25 aprile alla Benedicta
Di Pier Luigi Feltri
Ricorre domani l’ottantesimo anniversario della Liberazione. In questa occasione vogliamo suggerire una visita sull’Appennino alessandrino, al confine con la Liguria, dove sorge un luogo che custodisce una delle memorie più dolorose della Resistenza: la Benedicta, che si trova nel comune di Bosio. Qui 147 persone vennero catturate e fucilate tra il 6 e l’11 aprile 1944, durante un massiccio rastrellamento nazifascista. Si trattava per lo più di partigiani giovanissimi e disarmati, che avevano scelto di salire in montagna per opporsi alla dittatura. L’operazione fu condotta con una violenza sistematica: i martiri, che si erano rifugiati nel monastero benedettino dal quale il sito prende il nome, furono uccisi a gruppi di cinque, e costretti a scavare la stessa fossa che li avrebbe accolti. Le operazioni portarono anche alla distruzione del complesso religioso. Al suo posto oggi si trova il Sacrario: un’installazione essenziale, immersa nel silenzio del bosco, pensata per custodire i nomi e la memoria delle vittime. I ruderi delle antiche mura rappresentano la testimonianza forte della distruzione e del terrore portati dal periodo bellico. Una stele invita al raccoglimento con queste parole: “Guarda queste rovine, cittadino d’Italia. Sono il dono della tirannide straniera e domestica”. L’eccidio, concepito dai tedeschi anche per spezzare il sostegno popolare alla Resistenza, sortì invece l’effetto contrario: la brutalità delle esecuzioni e l’alto numero di vittime alimenta- rono l’indignazione e l’ostilità della popolazione locale verso i repubblichini e gli occupanti nazisti. Nei pressi del memoriale opera il Centro di Documentazione della Benedicta, situato nella cascina Pizzo. Conserva documenti originali, testimonianze, fotografie, video, materiali didattici e bibliografici. Un luogo prezioso per chi desidera comprendere il contesto storico dell’eccidio. Il sito della Benedicta può essere raggiunto in auto da Gavi o da Bosio, seguendo la SP165. L’accesso è libero. Nell’anniversario della strage, tre settimane fa, il vescovo Mons. Guido Marini ha celebrato qui la Messa, a testimonianza dell’importanza che questo luogo riveste ancora oggi per la coscienza civile e religiosa della comunità. La Provincia di Alessandria, proprio in relazione al tragico evento di Bosio, è stata insignita della Medaglia d’Oro al Valor Militare assegnata dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.
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