Cambiare itinerario si può

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di Maria Pia e Gianni Mussini

Quando abbiamo alle viste un viaggio, Gianni – armato dei suoi preziosi Touring grigi, guai a chi glieli tocca – si scatena alla ricerca di sagaci variazioni all’itinerario canonico. Così, tutte le volte che siamo stati a Roma in auto, abbiamo volentieri spezzato la monotonia con soste in borghi come Lucignano o San Savino, a un tiro di schioppo dall’autostrada: vuoi mettere – al posto dell’autogrill – sedersi in una piazzetta medievale e mangiare una bruschetta innaffiata da un dito di vino bianco? Ma ci sono anche soste più impegnative: Arezzo l’abbiamo visitata in due puntate, “pettinandola” passo passo grazie appunto al fidato Touring.

Naturalmente, regola aurea, prima vengono le persone poi i monumenti. Qualche anno fa, sulla strada per Lecce (sede del convegno nazionale CAV), ci siamo fermati a Vasto per rivedere una coppia di amici che avevano appena avuto una bambina.

Dopo Vasto, un saluto a Padre Pio (San Giovanni Rotondo è uno stupore di santità ed efficienza). E al ritorno, dopo due notti trascorse in un trullo di Alberobello e quindi in un Sasso di Matera, eccoci lungo le Murge assolate per arrivare a Cerignola, dove Ma-ria Pia ha vissuto due anni e lasciato care amicizie.

Per non parlare di quella volta che, uscendo dall’autostrada a Pian del Voglio, non solo ha ritrovato – dopo tantissimi anni – una del-le case della sua infanzia girovaga ma anche i due antichi conoscenti che ora la abitano e che ci hanno mostrato tutti fieri un quadro dipinto e donato loro proprio dalla mamma di Maria Pia…

Come abbiamo visto la volta scorsa, anche quando andiamo a Monaco da Miriam non manca qualche divagazione. Soccorrono stavolta i Touring verdi (le guide internazionali), grazie a cui abbiamo scovato – al di là del San Bernardino, nei Grigioni – gioielli d’arte poco conosciuti, come la chiesa medievale di Zillis il cui soffitto ligneo racconta in pannelli dipinti (secolo XII) le vite di Cristo e san Martino, oltre a mostri dell’Apocalisse: una vera “Sistina delle Alpi”, come è meritatamente chiamata.

Analogo stupore poco più avanti, a Razhüns, con la chiesa di san Giorgio e i suoi affreschi, pure medievali, che costituiscono una spettacolare Biblia pauperum: la bibbia dei poveri, i quali solo con le immagini potevano farsi una cultura cristiana.

Ma procedendo verso Monaco, e ormai in Germania, ecco altre occasioni per gli occhi e per il cuore: il borgo di Wangen in Algovia, che è tutto in uno slargo con un tripudio di case dipinte e un’atmosfera che ci riporta alle fiabe dei fratelli Grimm.

Più avanti Memmingen e, soprattutto – visto che tutti i salmi finiscono in gloria – l’abbazia benedettina di Ottobeuren, alta pasticceria barocca. Ma a proposito di pasticceria, di fronte ce ne è una che – a visitarla – rinfranca il cuore quasi come il santuario su cui si affaccia…

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