In “missione” per aiutare l’Ucraina

Visualizzazioni: 19

Il gruppo, coordinato da Stefano Gabriele, ha consegnato tutti gli alimenti raccolti all’Opera Don Orione di Leopoli e di Kiev

NOVI LIGURE – Alle ore 14 di mercoledì 23 aprile sono partiti dalla chiesa di San Pietro i 7 volontari della Comunità Pastorale “Madre Teresa di Calcutta”, diretti in Ucraina per un viaggio umanitario. La prima tappa a Cracovia per il pernottamento e poi di nuovo in strada verso il “Centro della Divina Provvidenza” dell’Opera Don Orione a Leopoli, scaricati parte degli alimenti raccolti, hanno proseguito in direzione Kiev, per consegnare il rimanente cibo. Dopo il pernottamento, il ritorno a Leopoli, la distribuzione dei viveri e la partenza per una giornata a Budapest. Lunedì 28 aprile, in tarda serata, il rientro a Novi del gruppo composto da: Claudio, Franco, Gianni, Marco, Stefano, Tiberio e Umberto. Hanno trasportato 2 tonnellate di cibo a lunga conservazione, imballati in 210 colli, grazie alla raccolta effettuata nel mese di marzo. L’orionino don Egidio Montanari, dopo l’arrivo dei ragazzi a Leopoli ha ringraziato i volontari e tutte le persone che hanno collaborato: la Casa del Giovane della parrocchia di San Pietro a Novi Ligure, gli amici solidali, il gruppo degli Alpini di Novi Ligure, il movimento laicale orionino di Tortona (in particolare Armanda Sano), la Caritas di Tortona, gli ex allievi di Don Orione del Collegio “San Giorgio” (in particolare Roberto), la Croce Rossa Italiana di Novi Ligure, la compagnia di carità dell’Opera don Orione a favore dell’Ucraina e la farmacia di Silvano d’Orba». In modo particolare, il sacerdote ha ringraziato il Comune di Novi che ha dato il suo patrocinio. Nella giornata di lunedì 28 aprile, durante il viaggio di ritorno, Stefano Gabriele, l’anima del gruppo in “missione” ha spiegato che sono arrivati alla periferia di Kiev, dove sta sorgendo una nuova comunità, quella dove opera l’orionino don Moreno Cattelan. «Un tempo non c’era nulla, ora vi sono una chiesa e un oratorio, dove sono ubicati due container di raccolta, anche se permane un’area soggetta agli attacchi russi, basti pensare alle bom- be lanciate solo due giorni prima del nostro arrivo in città. Hanno costruito cinque grattacieli, alti 25 piani, il sesto in costruzione, ciascuno composto da 1.200 piccoli appartamenti. In uno di questi abita proprio don Moreno. La gente a Kiev vive rassegnata al suono degli allarmi e al rumore degli ordigni che cadono al suolo. Abbiamo vissuto momenti di tensione. Abbiamo visto carrarmati russi distrutti e visitato la piazza di Maidan. È stato un momento di grande emozione e commozione vedere migliaia di bandierine, ciascuna con il nominativo di un soldato deceduto in guerra, con la data di nascita e di morte». «Stanno uccidendo una generazione, quella ucraina e quella russa, – ha detto davanti alle bandierine don Egidio – una guerra senza senso». Stefano, ha spiegato che pur non avendo paura, ha sperimentato la tensione di un’esperienza faticosa e “forte” per aver toccato con mano la povertà, sia quella che viviamo tutti i giorni, sia quella della guerra. «Abbiamo compreso il significato del volontariato che sta nel donarsi e nei sacrifici che si fanno ma che alla fine pagano sempre e bene!».

Vittorio Daghino

Commenti: 0

Il tuo indirizzo mail non sarà reso pubblico. I campi obbligatori sono segnati con *