C’è ancora domani, per tutte

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di SILVIA MALASPINA E CAROLINA MANGIAROTTI

“C’è ancora domani” è una frase che ci rincuora quando ci ritroviamo al termine di una giornata particolarmente densa di impegni, di quelle affannose che ci lasciano con qualcosa di sospeso da portare a compimento: sapere che “domani è un altro giorno” ci conforta con l’auspicio di riuscire a completare il nostro intricato puzzle quotidiano. Sarà per questo che Paola Cortellesi, al suo esordio alla regia, ha scelto questo titolo per il film che sta sbancando i botteghini? La curiosità era molta: in famiglia tutti apprezziamo la poliedrica artista romana che, partendo dalla propria innata verve comica, ha saputo cimentarsi in variegati ruoli fino ad arrivare alla regia di questa pellicola per la quale si è aggiudicata tre riconoscimenti nell’ambito della recente Festa del Cinema di Roma: Premio del pubblico, Premio speciale della giuria e Menzione speciale Migliore opera prima. «Sabato sera papà e io andiamo a vedere il film della Cortellesi, ti interessa?» «Mi interesserebbe, ma non posso, ho già un altro impegno: voi andate, poi mi dici com’è e organizzerò con le mie amiche.» Il pranzo della domenica diventa l’occasione per un dettagliato resoconto cinematografico: «Allora, com’era il film? Vi è piaciuto?» «Sarò di parte, ma per me è un gioiellino. Innanzi tutto il fatto che sia in bianco e nero gli conferisce un’allure particolare, inoltre gli attori sono tutti eccezionali, a partire dalla stessa Cortellesi – la protagonista Delia – che riesce a far ridere e piangere nella stessa scena. La trama è particolare e nulla lascia indovinare il sorprendente finale: non ti spoilero, ma dico solo che è un film che tutte dovremmo vedere, per non dimenticare da dove vengono diritti che ormai diamo per scontati e per capire quanto duro, sottovalutato e non riconosciuto lavoro abbiano fatte le nostre nonne, per voi bisnonne, che, come la stessa regista ha affermato, hanno contribuito umilmente e silenziosamente a ricostruire l’Italia nel Secondo Dopoguerra. È un film femminista, ma non un femminismo urlato e arrabbiato, direi piuttosto che sia un film che ti porta a essere femminista. A un uomo può risultare meno immediato, infatti papà di tanto in tanto buttava l’occhio al cellulare per verificare i risultati del Derthona Basket… » «E va be’, il primo amore non si scorda mai, però anche a me è piaciuto molto, decisamente un bel film!» Trascorrono i giorni e da più parti continuano ad arrivare recensioni positive, talvolta entusiaste, finché: «Senti cos’ho letto su Instagram: “Nella corsa finale di Delia ci siamo tutte noi donne, forse non tutte fiere e orgogliose come lei, ma libere, seppur sempre di corsa, ancora oggi. C’è ancora un domani, anche per noi”. Quindi mi accompagni al cinema? Le mie amiche sono impegnate!»

silviamalaspina@libero.it

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