Anche gli edicolanti in prima linea. A loro la nostra gratitudine

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Assicurano un servizio fondamentale. Così le informazioni arrivano nelle vostre case

Ormai ci siamo abituati. La desolazione delle strade vuote dei nostri paesi ci rattrista, insieme ai pochi negozi aperti (per decreto): farmacie, alimentari, tabaccai. E le edicole. I cosiddetti “servizi essenziali” per i cittadini.

A Broni, in via Emilia, Danilo Zambianchi è operativo dalle 5 del mattino, come ogni giorno, perché con o senza Coronavirus è così da sempre. Arrivano i giornali (anche il nostro, anche “Il Popolo”) e bisogna espletare le varie pratiche burocratiche (caricarli a sistema, registrarli per poi provvedere a sera alle rese). Ma in queste settimane entrare tutte le mattine dal tuo edicolante di fiducia ha un sapore diverso. Un gesto che prima ti appariva scontato, ai tempi di pandemia ti dice del sacrificio di Danilo e dei suoi colleghi sparsi dai crinali dell’Antola sino alle rive del Po, a favore di noi cittadini; del loro quotidiano contatto con il pubblico (con mascherina, guanti e a un metro di distanza). Gli edicolanti rischiano tutti i giorni per assicurare che l’informazione – un bene assoluto, soprattutto quella di qualità, messa in campo da editori seri, viste le troppe e pericolosissime fake news che circolano attorno al virus – arrivi nelle case dei cittadini attraverso uno strumento ancora insostituibile che è il giornale cartaceo. Prova ne è il fatto che, in questi giorni segnati dal Coronavirus, le vendite di quotidiani hanno registrato un incremento. Le edicole, come agli altri negozi “essenziali”, in casi di necessità effettuano la consegna a domicilio. Non è una vita facile quella dei titolari di edicole. Da anni troppe di loro sono costrette a chiudere, abbandonate a se stesse, vittime di una digitalizzazione sempre più massiccia.

Eppure oggi gli edicolanti si trovano a diretto contatto con il pubblico, pure loro in prima linea.

Segno, evidentemente, che anche questa attività ha un grande valore per la società. Un valore essenziale. Non possiamo quindi che dir loro grazie. Se i giornali, come “Il Popolo”, entrano nelle case, lo dobbiamo al lavoro e al sacrificio, di Danilo e dei suoi colleghi.

Non dimentichiamocene.

Marco Rezzani

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