«Vogliamo essere con Lei per lavorare al bene delle nostre comunità»

Visualizzazioni: 513

Le parole di benvenuto del sindaco di Tortona, Federico Chiodi, al nuovo pastore

A nome della Città di Tortona e in rappresentanza di tutte le Comunità e le Autorità pubbliche della Diocesi, porgo il benvenuto ufficiale a Lei, Mons. Guido Marini, e la accolgo come nuovo Vescovo, davanti alla Cattedrale, centro della vita ecclesiale, nella piazza che per tutti i Tortonesi è il centro della Città.

Eccellenza, è per me un onore poterle presentare non soltanto la Città di Tortona ma anche tutta la Comunità che fa parte della Diocesi. Una comunità ed un territorio molto vasti che abbraccia tre Regioni, tre Province e numerosi Comuni, oggi qui da me rappresentati per darle il benvenuto.

La Diocesi di Tortona ha una lunga ed importante storia, nobilitata, attraverso i secoli, da numerose figure esemplari, da tanti protagonisti del loro tempo, dal primo dei suoi predecessori, San Marziano, fino all’apostolo della Carità, San Luigi Orione; per felice coincidenza, il prossimo anno 2022, ricorrendo i 1.900 anni dal martirio di San Marziano e i 150 anni dalla nascita di don Orione, saremo chiamati a riscoprirne le figure, gli insegnamenti e, soprattutto, a rivitalizzarne le grandi opere religiose e civili.

Oggi, Tortona e il territorio diocesano vivono un momento difficile: la pandemia ha colpito duramente la nostra comunità, portando lutti e lasciando ferite che stiamo ora cercando di guarire, ma è evidente che tutti noi siamo stati sottoposti a una prova molto impegnativa nell’ultimo anno e mezzo, una prova che ha messo in crisi il nostro sistema di vita e fatto vacillare le nostre certezze.

Come Amministratori della Cosa Pubblica ci troviamo ad affrontare le conseguenze sanitarie, sociali ed economiche di questa crisi, ma siamo consapevoli che le nostre risorse possono rivelarsi insufficienti a sanare le ferite più profonde, quelle dell’anima.

L’anima delle singole persone, ma anche lo spirito stesso delle nostre comunità.

Per guarire da queste ferite abbiamo bisogno dell’aiuto l’uno dell’altro, e anche del suo, Eccellenza, perché credo che proprio questa sia la missione più importante che ci attende nei prossimi mesi e anni. Rinsaldare lo spirito della comunità: uno spirito che – posso affermare con orgoglio – non si è spezzato di fronte al trauma della pandemia, ma che, certamente, è stato duramente provato, soprattutto dal logorio del suo persistere. Per questo compito, lo ribadisco, avremo bisogno del Suo aiuto. D’altra parte, proprio nel contesto drammatico della pandemia, abbiamo avuto un’importante conferma della forza e della capacità della nostra comunità di restare unita e di reagire alle avversità, con grande volontà e abnegazione: la solidarietà verso il prossimo e l’energia che singoli cittadini e tante associazioni di volontariato hanno saputo dimostrare, lavorando in prima linea nell’e-mergenza, collaborando con le Forze dell’Ordine, con le Istituzioni civili, con gli strumenti già a disposizione e con altri, che la creatività del bene ha inventato in quel frangente.

La Chiesa locale, con i suoi sacerdoti, le sue organizzazioni e associazioni, le sue strutture materiali e il suo sostegno morale, ci ha garantito un supporto davvero indispensabile.

La pur dolorosissima esperienza della pandemia ci ha fatto sperimentare quello che le nostre comunità possono e devono essere. Siamo, quindi, felici di poterla accogliere tra di noi e non vediamo l’ora di collaborare con Lei per rin- saldare ancora di più quel già forte legame con la Diocesi, che si esprime innanzitutto nelle attività sociali e di solidarietà, ma anche nella cultura e nell’arte, grazie alla collaborazione con il Polo Culturale Diocesano e con il Festival nel nome del compositore Lorenzo Perosi, di cui pure il prossimo anno celebreremo i 150 anni dalla nascita.

Ci sono tanti impegni e tante “sfide” che ci attendono, alcune molto difficili, ma crediamo che con Lei al nostro fianco, avremo un alleato e un sostegno in più per affrontarle.

Nella lettera che ci ha inviato all’indomani della sua nomina da parte del Santo Padre, c’è un passaggio che mi è rimasto particolarmente impresso: il suo timore di essere “per noi” Vescovo e la consolazione di essere “con noi” cristiano.

Oggi, sono qui, in rappresentanza delle nostre comunità, per darle il benvenuto quale nostro nuovo Vescovo.

Oggi siamo tutti qui “per” Lei, ma da oggi vogliamo essere, anche e soprattutto “con Lei”, per lavorare al bene delle nostre comunità con rispetto e amicizia, garantendo ogni possibile collaborazione e disponibilità.

In questo momento, siamo sulla soglia della cattedrale, luogo sacro e religioso per eccellenza, spazio dell’incontro con Dio, ma siamo anche nella piazza, luogo altamente simbolico della Città, per il suo valore di spazio dell’incontro e della convivenza civile; la comunità ecclesiale e la comunità civile non si fronteggiano, si integrano, stanno una nell’altra e, insieme, stanno nel centro, nel cuore della Città, anzi ne sono il cuore palpitante.

È noto che la finestra dello studio del Vescovo guarda proprio qui, su questa realtà…

Eccellenza, Ella era abituato a ben altra finestra… ma noi siamo sicuri che, quale che sia la finestra dalla quale proviene, non ci mancherà uno sguardo benevolo!

Grazie, Vescovo Guido!

Benvenuto a Tortona! Benvenuto tra noi!

Federico Chiodi

Sindaco di Tortona

Commenti: 0

Il tuo indirizzo mail non sarà reso pubblico. I campi obbligatori sono segnati con *