Trattori in piazza contro le scelte dell’Unione europea

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La protesta. “Riscatto agricolo”. I nostri agricoltori manifestano a Voghera, Casteggio, Broni, Stradella, Alessandria: no alle decisioni imposte da Bruxelles

DI MARCO REZZANI

Dalla Francia all’Italia, passando per Germania, Romania, Belgio: è l’onda della protesta degli agricoltori contro le politiche dell’Unione europea. «Non siamo contro i Governi nazionali. – spiegano ovunque gli organizzatori – Le nostre problematiche sono soprattutto legate alle decisioni di Bruxelles». Infatti, tra le richieste del “popolo dei trattori” ci sono le linee d’indirizzo comunitarie di cui l’Ue ha fatto la propria bandiera negli ultimi anni: il famoso “green deal”, l’importazione di prodotti agricoli provenienti da Paesi dove non sono in vigore regolamenti produttivi e sanitari affini a quelli europei, i vincoli e gli incentivi per non coltivare terreni, la tassazione, la mancata riqualificazione della figura dell’agricoltore, l’eccessiva burocrazia. L’Unione europea, attraverso la Politica agricola comune (Pac), è responsabile di oltre il 50% del reddito degli agricoltori del continente: una politica che, dal punto di vista commerciale, non ha sempre fatto gli interessi del mondo agricolo senza contare la scommessa ottimistica sulla transizione ecologica “a basso costo”. Cosa che, con i nuovi standard previsti, alle aziende agricole ha richiesto investimenti colossali, in tempi di inflazione e di crisi energetica, oltre che di sempre più frequenti disastri sul fronte climatico e ambientale. Con la prospettiva, per molti, di dover chiudere. Le imposizioni europee ritenute “assurde” dagli agricoltori sono molte. A titolo di esempio basti il limite del 4% di superficie non coltivabile. Questo vuol dire lasciare incolti diversi ettari di terreno. Filippo Goglio, uno dei promotori, spiega: «A casa mia si tratta di 6 ettari che devo lasciare incolti. Già di per sé questa è una perdita economica. In più, il mais che avrei coltivato, sarebbe servito ad alimentare i miei animali. Il mais che serve a loro lo dovrò quindi comperare altrove con un ulteriore aggravio economico». In Italia sono oltre 8 mila gli agricoltori che, sotto le bandiere del coordinamento nazionale “Riscatto Agricolo”, stanno chiedendo alle istituzioni un deciso cambio di passo. La protesta è arrivata anche alle nostre latitudini, nelle nostre province. Sui loro trattori, con le loro bandiere, anche gli agricoltori pavesi e alessandrini hanno deciso di esserci. In Oltrepò, a Voghera, la manifestazione si è svolta nella giornata di martedì 30 gennaio. Dopo il ritrovo presso l’ex caserma di cavalleria, i trattori hanno compiuto alcuni giri in città, lungo il tragitto concordato con Comune e Prefettura, per non creare disagi al mercato in piazza Duomo e agli studenti delle scuole. «È stata una manifestazione pacifica – fa notare il portavoce del comitato oltrepadano Marco Zanleone – in cui abbiamo fatto sentire la nostra voce attraverso i clacson dei nostri trattori». Dopo Voghera, nella giornata di mercoledì la protesta si è spostata a Casteggio; oggi, giovedì, a Broni e domani, venerdì, sarà la volta di Stradella. Ad Alessandria, lunedì 29 gennaio, sono stati 250 gli agricoltori che in corteo hanno raggiunto piazza della Libertà per gridare la “fierezza e la dignità contadina” e per ribadire le richieste della galassia agricola, dalla stabilità dei prezzi alla minore burocrazia. Una delegazione dei manifestanti ha incontrato il prefetto di Alessandria Alessandra Vinciguerra e il presidente della Provincia Enrico Bussalino. «Un dialogo cordiale, semplice. – hanno riferito i delegati al termine degli incontri – Il prefetto si è dimostrato attento e interessato, ha assicurato di fare quanto è nelle sue possibilità per portare al Governo le nostre istanze». Costruttivo anche l’incontro con Bussalino: «Si sono toccati i temi della fauna selvatica. – spiegano – La Provincia si sta battendo contro il fotovoltaico e l’eolico e contro il deposito nucleare». 

(Foto: RadioGold)

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