Beata Osanna Andreasi

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Il 18 giugno la Chiesa ricorda Osanna di Mantova, al secolo Osanna Andreasi, che fu beatificata nel 1694 da Innocenzo XII. La beata è molto venerata nel Mantovano, dove nacque, nel paese di Carbonarola, il 17 gennaio 1449, secondogenita di una nobile famiglia imparentata con i Gonzaga. Fin da piccola trascorreva lunghe ore in preghiera e penitenza e spesso cadeva in uno stato di estasi che faceva pensare ad attacchi di epilessia. A quattordici anni manifestò l’intenzione di far parte del Terz’ordine domenicano, ma ricevette un rifiuto perché i genitori volevano per lei il matrimonio. Nel 1467, a diciotto anni, le apparve la Vergine Maria che la fece sposa di Cristo e lei raccontò che Cristo stesso le mise al dito un anello, invisibile agli altri. Tra il 1476 e il 1484 ebbe una serie di esperienze mistiche nelle quali condivise le sofferenze patite da Cristo durante la passione e ripetute visioni di Gesù Bambino crocifisso. In un’altra occasione le apparve il paradiso, in una visione tale da non poter essere descritta con le parole. Le compagne terziarie pensavano che fosse posseduta dal demonio e, per un certo periodo, le fecero subire varie vessazioni. Osanna cercava di nascondere agli altri le sue esperienze religiose, ma le estasi la sorprendevano senza preavviso. Nel 1480 si trasferì con la famiglia a Mantova.

Partecipò alla vita della corte dei Gonzaga, diventando consigliera di Federico prima e di Francesco II e Isabella d’Este poi. Proprio il duca Federico, dovendo partire per una campagna militare in Toscana, le chiese di accudire la duchessa e i sei figli, in sua assenza. Al suo ritorno continuò a consultarla spesso come amica e consigliera fidata, e anche Francesco II, succeduto al padre continuò ad affidarsi a lei. La tradizione vuole che proprio le sue preghiere salvassero la vita al duca durante la battaglia vittoriosa di Fornovo.

Osanna visse nel silenzio, intercedendo per le persone che erano nel bisogno. Accoglieva i mendicanti e quanti si rivolgevano a lei per avere aiuto. Il suo epistolario descrive la sua vita, le sue preghiere e le sue penitenze e racconta anche il suo dolore per la corruzione della Chiesa. Pregò per la salvezza delle nazioni e in tre occasioni invocò l’aiuto di Dio su papa Alessandro VI (Borgia).

Nel 1501 fece la professione solenne come terziaria domenicana e morì quattro anni dopo, il 18 giugno 1505. Dopo la sua morte furono numerosi i miracoli e le guarigioni. Su insistenza della marchesa Isabella d’Este, papa Leone X ne concesse il culto l’8 gennaio 1515. Attualmente il corpo incorrotto della beata riposa nella cattedrale di Mantova.

Daniela Catalano

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