Compiti per le vacanze

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di Patrizia Ferrando

Gironzolare in libreria è uno dei miei sport preferiti e, se anche voi amate praticarlo, probabilmente lo avrete notato: s’impongono all’attenzione volumi di “compiti delle vacanze per adulti”. State tranquilli, non ho nessuna intenzione d’impartirvi ore di studio, non si sa da che pulpito. In una scuola di buone maniere, suggerirei solo di provare a trarre momenti di felicità dalla propria e altrui gentilezza.

I libri dei compiti sugli scaffali – al momento non ho ancora deciso se acquistarne uno – mi hanno però spinto a ripensare alle estati dei tempi di scuola e a immaginare quali compiti bon ton darei oggi a me stessa. Li condivido con voi, magari avrete voglia d’inventarne a vostra misura.

Una mia insegnante di Matematica, brava e simpatica, vedeva le sue quotazioni scendere con l’arrivo dell’estate. Voleva, infatti, che gli esercizi le fossero spediti per posta a cadenza quindicinale, non presentati a settembre.

Io ho deciso di tornare a scrivere lettere, lettere vere, a mano e su una bella carta. Vorrei tanto che la scrittura a mano e la volontà di raccontare giorni qualsiasi rappresentassero una camera di decompressione dalla violenza verbale e dall’arroganza dilagante sui social.

Sempre in stagioni lontane, mentre armeggiavo coi dizionari, mi sono sentita ripetere di stare dritta. Ora so che non solo la schiena ne trae giovamento, ma anche l’impressione che diamo di noi agli altri. Assumere una postura eretta ma non rigida, tenere le spalle alla giusta altezza eppure rilassate, muoversi in modo opportuno, ad esempio chinandosi a raccogliere un oggetto piegando le ginocchia e non “tuffandosi di testa”, sono tutte vie per trasmettere eleganza. Il problema, almeno per me, sta nella necessità di evitare l’aria insaccata derivante dalle ore trascorse a leggere o scrivere. Vado cercando la sintesi tra questi miei amori e un portamento raffinato!

Infine, intendo dedicarmi con assiduità all’esercizio del “troppo o troppo poco”. Sono fermamente convinta che questi concetti, o meglio, valutarli ed evitarli consapevolmente, abbiano un profondo legame col vero galateo: vale per gli aspetti più esteriori, come ad esempio il presentarsi a un invito formale con un abito che non sia troppo elaborato, ma nemmeno troppo corto o casual, ma anche per valori più profondi, come il non porre al centro di ogni discorso noi stessi e neppure negarci alle sincere attenzioni degli altri, non esibirci e non nasconderci. A settembre verrà il tempo scolastico dei buoni propositi, quello che più di gennaio sa di nuovi inizi: per adesso, io mi auguro che troverò spunti interessanti di cui parlare insieme.

patrizia.marta.ferrando@gmail.com

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