sono state affidate a Walter Massa il quale ha voluto ancora una volta rimarcare come «il Piemonte è uno dei brand comunicativi più forti a livello mondiale», dove le cantine ci sono e lavorano bene. Da qui l’esigenza di operare per farlo sempre meglio conoscere, per stimolare i possibili clienti a venire in Piemonte, rafforzando il sistema dell’ospitalità per «tenere qui il turista», anche a Tortona, città in cui «la ristorazione c’è e funziona; c’è qualità e si mangia molto bene».

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