Benedire le coppie gay?

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di Maria Pia e Gianni Mussini

Benedire: una parola squillante di grazia.

«Ti benedica il Signore… rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace». Così il libro dei Numeri, e così la liturgia del primo giorno dell’anno.

Analogamente quando Gesù entra in Gerusalemme: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore». Nella Bibbia la parola (e il gesto) benedicente arriva come un toccasana alle nostre orecchie e al nostro cuore.

Maria Pia e Gianni sono però un po’ sconcertati per il fatto che anche questa parola così preziosa sembra contagiata dal clima inquieto e rissoso che caratterizza il nostro tempo.

Sui social e negli altri media si discute, infatti, accesamente se sia giusto benedire le coppie gay. La Congregazione della dottrina della fede non lascia dubbi: si possono benedire le singole persone, non le coppie omosessuali. E del resto lo stesso Papa Francesco ha messo in chiaro nell’Amoris Laetitia che «non esiste fondamento alcuno per… stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia».

In tante altre occasioni, poi, lo stesso Francesco ha messo in guardia dall’“utopia del neutro” connessa all’ideologia del gender e promossa dai poteri forti con una vera e propria “colonizzazione culturale”. Altro discorso per i nostri fratelli e le nostre sorelle omosessuali, che meritano rispetto e accoglienza.

Eppure nell’omelia della Domenica delle Palme il parroco di Bonassola ha dichiarato: «Se non posso benedire le coppie gay, non benedico neppure i ramoscelli d’olivo».

Quello che sorprende nelle parole del parroco e dei molti che nel mainstream mediatico le hanno fatte proprie è il sofisma, o detto più alla buona il ragionamento a pera, che viene usato: che c’entrano le palme con le coppie, siano esse di santi o peccatori, di gay o etero? La Chiesa non nega certo la benedizione alla persona omosessuale, ma pretendere di benedire le coppie gay in quanto tali ha tutta l’apparenza di una forzatura ideologica.

Peccato che certi giovani sacerdoti snobbino la logica di Aristotele e San Tommaso (ma andrebbe bene anche un… Karl Marx: qui è in gioco la ragione!). Così oggi tutto può essere messo in discussione e tutti “democraticamente”, o magari sgangheratamente, si sentono chiamati a esporre la loro verità senza approfondirla degnamente.

Ma un cristiano sa che nel primo referendum della storia il mainstream era dalla parte di Barabba e non di Gesù. E sa che non è mai facile andare controcorrente. Negli anni Trenta l’operaio tedesco August Landmesser – come si vede in una celebre foto – durante un’adunata rifiutò di fare il saluto nazista tenendo le braccia conserte. Finì male perché, oltre a tutto, aveva sposato un’ebrea.

Però quel suo gesto sarà benedetto per sempre dal Signore.

cantiamolavita@katamail.com

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